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Brexit, Juncker sotto attacco: “Non mi dimetto. Niente negoziato se Londra non esce”

Sessione infuocata dell’Europarlamento in seduta straordinaria prima del Consiglio Europeo di oggi pomeriggio. Il presidente della Commissione: “Ho dato ordine ai Direttori generali di evitare ogni contatto con UK”- Gli fa eco la Merkel da Berlino: “Senza obblighi non ci saranno privilegi per la Gran Bretagna” – Fischi per Farage, che non si dimette – Renzi incontra Schulz e Tusk.

Brexit, Juncker sotto attacco: “Non mi dimetto. Niente negoziato se Londra non esce”

“Non sono nè malato nè stanco. Fino all’ultimo respiro lavorerò per l’Europa”. Con queste parole il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha rispedito le indiscrezioni sempre più insistenti sulle sue possibili dimissioni, dovute, oltre che ai colpi subiti dall’Unione con la Brexit, anche a motivi di salute, nel corso dell’intervento per la sessione plenaria straordinaria del Parlamento europeo.

Per Juncker la Gran Bretagna deve “chiarire al più presto possibile” la sua posizione. Nel frattempo, fino a quando Londra non avrà notificato formalmente la decisione di uscire dall’Ue, “non ci sarà alcun negoziato con qualunque rappresentante del Governo britannico: nessuna ratifica, nessun negoziato”. “Non vorrei – ha chiosato – che si installi l’idea che si possano condurre negoziati segreti”.

Merkel parla a Berlino

Concetti a cui fa eco Angela Merkel nel corso del suo intervento al Bundestag sulla Brexit, il giorno dopo il vertice a tre con Hollande e Renzi: “Prendiamo atto che la Gran Bretagna non ha ancora presentato richiesta formale di uscita, ma la Gran Bretagna prenda atto che nessun colloquio informale potrà partire prima”.

Il quadro per l’uscita, secondo la cancelliera, é già tracciato nell’articolo 50 del trattato di Lisbona. “La Germania e l’Ue condurranno le trattative per l’uscita della Gran Bretagna sulla base dei propri interessi. Significa che le trattative con uno Stato terzo non possono mettere in discussione le conquiste dell’unità europea per i suoi 27 membri”.

Per la Merkel, “la Gran Bretagna non può aspettarsi di non avere più obblighi ma mantenere i privilegi” di un legame con l’Ue. La cancelliera, inoltre, non vuole che Londra abbia la presidenza di turno nel secondo semestre del 2017. 

Europarlamento

Nell’Europarlamento è ancora in corso una sessione straordinaria che prelude ai lavori del primo Consiglio europeo del dopo-Brexit (martedì pomeriggio a 28 Peasi e mercoledì mattina a 27), presumibilmente l’ultima con i leader per David Cameron, il premier britannico dimissionario. Al Consiglio parteciperà anche Mario Draghi.

Una sessione infuocata, che ha visto gli interventi di molti leader di movimenti euroscettici, tra cui Marine Le Pen, che ha sferrato un duro attacco all’Unione, affermando che il referendum della Brexit è stata “una lezione di libertà e uno schiaffone all’Europa”.

Riflettori puntati soprattutto su Nigel Farage, leader dell’Upik e volto, insieme all’ex sindaco di Londra Boris Johnson, del fronte del Brexit. Nel corso del suo intervento Farage, che è stato fischiato è interrotto più volte, ha annunciato che non si dimetterà dalla sua carica di europarlamentare “finchè il lavoro non sarà fatto”. “Fin quando non si arriverà al nuovo accordo britannico naturalmente devo stare qui”. Farage è stato duramente apostrofato da Jean Claude Juncker: “A dire il vero devo dire di essere sorpreso di vederla qui, lei non era per la Brexit?”. Il parlamentare britannico aveva infatti annunciato, prima del referendum, che quella sarebbe stata l’ultima sua presenza al Parlamento Ue.

Renzi è arrivato a Bruxelles

La capitale belga, in vista del summit Ue, è la sede di un grande numero di incontri bilaterali. Il premier Matteo Renzi, secondo cui bisogna “aprire una nuova stagione di investimenti e non solo di discussioni finanziarie”, ha incontrato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e sta incontrando in questi minuti il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk. Più tardi, prima del Consiglio Ue, Renzi incontrerà il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker.

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