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Banche nella bufera: dopo le venete, esplode il caso Carige

Dopo il no del fondo Atlante a rifinanziare la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, scoppia il caso Carige, dove il primo azionista Malacalza licenzia l’ad Bastianini provocando lo slittamento dell’aumento di capitale e il conseguente rischio di commissariamento dell’istituto genovese – Generali cede il 3% di Intesa – Oggi le Considerazioni finali di Visco in Banca d’Italia

C’è grande confusione sotto il cielo dei mercati. Il che, come sosteneva il presidente Mao, può essere una buona notizia. Il Financial Times lancia stamane uno scoop che lascia ben sperare: la Ue ha in progetto di “impacchettare” grossi volumi di debito sovrano dei vari Stati per alimentare un’offerta di “sovereign bond backed securities”, ovvero cocktail di debito di vari Paesi da collocare sul mercato. Solo un progetto? Speriamo qualcosa di più. Ma comunque un indizio che la Ue non si limita a far la faccia feroce di fronte a Trump ma è a caccia di soluzioni.

Intanto, alla vigilia delle “riflessioni” del governatore di Banca d’Italia, il ministro Pier Carlo Padoan è alla ricerca di un miliardo per le ex Popolari venete. Un bel guaio per un Pese che si avvia al volto anticipato in condizioni critiche. Ma non tutti gli analisti pensano che il voto anticipato sia per forza un male. Secondo Citi le elezioni potrebbero essere l’unico modo per sbloccare l’agenda delle riforme, dopo lo stop impresso dalla bocciatura del referendum costituzionale del 4 dicembre. “Il quantitative easing è ancora attivo, potenzialmente capace di ammorbidire la volatilità del mercato in prossimità del voto”, si legge in un report.

MIGLIORA L‘ECONOMIA CINESE. STABILI GLI INDICI PMI

Si è conclusa la mini-vacanza di inizio settimana e hanno riaperto i battenti stamane anche le Borse cinesi. Buone notizie in arrivo per l’economia di Pechino dai dati Pmi, stabili a 51,2 punti (sopra i 50 punti si è in espansione). La produzione industriale si conferma sui livelli elevati di aprile, smentendo le previsioni che davano per probabile una frenata. In buona salute in particolare il settore acciaio, ai massimi da un anno. Chiudono così maggio in terreno positivo le Borse asiatiche. Fa eccezione Tokyo (-0,1%) frenata dalla forza dello yen.

PETROLIO E FINANZA FRENANO WALL STREET

Wall Street, alla riapertura dopo il lungo week-end, ha accolto Donald Trump al rientro dall’Europa con il primo ribasso dopo sette rialzi consecutivi, la più lunga serie di rialzi da febbraio a oggi: l’indice S&P500 perde lo 0,12%, Dow Jones -0,24%, Nasdaq -0,11%.

Il presidente ha dedicato il suo tweet quotidiano alla polemica contro Angela Merkel: “Abbiamo un deficit commerciale enorme con la Germania – scrive – che inoltre paga molto meno di quanto dovrebbe alla Nato in spese militari. Terribile per gli Stati Uniti. Questo cambierà”.

Contrastati i dati in arrivo dall’economia: i consumatori americani ad aprile hanno speso al passo più veloce da fine 2016 (+0,4% mensile) e i loro salari sono cresciuti come da attese (+0,4%), ma l’inflazione ha dato segni di indebolimento.

AMAZON TOCCA I MILLE DOLLARI, GOLDMAN SOTTO DEL 2%

Il titolo superstar è stato ancora una volta Amazon, che nel corso della seduta ha varcato la soglia dei 1.000 dollari, per poi chiudere a 996,70, un soffio sopra Alphabet (996,17 dollari). In rialzo anche Apple e Microsoft, entrambe +0,6%.

Affiorano le prime incertezze sui tassi: dopo il rialzo a giugno, crescono i dubbi sugli altri aumenti. In frenata le banche, che dal rincaro del denaro hanno tutto da guadagnare: Goldman Sachs -1,96%, JP Morgan -1,7% e Morgan Stanley -1,4%.

