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Borse 23 giugno pomeriggio: in Germania e Francia l’industria soffre e trascina giù i listini. A Milano crolla Saipem

Tutti in rosso i mercati azionari: pesa il rallentamento dell’industria nel cuore dell’Europa ma anche il calo del petrolio e l’incertezza sulle prossime mosse delle Banche centrali – Crolla Siemens Energy: -37%

Borse 23 giugno pomeriggio: in Germania e Francia l’industria soffre e trascina giù i listini. A Milano crolla Saipem

I listini europei chiudono in calo anche l’ultima seduta della settimana, dopo i rialzi dei tassi decisi nei giorni scorsi da molte banche centrali a partire, ieri, dalla Bank of England e con la Fed (ferma a giugno) potenzialmente pronta ad attuare altre due strette da qui a fine anno. Le aggressive politiche monetarie riportano in primo piano i timori di recessione, che trovano oggi corrispondenza nei deludenti Pmi di manifattura e servizi della zona euro, in particolare in Germania e Francia, mentre indicazioni negative in questo senso arrivano anche dagli Usa. L’avversione al rischio favorisce i titoli di Stato, che vedono rendimenti in contrazione su entrambe le sponde dell’Atlantico. Debole Wall Street in avvio. 

Milano si allinea all’andamento generale e perde lo 0,73%, scendendo a 27.209 punti base. Il quadro non è molto diverso a Francoforte -0,98%, Madrid -1,03%, Parigi -0,55%, Londra -0,52%.

Gli acquisti premiano invece il dollaro, che appare un rifugio sicuro insieme all’oro (+0,5% a 1922,9 dollari l’oncia). La valuta statunitense si rafforza anche a seguito delle considerazioni di Jerome Powell nelle sue recenti testimonianze al congresso Usa.

L’euro perde circa lo 0,65% contro il biglietto verde, con il cambio attorno a 1,088. 

Il petrolio resta schiacciato dai timori sulla domanda in un quadro di possibile rallentamento economico e scende anche oggi. Il Brent perde lo 0,8% e tratta a 73,55 dollari al barile; il Wti arretra dello 0,9%% a 68,9 dollari al barile.

Delude l’attività economica della zona euro

L’attività economica della zona euro appare stagnante a giugno e a soffrire è soprattutto la manifattura. Lo rivelano gli indici Pmi del blocco, che utilizzano la linea 50 come confine tra espansione e contrazione.

L’indice Hcob Composite Purchasing Managers’ Index (Pmi), a cura di S&P Global, considerato un buon indicatore della salute economica generale, è diminuito questo mese a un minimo di cinque a 50,3 rispetto alla lettura di 52,8 di maggio e contro attese di gran lunga superiori. Il Pmi servizi è sceso a 52,4 da 55,1 e quello manifatturiero ha fatto ben peggio con una flessione a 43,6 da 44,8 di maggio. Si tratta del dato più basso da maggior 2020, in piena era Covid.

Tra i paesi che soffrono di più ci sono Germania e Francia. La prima vede un rallentamento dell’attività del settore dei servizi e l’intensificazione della flessione della produzione manifatturiera. Il Pmi servizi è sceso a 54,1 da 57,2 del mese prima; il Pmi manifatturiero si è contratto a 41 al minimo da 37 mesi, contro 43,2 di maggio

L’attività economica francese si è contratta d’altra parte a giugno per la prima volta in cinque mesi, a causa di un’inaspettata flessione del settore dei servizi a 48, da 52,5 del mese scorso. Il Pmi manifatturiero è passato a 45,5 da 45,7.

Indicazioni negative sono arrivate nel pomeriggio anche dagli Usa.

Piazza Affari, utility in rialzo e banche in calo

Il principale listino di Piazza Affari vede schierate su fronti opposti utility, in rialzo e banche, in ribasso.

Salgono infatti Italgas +0,47%, Hera +0,66%%, Enel +0,22%, mentre arretrano Banco Bpm -2,04%, Bper -2,19%, Mps -2,5%, Intesa -1,85%.

Fuori da questi comparti svettano sul listino Ferrari +0,89% e Recordati +0,82%. Tra i maggiori ribassi Saipem -4,44%, Prysmian -2,53%, Stm -2,44%.

Telecom, -0,54%, chiude una seduta molto volatile dopo la decisione di ieri di trattare in esclusiva con il fondo Kkr per la cessione della rete.

È in rosso anche Pirelli -1,08%. Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi di una possibile fusione della Bicocca con Brembo (-0,15%), dopo che quest’ultima aveva annunciato il trasferimento della sede legale in Olanda, con l’obiettivo di facilitare anche potenziali operazioni di acquisizione con scambio di titoli.

Oggi Mediobanca Securities, in una simulazione su questa ipotesi, calcola che il gruppo nascente da un tale matrimonio avrebbe una capitalizzazione di mercato di 8,6 miliardi e un’enterprise value di 11,6 miliardi, trasformandosi in uno dei principali fornitori di componentistica auto con un margine operativo lordo di 2,1 miliardi di euro nel 2023 e un utile netto rettificato di circa 850 milioni. Bombassei sarebbe il primo socio.

Tra i titoli oil, oltre a Saipem, è negativa Eni -0,7%, che stamani ha annunciato una mega acquisizione con Var Energi di Neptune Energy, per un enterprise value di 4,9 mld dollari.

Spread stabile e tassi in discesa

La seduta è stata favorevole invece ai titoli di Stato. Scendono infatti i rendimenti di Btp e Bund, il decennale italiano arretra a +3,91% e quello tedesco a +2,36%, per uno spread stabile a 155 punti base (-0,46%).

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