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Wall Street non si ferma più e Piazza Affari cancella le perdite 2017

La fine della deflazione e la ripresa dell’economia avvicinano il rialzo dei tassi ma danno sprint alle Borse – Dow Jones oltre il record dei 21 mila punti – Eni, Fca e banche sotto i riflettori di Piazza Affari – Cala lo spread.

Wall Street non si ferma più e Piazza Affari cancella le perdite 2017

Sale l’inflazione in Germania, come non accadeva da più di quattro anni. C’è aria di imminente aumento dei tassi in Usa, circostanza che solo un anno fa avrebbe fatto tremare i mercati di tutto il mondo. Notizie che, all’apparenza, dovrebbero indurre alla prudenza gli operatori. Al contrario, le Borse hanno festeggiato l’avvio di marzo, il mese della primavera, con una serie di rialzi che ha coinvolto tutti i listini, dagli Usa all’Europa, passando per gli Emergenti.

La spiegazione? I mercati festeggiano l’addio alla deflazione, il male peggiore per le economie del pianeta, tutte (o quasi) fortemente indebitate. Di fronte a questa lieta novella impallidiscono le tensioni politiche. Chi temeva che Wall Street avrebbe bocciato un messaggio troppo generico di Donald Trump è stato clamorosamente smentito. Il presidente non ha annunciato alcun nuovo dettaglio su fisco o investimenti, ma il Dow Jones è volato oltre i 21 mila punti: è piaciuto agli operatori il tono pacato e l’ottimismo a piene mani mentre il Beige Book ha confermato ieri sera che la forza lavoro comincia a scarseggiare.

Wall Street non si ferma più. Ieri l’indice Dow Jones +1,46% ha frantumato la barriera dei21 mila punti chiudendo a quota 21.115,55 punti. L’indice S&P 500 (+1,37%) sfiora 2.400 punti. Nasdaq +1,35%.

In Europa intanto le traversie giudiziarie di François Fillon, fino ad un mese fa il candidato alla presidenza francese preferito dai mercati, non hanno creato alcun sconcerto. Perché i mercati hanno già individuato in Macron il nuovo anti Le Pen. Ma la grande festa si è celebrata a Piazza Affari che ha azzerato le perdite accumulate da inizio anno assorbendo così le incertezze politiche che hanno oscurato la ripresa dell’economia reale. Speriamo che la primavera duri almeno un po’.

OGGI L’IPO DI SNAP: L’APP VALUTATA 24 MILIARDI

Il clima euforico è la giusta cornice per il varo stamane dell’Ipo di Snap, la matricola tecnologica più attesa dai tempi del debutto di Facebook. I titoli della società che controlla Snapchat, una delle app più diffuse, saranno offerti stamane ad un prezzo di 17 dollari, superiore alla forchetta di 14-16 dollari prevista in un primo momento. Snap, che non ha mai fatto utili, partirà con una valutazione di mercato di 24 miliardi di dollari. Le quote dei due fondatori di Snap, Evan Siegel e Bobby Murphy (entrambi non ancora trentenni) varranno 4,3 miliardi di dollari ciascuna.

IL RIALZO DEI TASSI SPINGE I FINANZIARI

Ad alimentare il rialzo è la convinzione generale che la Fed alzerà il tasso nella riunione del 14-15 marzo, Dopo gli interventi di William Dudley di New Yok e di altri membri del board della Banca centrale, l’80% degli operatori prevede un aumento di un quarto di punto. Il rendimento del Treasury decennale americano è salito al 2,46%, dal 2,39%. Il dollaro si rafforza e si porta a 1,054 contro l’euro, da 1,057 della chiusura di ieri.

Guida la corsa il settore finanziari in salita del +2,84%: Bank of America +3,2%, Morgan Stanley +2,9%, JP Morgan +2,8%, Citigroup +2,9%, Goldman Sachs +2,6%. Forti rialzi fra i campioni dell’industria Usa: Caterpillar + 2,1%, Boeing +1,5%, Exxon +1,6%. Salgono, ma con meno slancio, i titoli dell’hi-tech: Alphabet +0,9%, Apple +1%, Microsoft +0,6%, Amazon +0,6%.

IL BEIGE BOOK CONFERMA: L’ECONOMIA È IN FORMA

I dati di ieri hanno confermato il momento estremamente positivo dell’economia Usa. L’economia americana ha continuato a espandersi a un passo tra il ‘modesto’ e il ‘moderato’ secondo il Beige Book, il rapporto periodico della Fed sullo stato di salute dell’economia. 

