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Welfare aziendale: boom anche nelle piccole e microimprese

Secondo il Rapporto “Welfare Index Pmi 2019” promosso da Generali Italia, in tre anni sono raddoppiate le aziende del nostro Paese che, pur avendo pochi o pochissimi addetti, forniscono ai loro dipendenti una serie di servizi, dalla sanità integrativa alla conciliazione vita-lavoro

Welfare aziendale: boom anche nelle piccole e microimprese

Negli ultimi anni il welfare aziendale ha fatto breccia nelle piccole e microimprese italiane. Tra le prime (10-50 addetti) quelle attive in almeno sei aree di servizi sono più che raddoppiate in tre anni, passando dall’11% del 2016 al 24,8% di oggi. Fra le aziende con meno di 10 addetti, invece, la quota è cresciuta dal 6,8% del 2017 all’attuale 12,2%. L’incremento – dovuto in buona parte agli incentivi fiscali introdotti con le ultime manovre di bilancio – rimane comunque più significativo fra le medie imprese (51-250 addetti), passate dal 20,8% del 2016 al 45,3% di oggi. I dati sono contenuti nell’edizione 2019 del Rapporto Welfare Index Pmi, promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni. L’analisi, presentata oggi a Roma, è basata su una serie di interviste a 4.561 Pmi italiane, tutte sotto i mille dipendenti.

In generale, dallo studio emerge che le imprese considerate “molto attive” nel welfare aziendale (cioè con iniziative in almeno 6 aree d’intervento su 12) sono quasi triplicate in tre anni, passando dal 7,2% del 2016 al 19,6% del 2019. Il vero salto è avvenuto nell’ultimo anno, con una crescita delle imprese molto attive dal 14,4 al 19,6% (+36%).

Per quanto riguarda i settori d’intervento, poco meno della metà delle Pmi italiane (45,7%) è attiva nell’ambito della salute e dell’assistenza. “Il settore della sanità complementare comprende le diverse forme di sostegno alle spese sanitarie delle famiglie – si legge nel rapporto – ed è quello su cui converge maggiormente l’iniziativa delle imprese. Attualmente il 38,6% delle Pmi ha attivato queste iniziative, in crescita rispetto al 35,7% del 2018 e al 29,2% del 2017”. Gli strumenti più utilizzati si confermano i fondi sanitari di categoria, cui aderisce il 25,6% delle imprese.

Le iniziative nella macro-area della conciliazione famiglia-lavoro e delle facilitazioni al lavoro sono praticate dal 59,2% delle piccole e medie imprese. In questo ambito i benefici concessi più spesso ai lavoratori riguardano la flessibilità organizzativa (compresi il telelavoro e lo smart-working), che oggi viene garantita dal 36% delle aziende, contro il 16% del 2016.

Si fermano invece al 43,9% le Pmi che offrono iniziative per la formazione dei lavoratori e la mobilità sociale dei giovani. Questo settore è però uno di quelli in cui le Pmi intendono investire di più nei prossimi anni (lo afferma il 42,6% delle imprese). Ad oggi, il rimborso delle spese di iscrizione e di rette è il supporto più diffuso (1,5% per le scuole materne, 2% per le scuole primarie e secondarie, 1,3% per l’università).

“Il welfare ha successo se è un progetto d’impresa coerente e strategico, che parte dall’ascolto dei dipendenti – commenta Marco Sesana, country manager e Ceo di Generali Italia e Global Business Lines – In quattro anni con Welfare Index Pmi abbiamo ascoltato gli imprenditori del nostro Paese con 15mila interviste e abbiamo viso una crescente consapevolezza dell’importanza del welfare”.

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