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Atac al bivio: sciopero 27 luglio, conti in rosso e precettazione

Il Garante ha chiesto al Prefetto di Roma la precettazione di autisti e macchinisti Atac in vista dello sciopero di lunedì prossimo – La situazione del trasporto pubblico locale a Roma è al collasso anche a causa dello sciopero bianco in atto da tre settimane sulle linee della metropolitana. Azienda al fallimento: servono 200 milioni dal Comune

Atac al bivio: sciopero 27 luglio, conti in rosso e precettazione

Il clima a Roma è sempre più incandescente. Non sono solo l’afa e le inchieste giudiziarie a fare boccheggiare i cittadini romani. Tra i tanti grattacapi, sta esplodendo il problema del trasporto pubblico di Roma, perenne spina nel fianco per l’amministrazione capitolina che non sa più quale buco tappare tra i conti dell’Atac in profondo rosso, i mezzi di trasporto fatiscenti e spesso rotti, il perenne problema della lotta agli utenti senza biglietto e i continui scioperi.

Ed è proprio il doppio sciopero del prossimo 27 luglio che fa prevedere una giornata da bollino nero. Tanto che la Commissione di garanzia ha chiesto ufficialmente al prefetto la precettazione di autisti e macchinisti Atac.

Nel dettaglio, lo sciopero di lunedì riguarda sia il trasporto pubblico gestito da Atac che quello gestito da Roma Tpl. I dipendenti Atac incrocieranno le braccia 24 ore con l’eccezione delle due fasce di garanzia (da inizio servizio alla 8,30 e dalle 17 alle 20). L’agitazione dei dipendenti di Roma Tpl aderenti ai sindacati Confederali, Ugl e Faisa Cisal durerà quattro ore, dalle 8,30 alle 12,30.

Ma il garante per gli scioperi ha chiesto al prefetto della Capitale di precettare autisti e macchinisti Atac, sottolineando che “le agitazioni  “sopraggiungerebbero a seguito di un periodo caratterizzato da ritardi, riduzioni di corse e disservizi verificatisi a partire dalla giornata del 1° luglio 2015”. Per il Garante “le astensioni programmate per la giornata del 27 luglio 2015 determinerebbero, pertanto, la reale possibilità di un ulteriore pregiudizio grave ed imminente alla ?tutela della libertà di circolazione? degli utenti del Trasporto Pubblico Locale del Comune di Roma Capitale, già fortemente provati dal cattivo funzionamento del servizio e dalle disfunzioni sopra richiamate”. Un colpo a sorpresa, quello del garante che si schiera dalla parte degli utenti Atac che sembrano pagare il biglietto più per i disservizi che per il trasporto pubblico in città.

Su questa situazione di grave disfunzione del servizio, si carica poi il “profondo rosso” dei conti aziendali: proprio ieri il cda ha preso atto di dover intaccare il capitale minimo entrando nella fattispecie dell’articolo 2447 del Codice Civile ( quando le perdite superano un terzo del capitale e questo si riduce al di sotto del limite legale). Dopodomani verrà approvata la situazione patrimoniale di Atac al 30 giugno e gli amministratori si troveranno di fronte alla necessità di convocare l’assemblea per la ricapitalizzazione. Tale operazione è interamente a carico del socio unico, ovvero il Comune di Rom. Per non passare dall’articolo 2447 all’articolo 2484 del Codice Civile, quello che indica il drammatico scioglimento della società, servono dal Comune almeno 200 milioni di euro per ricapitalizzare la società e salvarla per il rotto della cuffia.

La città, da sempre, ha un’insufficienza in pagella alla voce trasporto pubblico locale. Gli abitanti di Roma sono quasi 3 milioni ma a questi bisogna aggiungere i tantissimi pendolari e i lavoratori non residenti che popolano le tantissime case in affitto dislocate in tutto il territorio romano. Una buona parte di questi sceglie il trasporto pubblico locale per spostarsi in città. Sembra una sorta di autoflagellazione ma con un traffico spesso in tilt, soprattutto sulle vie consolari, in molti preferiscono i mezzi pubblici anziché far fuori una buona fetta del proprio stipendio fra carburante e manutenzione dell’auto.

Sono pochi i mezzi pubblici con uno standard dignitoso sia in termini di regolarità del numero delle corse che di qualità del viaggio verso la destinazione. Uno dei pochi mezzi di questa tipologia che ci vengono in mente è il tram 8 che collega Piazza Venezia a Circonvallazione Gianicolense passando per Viale Trastevere ma anche il buon 8 è peggiorato non poco negli ultimi anni.

Per quanto riguarda, invece, il peggio di Atac…c’è, usando un gioco di parole, un’imbarazzante scelta. Preferite i convogli vecchi di almeno 20 anni della metro B in direzione Rebibbia, o la Roma-Viterbo? E che dire del treno Roma-Lido che collega Ostia a Roma Piramide passando per Acilia e altre località nella zona della via del Mare? Vi sconsigliamo vivamente, anche di fare un giro in questi giorni sulla Metro A nelle ore di punta (dalle 7,30 alle 9,45 in direzione Battistini e dalle 18 alle 20 verso Anagnina). Proprio ieri l’ultimo episodio da altri mondi con l’assalto degli utenti esasperati di Termini al macchinista del convoglio appena entrato in stazione e carico di gente come galline nelle gabbiette. In queste settimane, gli autisti dell’Atac, in particolare quelli della metropolitana, sono sotto accusa perché starebbero mettendo in atto uno sciopero bianco che ha messo in ginocchio il trasporto della capitale. Atac ha aperto un procedimento disciplinare per 50 conducenti della metro sui 300 in organico con l’accusa di interruzione di pubblico servizio.

Ma perché in atto lo sciopero bianco degli autisti Atac?

Dal primo luglio i macchinisti delle metro capitoline sembra siano diventati improvvisamente inflessibili segnalando piccole anomalie sui convogli e in alcuni casi, come si legge sul Messaggero, ravvisando problemi su treni che fino a poche ore prima erano perfettamente funzionanti. Questo escamotage viene messo in atto prima di iniziare la corsa, quando si effettuano alcune manovre di prova per testare il corretto funzionamento dei treni. In caso di treno guasto, il convoglio passa dai binari della metropolitana alla riparazione in officina. Dal primo luglio il numero dei treni guasti sulle due linee è aumentato in maniera anomala e questo ha fortemente penalizzato gli utenti della metropolitana di Roma che hanno a disposizione meno corse per muoversi in città. Il rigore dei macchinisti nell’osservare il regolamento sull’idoneità dei convogli per il servizio pubblico è partito di pari passo con il nuovo contratto, scattato il primo luglio, e che prevede l’obbligo di timbrare il cartellino con il badge elettronico. Una casualità?

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