Scende anche il petrolio, con il Brent scambiato a 51,6 dollari al barile (-1,1%) e l’americano Wti sotto i 50. Arretrano i titoli legati al greggio (indice di settore -1,3%). Exxon -0,6%. Giù in particolare le società di Oil Services come Halliburton (-1,4%) e Schlumberger (-1,93%). A piazza Affari Eni ha terminato in rialzo dello 0,2%. Cade Saipem (-1,9%), Tenaris -0,3%.

TIMIDO RIALZO A MILANO. FRENA L’INFLAZIONE TEDESCA

Apertura prevista in lieve rialzo per i mercati europei. Sul fronte macro da segnalare i dati sulla disoccupazione in Italia e in Germania e l’inflazione in Francia.

Dopo il netto ribasso di lunedì, la Borsa italiana ha registrato un timido recupero. L’indice Ftse Mib ha chiuso a 20,814 punti. Deboli gli altri listini europei: Parigi -0,5%, Londra -0,28%, Francoforte -0,24% e Madrid -0,07%.

In calo la sterlina a 1,2815 sul dollaro (-0,5%): i sondaggi in vista delle elezioni segnalano il recupero dei laburisti su Theresa May, comunque in testa.

Frena l’aumento dei prezzi in Germania (dal 2 all’1,5% a maggio) a fronte della minor pressione dell’energia. Il dato porta acqua al mulino di Mario Draghi in vista della riunione della Bce dell’8 giugno. È però probabile, sostiene Reuetrs, che in quell’occasione la Banca centrale modifichi il tono delle comunicazioni al mercato rinunciando alla frase “i tassi resteranno bassi finché lo richiederà la situazione”.

BTP SOTTO PRESSIONE. GIÀ RACCOLTO IL 49% DEL FUNDING 2017

Seduta d’assestamento per il mercato obbligazionario italiano dopo la brusca correzione di lunedì. In serata il tasso del decennale italiano si è attestato a 2,174% da 2,178% della chiusura precedente. In mattinata era salito fino a 2,21% mentre venerdì sera, prima che emergesse la possibilità di un’accelerazione verso le urne, si attestava a 2,1%.

Lo spread con l’analoga scadenza del Bund, dopo un picco in mattinata a 192 punti base, massimo dall’inizio di maggio, ha terminato la seduta a 189 punti base, sui livelli della vigilia. Venerdì sera viaggiava a 177 punti base.

A mettere pressione in mattinata, l’emissione di 7,5 miliardi di nuova carta tramite le aste di fine mese del Tesoro. Per quanto riguarda i due Btp nominali, i rendimenti d’asta hanno segnato i minimi da dicembre.

Con le aste odierne, il Tesoro ha completato il 49% del funding atteso per quest’anno, secondo calcoli Reuters.

BANCHE NELLA BUFERA: ATLANTE DICE NO ALLE EX POPOLARI VENETE

Sempre più drammatica la situazione delle banche venete. “Non si riscontrano allo stato le condizioni per qualsiasi ulteriore investimento nelle vostre banche (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) da parte dei fondi da noi gestiti”. Questa la conclusione di una missiva inviata dal presidente di Quaestio, Alessandro Penati, ai vertici dei due istituti veneti sull’impegno a sottoscrivere un ulteriore aumento di capitale. Tra le varie incertezze che spingono Penati a questa decisione, viene specificato, “l’ulteriore aumento che Bce potrebbe richiedere per approvare la fusione” e il “nuovo cospicuo aumento dello srep che sarebbe richiesto”.

