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Anticoli Corrado dedica una mostra a Emanuele Cavalli protagonista della scuola Romana

Anticoli Corrado, il bellissimo borgo arroccato sulle pendici dei monti Simbruini, celebre per la bellezza delle sue modelle, luogo tradizionalmente frequentato in passato da grandi artisti come Pablo Picasso, Fausto Pirandello, Felice Carena, Arturo Martini, Giuseppe Capogrossi, Oskar Kokoschka, Efisio Oppo, dedica una interessante mostra a Emanuele Cavalli, (Lucera 1904 – Firenze 1981), animatore con Capogrossi e Corrado Cagli della “Scuola Romana”.

Anticoli Corrado dedica una mostra a Emanuele Cavalli protagonista della scuola Romana

Il grande pittore che nel ’33 con Capogrossi e Roberto Melli lanciò una sfida all’arte ufficiale legata al fascismo con il “Manifesto del Primordialismo plastico” presentato a Parigi attorno al quale si riunirono altri artisti accomunati da una pittura fondata sul puro valore espressivo ed evocativo del colore.

La mostra, ospitata dal Museo di Anticoli Corrado, che racchiude testimonianze di tutti gli artisti che fra la fine dell’800 e gli inizi nel 900 si ritrovarono in questo luogo elettivo, si intitola “Emanuele Cavalli. tono e forma – realtà e magia” e si articola su una selezione di importanti capolavori provenienti da collezioni private, quindi rappresenta una occasione unica per ammirare alcune opere del grande artista solitamente non presenti in esposizioni tradizionali.

La mostra – a cura di Manuel Carrera, storico dell’arte e Direttore del Museo – indaga, gli aspetti nodali della produzione di Emanuele Cavalli a partire dai primi anni Trenta del Novecento. Cavalli tra i più convinti promotori della rinnovata concezione della pittura basata sugli accordi cromatici maturò il proprio linguaggio pittorico frequentando assiduamente il borgo di Anticoli Corrado, lavorando in una sorta di comunione artistica con pittori di primo piano come Capogrossi, Felice Carena, di cui fu allievo, e Fausto Pirandello.

E fu Pirandello a spingerlo a trasferirsi in Francia dove venne introdotto dall’amico Onofrio Martinelli nell’ambiente degli Italiens de Paris (De Pisis, De Chirico, Savinio e altri). E dove espose al Salon Bovy di Parigi insieme a Fausto Pirandello e Di Cocco.

Davanti allo specchio (1939) – Emanuele Cavalli

«Come per la composizione, così per il colore, bisognerebbe giungere ad una assolutezza di colorito», scriveva Cavalli già nel 1938; «in una perfetta composizione nessuna linea, nessuno spazio potrà avere mutamenti o spostamenti; un colore rosso, per esempio, non potrà essere sostituito da nessun altro tono neppure di qualità, come un altro tipo di rosso. L’impostazione tonale, la composizione di colore è tale che a due toni ne succede un terzo che danno la tonalità. A somiglianza dei suoni».

“Il sentimento che proviamo di fronte ad un dipinto di Cavalli – scriveva il critico d’arte Romeo Lucchese presentando un mostra sulla scuola romana a La Barcaccia nel 1964 – è quello stesso che ha provato il pittore nel dipingerlo; cioè quella pura emozione di fronte al paesaggio o alla natura morta che (come accade a colui che suona una pagina di grande musica) ci immerge in quello stato d’animo d’alta corrispondenza con le cose e il creato (levitazione metafisica) dove sensi e spirito sono una sola cosa.

Il rapporto d’armonia ispiratrice fra la musica e la pittura è stato sempre coltivato da Cavalli. Ricordo come dipingeva raccolto e fisso sulle sue tele nel 1934, mentre nello studio si succedevano le Toccate e Fughe di Bach. E questo procedimento di pari passo fra pittura e musica egli continua ad esercitare tuttora. Qualcosa dei sublimi accordi musicali rimane nell’aria dei suoi dipinti. Anche per questo il gruppo di bottiglie, bicchieri, caraffe ed altri oggetti sopra un tavolo può muovere in lui un’emozione singolare ridestante immagini e luoghi mitici colmi di meraviglie e di luminosità interiori, come le hanno i cristalli. E i suoi cristalli derivano dai colori puri che egli impasta con grande maestria. Gli oggetti che l’uomo comune guarda con sguardo pratico per azioni quotidiane diventano per Cavalli oggetti metafisici sconfinanti nell’astrazione e nelle apparizioni, possedendo ogni oggetto e luogo il proprio dèmone, la propria presenza misteriosa.

