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Borse in ritirata, spaventa il petrolio

Dopo un avvio positivo prevale l’incertezza accentuata dalla continua discesa del greggio – Draghi: “La politica monetaria da sola non basta” – Telecom Italia: salgono le ordinarie e crollano le risparmio alla vigilia del duello in assemblea tra Vivendi e i fondi – Exane Bnp Paribas vede in positivo l’M&A tra le popolari italiane – Brusco calo Fca

Borse in ritirata, spaventa il petrolio

Borse europee in altalena dopo i forti ribassi della scorsa settimana. Dopo un avvio positivo, all’inizio del pomeriggio Piazza Affari gira in negativo (-0,5%). A far cambiare rotta ai listini è stato in particolare il settore energetico che a sua volta ha risentito del tonfo delle quotazioni del petrolio Wti sceso sotto i 35 dollari al barile per la prima volta dal 2009 dopo le dichiarazioni di Amir Hossein Zamaninia, vice ministro del petrolio iraniano, («Non c’è alcuna possibilità che il Paese rimandi i suoi piani di espansione delle esportazioni alla luce del crollo dei prezzi del petrolio»). Parole che hanno risvegliato le preoccupazioni sui problemi di eccesso di offerta che finora hanno depresso le quotazioni. 

La Bce ha confermato la politica espansiva ma anche lanciato un warning sulle riforme: “Come ho avuto modo di dire in occasione dell’ultima riunione del Consiglio e anche più recentemente, non c’è dubbio che, se dovessimo intensificare l’utilizzo dei nostri strumenti per raggiungere il nostro obbiettivo di stabilità dei prezzi, lo faremo”. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, parlando stamane al convegno di Prometeia a Bologna. 

Gli shock che hanno colpito la nostra economia dal 2008 non hanno avuto natura meramente ciclica, ma anche strutturale, ha detto Draghi, sottolineando che in questo contesto la politica monetaria può assicurare la stabilità dei prezzi, ma da sola non può rendere durevolmente prospera un’economia. E’ quindi essenziale intervenire sia sulla domanda sia sull’offerta e agire in modo coerente su tutti i fronti, per consolidare l’inversione del ciclo.

Intanto, non si arresta la discesa del petrolio, con il Wti in calo dello 0,3% a 35,5 dollari al barile, minimo dal febbraio 2009. Brent a 37,7 dollari (-0,4%). Eni -0,2% passa in terreno negativo, Tenaris -0,74%, Saipem scende dell’1,07%. Enel avanza dello 0,6%. Positiva Terna (+1%), promossa da Rbs a Sector Perform da Underperform. Bene A2A (+1,4%).

A Piazza Affari tiene banco il caso di Telecom Italia, alla vigilia del duello (meglio dire scontro campale) in assemblea tra Vivendi e buona parte dei fondi. Il titolo ordinario sale del 3%, dopo che venerdì il primo azionista, Vivendi, proprietaria del 20% del capitale, ha annunciato che all’assemblea di domani non voterà a favore della conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, rendendo quindi impossibile l’approvazione dell’operazione che richiede la maggioranza dei due terzi. Le azioni di risparmio perdono invece l’11%.

Quasi inevitabile la frattura ai vertici. Arnaud de Puyfontaine, ad di Vivendi, ha dichiarato che “un board che non rispecchi l’assetto azionario è come vedere una nave partire senza il suo capitano”.

Fra le banche, in ribasso di Popolare Emilia (-0,688%), Intesa (-1,06), Carige (-4%) e Monte Paschi (-1,4%). Unicredit invariata. 

Exane Bnp Paribas continua a vedere il processo di M&A tra le banche popolari italiane come un fattore chiave di sovraperformance per il prossimo anno. Quindi punta su Bpm, Bper, Creval, il Banco Popolare ma anche su Mps.

Generali sale dello 0,5%, UnipolSai -0,4%.

Il Financial Times scrive che la banca centrale dell’Irlanda sta per avviare una vasta indagine sulle attività nel risparmio gestito domiciliate sul proprio territorio. Mediolanum (-0,8%) detiene in Irlanda 30 miliardi di euro di masse. Azimut (-0,8%) ha spostato nel Paese celtico tutta la parte assicurativa e detiene masse in gestione pari a circa 5 miliardi.

Poco mossi i titoli industriali: Fiat Chrysler -4,7% entra in volatilità, ora rientrata in ciontrattazione ma in forte calo. Finmeccanica +0,1% e StM +0,3%. Oggi il titolo di Stmicroelectronics stacca il dividendo trimestrale pari a 0,10 dollari (0,09 euro) per azione, per un totale di 0,40 dollari (circa 0,366 euro) all’anno. Su base annua lo yield lordo è del 5,9%.

Variazioni positive per i titoli del lusso: Moncler +1%, Luxottica +1,1% e Ferragamo +0,7%.

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