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Telecom Italia: azioni risparmio crollano dopo mossa Vivendi

Mentre il titolo ordinario sale, le azioni risparmio di Telecom Italia crollano – Le vendite arrivano dopo che il gruppo francese ha annunciato la decisione di astenersi domani dal voto in assemblea sulla conversione delle azioni risparmio in ordinarie.

Telecom Italia: azioni risparmio crollano dopo mossa Vivendi

La settimana di Borsa si apre con un’estrema volatilità sulle azioni Telecom Italia. Nei primi scambi le ordinarie balzano nel 3,5%, poi riducono i guadagni ma restano in testa al  Ftse Mib. Di segno opposto l’andamento delle risparmio, che dopo aver aperto a -8,7% arrivano a perdere oltre il 10 percento.  

Il crollo arriva dopo che Vivendi, primo socio di Telecom Italia, ha annunciato la decisione di astenersi domani dal voto in assemblea sulla conversione delle azioni risparmio in ordinarie. 

“Vivendi – si legge in una nota diffusa venerdì sera dal gruppo francese – mette in dubbio la correttezza del rapporto di conversione proposto. In particolare, il gruppo non è convinto che il pagamento di 9,5 centesimi di euro cash richiesto per convertire un’azione di risparmio in un titolo ordinario sia pienamente giustificato”. 

In secondo luogo, proseguiva la nota, “Vivendi nota l’assenza di una fairness opinion relativa ai possessori di azioni ordinarie, che sarebbero significativamente diluiti dall’operazione”. 

Infine, i soci francesi sostengono che una decisione così importante dovrebbe esser presa da un Cda che rappresenti “al meglio” l’azionariato (Vivendi ha chiesto d’inserire quattro propri rappresentanti nel board, che passerebbe da 13 a 17 membri). 

La presa di posizione del gruppo guidato da Vincent Bolloré ha suscitato l’inevitabile risposta del Cda, che ha rivendicato la correttezza della decisione presa dai vertici societari assistiti da Citi e da Equita.

A questo punto, salvo un improbabile accordo in extremis, domani potrebbe essere bocciata sia la richiesta di Vivendi di entrare nel Cda sia la conversione delle azioni risparmio.

La conseguenza immediata sarà la corsa a rivendere i titoli di risparmio accumulati in queste settimane (più o meno un miliardo di azioni oggetto di arbitraggi). Corsa che pare iniziata già questa mattina. 

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