L’indice Ism sul settore industria, un indicatore elaborato sulla base di un’indagine fra i direttori degli acquisti delle aziende, utile per prevedere l’evoluzione del business nei prossimi tre-sei mesi, è salito a 57,7, massimo da agosto 2014, da 56 del mese precedente. Le previsioni indicavano 56,2. È il sesto mese consecutivo che l’Ism dell’industria sale.
 
Inoltre a gennaio il reddito personale degli americani è salito dello 0,4%, sopra le previsioni (+0,3%). I consumi sono cresciuti dello 0,2%, contro attese di +0,3%.

FRENA L’ORO, SALE L’ASIA

Il ritorno della propensione al rischio frena l’oro, in calo dello 0,2% a 1.245 dollari.

Stamane sono in rialzo anche le Borse asiatiche, da Tokyo (+1,2%) a Hong Kong (+0,5%). Sidney mette a segno un rialzo dell’1,1%, spinta dai titoli minerari. Vola l’alluminio grazie all’aumento della domanda cinese. Alcoa avanza del 9,6%.

ENI RIVEDE L’UTILE DOPO CINQUE TRIMESTRI IN ROSSO

Il petrolio è invariato con il Brent a 56,5 dollari al barile. A Piazza Affari corre Eni +3,3%, miglior titolo europeo del settore, dopo avere annunciato risultati migliori delle attese. Il gruppo petrolifero torna al profitto nel quarto trimestre 2016, dopo cinque trimestri in rosso, grazie alla ripresa del settore Estrazione&Produzione e alle azioni di efficienza e ottimizzazione, registrando un utile netto rettificato dalle componenti straordinarie di 0,46 miliardi di euro.

Il gruppo ha anche presentato gli obiettivi del piano che prevede una crescita della produzione del 3% annuo al 2020. Il dividendo 2017 sarà di 0,80 euro interamente pagato per cassa. Vede investimenti in flessione dell’8% rispetto a piano precedente a 31,6 miliardi di euro. Previste nuove dismissioni per 5-7 miliardi al 2020 principalmente attraverso la diluizione degli asset di esplorazione. Eni prevede nuove scoperte per 2-3 miliardi di barili di petrolio equivalente a fine piano.

Arretra Saipem (-0,6%). Tenaris+1%. 

PIAZZA AFFARI AL TOP, CANCELLATE LE PERDITE 2017

Piazza Affari è stata la miglior Borsa in Europa, con l’indice FtseMib che termina con un guadagno del 2,39%, a 19.364, e azzera la perdita dall’inizio dell’anno. In forte ascesa anche le altre piazze del Vecchio Continente: le Borse di Parigi e Francoforte salgono del 2% e dell’1,93%, Madrid +1,9%.

ECONOMIA EUROPEA AI MASSIMI DA SEI ANNI, SALE L’INFLAZIONE TEDESCA

L’inflazione della Germania si impenna a febbraio. L’indice dei prezzi al consumo tedeschi ha mostrato l’accelerazione più significativa da quattro anni e mezzo a questa parte. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha detto ieri che i prezzi stanno salendo soprattutto a causa di effetti statistici e, da ultimo, per l’aumento dei prezzi del greggio, fattori che lasciano presagire un valore “all’1,7% solo verso la fine del periodo di previsione nel 2019”.

Su questo sfondo, ha spiegato, “una politica monetaria accomodante sicuramente continua a essere adeguata. Ma non credo di sorprendervi se dico che sono piuttosto critico sugli acquisti di titoli di Stato”. Si profila battaglia con Mario Draghi al prossimo consiglio della Bce fissato per l’8 marzo.

L’attività manifatturiera dell’Eurozona ha toccato i massimi da sei anni. Il Pmi manifatturiero in Italia, elaborato da Markit/Adaci, ha accelerato da 53 a 55 punti, il picco da dicembre 2015. “In tutta Europa – ha detto il capoeconomista di Markit, Chris Williamson – le imprese manifatturiere stanno mettendo da parte le incertezze politiche, concentrandosi prettamente sulla crescita della loro attività. Il livello di creazione occupazionale osservato sin ora dal settore è stato di conseguenza uno dei migliori osservati durante la storia dell’euro”.

SCENDE LO SPREAD, RECUPERANO BTP E OAT

Salgono i rendimenti dei titoli di Stato in Europa: il Btp finisce la giornata con un rendimento del 2,11%, dal 2,07% . Il Bund rende lo 0,28%, dallo 0,20%. 