Al contrario, sembra in dirittura d’arrivo la soluzione per Monte Paschi. “Sono molto ottimista – ha dichiarato il presidente Alessandro Falciai – Per il via libera all’accordo con Bruxelles ormai è questione di giorni”. Il Cda di Mps ha dato l’esclusiva ad Atlante e ad altri investitori (Fortress e forse Fonspa) per la definizione della cartolarizzazione di 26 miliardi di sofferenze della Banca. La ricapitalizzazione sarà di 8,8 miliardi e lo Stato ne verserà oltre sei.

CARIGE: MALACALZA LICENZIA L’AD. SLITTA L’AUMENTO

Si aggrava, infine, la crisi di Banca Carige (-0,36%). Ieri sera il primo azionista e vicepresidente di Carige, Vittorio Malacalza, ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti dell’ad Guido Bastianini, da lui chiamato solo un anno fa a risollevare le sorti della Banca genovese. Il Cda si riunirà il 9 giugno. Il contrasto ai vertici è legato alle condizioni di conversione del bond subordinato che fa capo in parte a Generali e soprattutto alla creazione della “società veicolo” per la cessione della seconda tranche di crediti “non-performing” di 2,4 miliardi, che secondo Malacalza avrebbe costi troppo elevati. Slittano così i tempi dell’aumento di capitale fino a 450 milioni di euro e cresce il rischio commissariamento.

GENERALI HA CEDUTO IL 3% DI INTESA

A movimentare la giornata hanno contribuito anche alcune notizie in arrivo dalle società. A Borsa chiusa Generali (-1,2%) ha annunciato di aver ceduto fuori mercato il pacchetto del 3,04 % di Intesa (-0,6%) acquistato a suo tempo in funzione anti-scalata. L’operazione non ha comportato né perdite né guadagni per il gruppo triestino. Al prezzo di chiusura di ieri, i titoli detenuti da Generali avevano un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro. Barclays ha confermato sul titolo della compagnia la raccomandazione underweight e il prezzo obiettivo di 13 euro.

Nonostante la crisi di una parte del sistema, se l’indice italiano ha chiuso meglio delle altre Borse, è stato grazie al recupero delle banche, che nel pomeriggio sono risalite dai minimi della giornata. Deutsche Bank ha ridotto la raccomandazione sulle banche europee da benchmark a underweight. In chiusura stabile Unicredit (-0,1%), Banco Bpm -2,3%.

TELECOM: SÌ CONDIZIONATO UE A VIVENDI. TONFO DI MEDIASET

Netto ribasso di Mediaset (-2,8%) dopo il via libera della Commissione Ue al controllo di fatto di Vivendi in Telecom Italia (-1,9%), condizionato però alla vendita delle frequenze televisive del gruppo di tlc italiano. La pronuncia non rimette in discussione la posizione di Vivendi in Mediaset, bloccata dal provvedimento Agcom di aprile.

VOLA ITALGAS. OGGI IL D DAY DEL PIANO

Italgas guadagna il 5,3% alla vigilia della presentazione del piano industriale 2017-2023. Per quanto riguarda gli investimenti, dovrebbe essere confermato il target di circa 350-400 milioni l’anno per la parte ricorrente (2,65 miliardi cumulati) e di 1,3 miliardi netti per quanto riguarda la componente di crescita esterna, seppur spalmati su un maggior numero di anni, ai quali potrà aggiungersi l’eventuale acquisizione degli asset di Gas Natural (500-600 milioni di euro fuori dal piano).

Novità in vista anche per la politica dei dividendi, previsti in crescita. Il 22 maggio scorso ha staccato un dividendo di 0,20 euro per azione (yield 4,4%).

SGOMMA FERRARI, COLPO AMERICANO PER PRYSMIAN

Brillanti performance per Moncler e Ferrari, entrambe +2,5%. Avanza anche Prysmian (+0,61%) dopo l’accordo di cooperazione tecnologica siglato con Nanocomp Techonologies, società statunitense leader mondiale in prodotti e materiali realizzati con nanotubi in carbonio.

Buoni rialzi anche per altri titoli dell’industria: Leonardo +2,2%, Stm +2,1% e Buzzi +1,9%.

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