Ritratto di Maria Letizia (1949) – Emanuele Cavalli

Il portento che riesce ad operare Cavalli sta nel rivelare e nel far capire la poesia degli oggetti di uso più comune o degli aspetti meno scenografici di un paesaggio. Questo poeta idillico ed elegiaco della pittura si riflette con efficacia straordinaria presso gli spiriti sensibili rivelando loro realtà magiche attraverso la pittura pura, attraverso i puri valori plastici. Si tratta di lievi, impercettibili, musicalmente perfetti, rapporti di forme, pieni e vuoti, spazi e masse che facendosi immagini ci riempiono di stupore. I suoi dipinti respirano attraverso una materia pittorica essenziale racchiusa in forme di stile elevato e che sono esclusivamente di Cavalli, rimanendo però universalmente e duraturamente comprensibili e partecipabili”.

Manuel Carrera nel volume a corredo della mostra di Anticoli Corrado pubblicato da De Luca Editori d’Arte affronta l’articolata e complessa personalità di Cavalli che fu anche un illustre fotografo e appassionato di esoterismo.  “Le ricerche condotte dal pittore lucerino – scrive Carrera – sui rapporti tra i toni della pittura e quelli della musica – memori delle sperimentazioni compiute a cavallo tra Ottocento e Novecento da alcuni dei più importanti artisti attivi in Europa, da James Whistler a Vasilij Kandinskij – si concretizzano non solo nei più noti ritratti, composizioni a più figure e paesaggi, ma anche in numerose nature morte.

Preponderante in mostra è il tema della figura, centrale nell’immaginario dell’artista: ritratti, ma anche grandi composizioni e nudi, come Il bagno del 1937, e Figure allo specchio del 1939, uno dei più noti capolavori del pittore pugliese. Dal tonalismo dei Melograni del 1937 all’assolutezza geometrica delle Sfere dell’ultimo periodo, l’esposizione propone quindi un focus sulle nature morte, “in una rassegna – scrive il curatore – che evidenzia l’evoluzione del suo complesso linguaggio artistico: un percorso lento, coerente e profondamente meditato, fortemente influenzato dalle discipline esoteriche ed ermetiche, che l’artista studiava con passione come molti dei suoi colleghi negli stessi anni, e successivamente dalla filosofia Zen.”.

La mostra offre conseguentemente uno sguardo di ampio respiro su un artista colto complesso e profondamente innamorato della pittura che ha dato un apporto fondamentale allo sviluppo dell’arte moderna dell’Italia nel Novecento Eppure nonostante i numerosi riconoscimenti ottenuti in un periodo così drammatico come fu quello tra le due guerre mondiali Cavalli è stato talvolta trascurato da una letteratura storico-artistica distratta. Mancanze che si sono verificate persino in alcune rassegne dedicate alla scuola romana espressione che tra l’altro nacque proprio nell’ambito di un’esposizione che Cavalli tenne a Parigi nel 1933 con Giuseppe Capogrossi Corrado Cagli e Ezio Sclavi. Con la scelta del sottotitolo Carrera ha inteso quindi sottolineare il ruolo di Cavalli in quel preciso contesto che fu di assoluto protagonista e rendergli così giustizia.

EMANUELE CAVALLI TONO E FORMA, REALTÀ E MAGIA a cura di Manuel Carrera. Civico museo d’arte moderna e contemporanea. Piazza Santa Vittoria, Anticoli Corrado I

Orari: dal martedì al venerdì : ore 10-16  / sabato e domenica ore 10-18 / lunedì chiuso 

www.museoanticolicorrado.it

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