Si riduce lo spread tra Btp e Bund, più per la debolezza del secondario tedesco che per la forza della domanda, debole in vista dell’aumento dei tassi Usa. Il premio di rendimento tra decennali scivola fino a 183 punti base, minimo dal 17 febbraio scorso.

l Btp beneficiano anche delle ricoperture sulla carta francese, negli ultimi giorni particolarmente colpita da realizzi legati al clima di forte incertezza politica. Lo spread Francia/Germania si è ridotto a 63 punti base. Il secondario tedesco risente viceversa della forte pressione sui rendimenti della curva Usa, a riflesso di crescenti aspettative di una stretta della Fed.

BANCHE ITALIANE SUPERSTAR, BANCA GENERALI NEL FTSE MIB

Volano i titoli delle banche: in Europa l’indice del comparto è salito del 3%. A Piazza Affari il rialzo del comparto è stato addirittura del 4,7%. La performance generale del comparto è merito delle big Intesa e Unicredit, che segnano rialzi rispettivamente del 5 e del 4%. Altro rialzo record per Banco Bpm (+4,2%). Mediobanca +3,2%.

Tramite la controllata Spafid Connect l’istituto ha rilevato dal London Stock Exchange Group la divisione Information Services Professional Solutions (Isps). L’acquisizione del ramo d’azienda Isps si inserisce nel contesto di rafforzamento della Spafid quale piattaforma di servizi amministrativi (non bancari) a privati e imprese.

In controtendenza Carige (-4,7%), penalizzata dall’annuncio del nuovo piano strategico che prevede un aumento di capitale da 450 milioni, quasi il doppio dell’attuale capitalizzazione. Equita Sim parla inoltre di “ipotesi eccessivamente ottimistiche sulla crescita dei ricavi, +7% nel 2017-2018”.

La pattuglia dei titoli finanziari nel paniere Ftse Mib si rafforza con l’ingresso di Banca Generali che il 20 marzo sostituirà Monte Paschi dopo aver vinto il ballottaggio con Hera. Generali è salita dell’1,5%, UnipolSai +2,9%.

CORRE L’INDUSTRIA, LEONARDO NON ESCLUDE LA CEDOLA

In grande evidenza il settore manifatturiero. Guida la corsa Leonardo (+3,4%). “Da una situazione di fragilità e precipizio verso un possibile fallimento, siamo passati a una situazione di stabilità, sostenibilità”, ha detto l’ad Mauro Moretti durante un’audizione davanti alla commissione Industria del Senato. Il manager ha confermato l’intenzione di vendere una quota di minoranza della controllata americana Drs e la possibile distribuzione di un dividendo per il 2016.

Positiva anche Stm (+2%) e Buzzi (+2,9%). Prysmian +1,25%: il gruppo ha chiuso il 2016 con profitti a 262 milioni (+22,4%). Il margine operativo raggiunge i 711 milioni, il più elevato dalla nascita della società. Stabili i ricavi. L’ad Battista: “Sono in corso negoziati per possibili operazioni di M&A, ma non intendo buttare via denaro”.

LE VENDITE FIAT CHRYSLER SALGONO A FEBBRAIO DEL 6,9%

Fiat Chrysler +1,4%. Il titolo si è ripreso dopo una brutta partenza (minimo a 10,13 euro) andando a chiudere a 10,47 euro. La società ha comunicato di essere sotto inchiesta in Usa da parte di vari soggetti, tra cui anche il Dipartimento di giustizia e la Sec, per le emissioni di gas di scarico dei motori diesel. A febbraio le immatricolazioni di nuove auto in Italia si sono attestate a 183.777 unità, con un progresso del 6,17% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Lo evidenziano i dati del ministero dei Trasporti. Il gruppo Fca ha fatto meglio del mercato con un incremento del 6,9% a 53.690.

CONTINUA LA CORSA A MONCLER. LUXOTTICA: 439 MILIONI IN CEDOLE

Sul fronte del lusso, grande giornata per Moncler (+5,6%) che ha annunciato risultati migliori delle attese. Mediobanca ha alzato il target price a 24,7 euro da 22,5 euro. 

Ieri sera, a mercati chiusi, sono stati approvati i conti di Luxottica (+0,88%). Delfin, la finanziaria della famiglia Del Vecchio cui fa capo il 62,5% del colosso degli occhiali, incasserà circa 274,4 milioni di euro di dividendi a titolo dell’esercizio 2016. Il gruppo di Agordo distribuirà 0,92 euro per azione (+3,4%), per un monte dividendi di 439 milioni di euro, pari a un pay out di circa il 50%, contro i 428 milioni complessivi distribuiti lo scorso anno a titolo del 2015. A Giorgio Armani, accreditato di una quota di Luxottica di poco inferiore al 5%, andranno invece poco meno di 22 milioni di euro. Luxottica ha annunciato un utile netto attribuibile al gruppo di 851 milioni di euro per il 2016, in progresso del 5,8% rispetto al 2015.

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