Condividi

Fondi sovrani, Padoan “Italia aperta agli investimenti”. Cresce l’interesse dei fondi sovrani

Il Ministro dell’Economia ha accolto i principali fondi sovrani mondiali riuniti a Milano all’Ifwsf – Dalla due giorni di lavoro è emersa una fiducia crescente da parte degli investitori esteri – Tamagnini (Fsi): “Le riforme implementate hanno portato sicuramente quel tipo di precondizione che questi investitori ricercano” – Oggi il Forum si sposta all’Expo

Fondi sovrani, Padoan “Italia aperta agli investimenti”. Cresce l’interesse dei fondi sovrani

L’International Forum of Sovereign wealth fund (Ifswf) si sposta oggi dalle sale dell’hotel Principe di Savoia ai padiglioni dell’Expo: in agenda per la prima volta una sessione di networking tra le aziende e i fondi sovrani. Il momento è più che mai propizio. L’Italia, ha detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ieri durante la seconda giornata di lavori, è aperta agli investimenti. E da parte dei fondi sovrani, è emerso durante la due giorni di lavori, c’è molta fiducia e voglia di investire.

“L’Italia è il quinto Paese manifatturiero al mondo e il secondo in Europa – ha detto Padoan presentando i risultati raggiunti – Siamo aperti agli investimenti e siamo impegnati ad aiutare in particolare gli investimenti a lungo termine. Stiamo facendo riforme che daranno benefici alle aziende, ci sono nuove prospettive di crescita, stiamo modernizzando la struttura finanziaria delle società”.

Padoan ha anche avuto diversi mini incontri one-to-one con i massimi rappresentanti dei fondi sovrani di Libia, Cina, Singapore, Kuwaut e Australia, in cui ha illustrato il piano di riforme del Governo italiano e il programma di privatizzazioni in corso. In pole position c’è sicuramente Poste Italiane, ormai prossima all’Ipo, su cui secondo indiscrezioni starebbero puntando i capitali cinesi. “Non commento su specifici progetti di investimento”, ha detto Li Keping, a capo degli investimenti di Cic, colosso dei fondi sovrani con 652 miliardi di dollari. “Cerchiamo ulteriori opportunità di investimento in Italia”, ha detto comunque Li Keping.

Il settimo annual meeting dei fondi sovrani si svolge per la prima volta in Italia sotto la regia della Cdp, che controlla il Fondo strategico italiano. A Milano sono arrivati i vertici di 32 fondi sovrani in 29 Paesi, che gestiscono masse per oltre 4mila miliardi di dollari. C’è “molta” fiducia in Italia e voglia di investire da parte dei fondi sovrani nel nostro Paese che “tantissimo” ha da offrire in termini di opportunità di investimento, ha detto al termine dei lavori Maurizio Tamagnini, amministratore delegato del Fondo strategico italiano.

“Le riforme implementate hanno portato sicuramente quel tipo di precondizione che questi investitori ricercano – ha detto – sono degli osservatori estremamente attenti perché guardano i mercati prima di tutto dal punto di vista di stabilità in termini di riforme e di concretezza nel’implementarle. Grazie ai progressi fatti si sono sempre più resi conto delle opportunità che le nostre aziende possono offrire come possibili investimenti, aziende che hanno già tutte le caratteristiche all’interno in termini di marchi, ricerca e prodotti molo belli che possono essere venduti in giro per il mondo in molti settori merceologici, ancora di più e ancora meglio di quanto già le nostre aziende fanno”.

I capitali sovrani stanno già da tempo comunque sbarcando in Italia. Nel solo 2014 gli investimenti sono stati pari a 2,21 miliardi di dollari, in crescita del 47% sul 2013 e i fondi sovrani controllano (dati dello scorso agosto) circa 19 miliardi di capitalizzazione di Piazza Affari.

D’altra parte le Pmi hanno bisogno di crescere e i fondi sovrani possono essere l’alleato ideale. “I fondi sovrani possono potenzialmente aiutarle a crescere”, ha detto il presidente di Cdp Claudio Costamagna nel discorso di apertura di ieri sottolineando che è necessario offrire supporto alle nostre imprese, le aziende di medie dimensioni sono la spina dorsale dell’economia italiana.

I fondi sovrani sono veicoli pazienti, di lungo periodo e non richiedono una particolare governance di controllo. “Per questo motivo – ha sottolineato  successivamente a fine dei lavori l’amministratore delegato di Fsi – sono degli ottimi accompagnatori della crescita. Questi signori, che hanno la fortuna e il privilegio di avere una cumulazione di denari che provengono da materie prime, petrolio e altro, possono fornirci quel tipo di carburante necessario per far crescere le nostre aziende, farle diventare più solide e più stabili e avere un impatto positivo auspicabilmente per il nostro paese e per la nostra popolazione”.

Commenta