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A Piazza Affari prende il volo Mediobanca. Borse europee piatte: guardano alla Bce

In una giornata altrimenti incerta e dal volume degli scambi ridotto, è il titolo di Mediobanca a correre (+5,3% alla chiusura), sulla scia delle voci che danno come sicura la volontà di Della Valle ad accrescere la sua partecipazione – Per Fitch gli investitori europei si aspettano un nuovo round del maxiprestito Ltro della Bce agli istituti di credito

A Piazza Affari prende il volo Mediobanca. Borse europee piatte: guardano alla Bce

Mediobanca scatta a Piazza Affari sull’ipotesi di nuovi equilibri +5,30%, miglior titolo del Ftse Mib. Il pasticcio Ligresti e le indagini aperte dalla magistratura sull’ad Alberto Nagel lasciano spazio a scommesse su uno scossone firmato Tod’s. Il patron del gruppo di calzature di lusso Diego della Valle ha in mano l’1% del capitale dell’istituto ma anche un’opzione per salire al 3%. Da qualche tempo Della Valle vorrebbe scardinare il patto di sindacato che controlla il 41% della banca e che scadrà nel 2013, da cui è uscito sbattendo la porta.

Piazza Affari chiude piatta in territorio negativo -0,08% dopo una giornata volatile per larga parte in rosso. Borse europee contrastate e poco mosse: Francoforte -0,02%, Parigi +0,54%, Londra +0,10%.

Tutti i listini europei soffrono dopo la pubblicazione del bollettino Bce della mattina che ha tagliato il pil dell’Eurozona a -0,3% da -0,2%, rilevato che la disoccupazione continua con ulteriori perdite di posti a ritmo sostenuto e che sono attesi tassi di insolvenza molto alti per le imprese italiane. Chiude contrastato e poco mosso il comparto bancario: Banco Popolare +2,56%, Bper +1,76%, Mps +0,39%, Unicredit poco sopra la parità +0,07% mentre Intesa chiude in calo dello 0,36%, Ubi -0,50%, Bpm -0,30%.

Per Fitch gli investitori europei, di fronte al peggioramento delle prospettive per le banche, si aspettano un nuovo round del maxi-prestito Ltro agli istituti di credito dopo gli oltre 1.000 miliardi d’inizio anno: l’82% degli investitori sentiti ritiene che l’assistenza della Bce sarà necessaria entro due anni, il 41% ritiene che ciò avverrà fra il 2013 e il 2014, il 33% entro fine anno.

Iniziava oggi cinque anni fa la grande crisi come ha ricordato in un intervento su Firstonline di Giovanni Ferri. Un anno fa lo scoppio della crisi del debito dei paesi periferici europei che dopo la Grecia ha travolto lo spread italiano. Oggi sembra ancora difficile vedere la fine di questo cortocircuito debito/banche/imprese e l’economia reale continua a farne le spese: imprese e lavoratori. Mentre Mediobanca sottolinea che sta venendo meno la convenienza a fare impresa in Italia, la Cgia di Mestre lancia un nuovo allarme (ma l’urlo è unico e assordante ormai da mesi) sulle insolvenze bancarie in capo alle imprese italiane che hanno sfiorato a maggio scorso gli 84 miliardi di euro, +13,8% rispetto a un anno fa. Nel frattempo le banche hanno ridotto i prestiti complessivamente per 9,2 miliardi nonostante le due operazioni di rifinanziamento a lungo termine della Bce.

E gli investitori esteri fanno le proprie puntate. Goldman Sachs ha rimesso i remi in barca: il colosso Usa ha ridotto la propria posizione sul debito italiano del 92% nel secondo trimestre, dopo averla aumentata nei primi tre mesi. L’esposizione di mercato ai bond del governo italiano è scesa a 191 milioni di dollari alla fine di giugno dai 2,51 miliardi di dollari della fine dei marzo, mentre aumenta la posizione sui derivati per assicurarsi da eventuali rischi di default per l’Italia.

Giornata nel complesso tranquilla per lo spread che chiude in discesa attorno a quota 442 punti dopo aver aperto a 445, e rendimento al 5,86%. L’euro dollaro scivola a 1,2276. Leggermente sotto la parità anche gli indici a Wall Street alla chiusura dei mercati europei nonostante il calo delle richieste dei sussidi di disoccupazione sopra le attese e il buon dato sul calo del deficit commerciale degli Usa a giugno, il migliore dal dicembre 2010.

A Piazza Affari soffrono le utilities dopo l’ondata di acquisti dei giorni scorsi: Terna -1,07%, A2A -0,97%, Snam -0,92%. Giù anche Eni -0,89%. Telecom cede lo 0,95%. Oggi il gruppo ha venduto il 100% della controllata Matrix (che possiede il portale Virgilio) a Libero, controllata da Weather Investment II per un enterprise value di 88 mln euro.

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