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Acqua, Tar Lazio annulla sanzioni Antitrust ad Acea Ato2 e Gori per pratiche scorrette

Annullate le due sanzioni inflitte dall’Antitrust ad Acea Ato2 e Gori nel 2015, rispettivamente di 1,5 milioni e 500 mila euro, per pratiche commerciali scorrette nell’ambito del servizio idrico

Acqua, Tar Lazio annulla sanzioni Antitrust ad Acea Ato2 e Gori per pratiche scorrette

“Entrambe le condotte contestate appaiono in parte conformi alla diligenza professionale pretesa dall’Arera ed in altra parte non in grado di incidere significativamente sulle scelte dei consumatori: ne discende che nessuna delle due pratiche commerciali può essere considerata aggressiva”. È la motivazione con cui il Tar del Lazio ha annullato le sanzioni per un totale di 2 milioni di euro inflitte nel 2015 dall’Antitrust ad Acea Ato 2 (1,5 milioni) e Gori-Gestione ottimale risorse idriche (500 mila euro) per pratiche commerciali scorrette nell’ambito del servizio idrico.

Nel dettaglio, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, in seguito ad alcune segnalazioni da parte di associazioni di consumatori, accertò due specifiche pratiche commerciali scorrette, ritenendo che le società in questione avessero indotto gli utenti a pagare somme non dovute rispetto all’acqua effettivamente consumata, minacciando di interrompere l’erogazione in caso di mancato saldo delle pendenze, e avessero ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali di cui sono titolari gli utenti, sempre paventando il distacco della fornitura.

Secondo quanto si apprende dall’Ansa, per il Tar l’esame di tutti i termini della vicenda “consente di affermare l’insussistenza della contestata pratica commerciale aggressiva, essendo corrette le procedure di fatturazione, ragionevoli le modalità della riscossione e legittima la minaccia del distacco”. E per il resto “non risulta in alcun modo compressa la libertà di scelta del consumatore”. Riassumendo, a detta dei giudici amministrativi “ambedue le condotte contestate appaiono in parte conformi alla diligenza professionale pretesa dall’Arera ed in altra parte non in grado di incidere significativamente sulle scelte dei consumatori: ne discende che nessuna delle due pratiche commerciali può essere considerata aggressiva”.

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