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Vino: oltre le radici della vite, il “manifesto” dei vignaioli di Orvieto

Un gruppo di aziende familiari intenzionate a diffondere il patrimonio viticolo degli autoctoni per restituire ed interpretare al meglio la tradizione e la storia enologica della loro terra

Vino: oltre le radici della vite, il “manifesto” dei vignaioli di Orvieto

È stato apprezzato da papi e principi in secoli lontani e Giuseppe Garibaldi lo usò per brindare nella sua impresa dei Mille. È l’Orvieto DOC, che si produce prevalentemente in una zona ritenuta il più antico territorio enoico dell’Umbria. A rilanciarlo arriva “Oltre le radici della vite”, vero e proprio manifesto per la rinascita del vino, dei suoi valori culturali e storici, della sua qualità e della sua identità. Attori dell’iniziativa sono Leon Zwecker, Sergio Mottura, Enrico Neri, Giovanni e Pietro Dubini, Corrado e Giulio Bottai.

Le loro aziende, tutte nella zona di Orvieto, in provincia di Terni, tranne Mottura che si trova nel Lazio, a Civitella d’Agliano in provincia di Viterbo a ridosso del confine con l’Umbria – Madonna del latte, Mottura, Cantine Neri, Palazzone, Tenuta Le Velette – portano nel calice l’Orvieto doc, vino di bella struttura e di grande godibilità al palato, abbinabile ai piatti di pesce come a quelli di carne bianca, e molto seduttivo per un aperitivo.  

Aziende familiari, tutte con una loro storia, producono vini con un lavoro fatto in prima persona dai loro proprietari che si prendono cura della vigna, della cantina e della bottiglia. Vignaioli – dicono essi stessi – che hanno preso coscienza del valore del vino, che non vogliono dettare dogmi o regole ma condividere principi culturali, “perché il vino – affermano – rappresenta civiltà”.

Rimettere al centro dell’attenzione i vitigni tradizionali della zona e il lavoro degli uomini

Il progetto ha l’ambizione di rimettere al centro dell’attenzione i vitigni tradizionali della zona, perché solo così i vini possono rappresentare i propri valori individuali. “La loro affermazione nelle carte dei vini passa dal rispetto del patrimonio viticolo degli autoctoni capaci di restituire ed interpretare al meglio la tradizione e la storia enologica di questa terra”, scrivono nel ‘manifesto ‘a sostegno di un vino che ha le caratteristiche di eleganza, pulizia e grande equilibro nel bicchiere.

Sono Procanico, e Grechetto i vitigni principali del disciplinare della DOC che assieme ad altri vitigni come Verdello, Malvasia e Rubeccio danno vita ad un vino di colore giallo paglierino, fruttato e delicato all’olfatto e fruttato tendente all’amarognolo al palato nella sua versione secca, che può portare in bocca sentori di frutta candita nella versione amabile.

In una carrellata di Orvieto superiore DOC, ad accompagnare un antipasto di alici in tempura e un fiore di zucca ripieno di ricotta con salsa di basilico che arrivano sulla tavola dalle cucine del ristorante Il Ceppo di Roma, il calice offre Lunato 2020 dalla Tenuta Le Velette di Corrado Bottai, un luogo dove la vigna affonda nelle radici della storia di una città di tremila anni. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati, Lunato emana aromi floreali di acacia con sentori di frutta matura, mela e albicocca. Morbido e avvolgente, caldo e ricco ma con una fresca e vivace acidità in bocca.

Si abbina invece con Cà Viti di Cantine Neri un risotto al basilico. Intenso, con fresche note di frutta bianca, delicato bouquet floreale, e fondo di mandorla Cà Viti porta ancora un sentore fruttato e floreale, con struttura e grande lunghezza. Sergio Mottura arriva sulla tavola con il suo Tragugnano, prodotto selezionando di anno in anno le migliori uve di Grechetto, Procanico e Sauvignon. Aromi dolci e caldi del fiore di senape selvatica e vaniglia, è un vino secco ma morbido, complesso e persistente. Poi c’è Madonna del Latte, l’azienda di Leon Zwecker, a farci sentire i profumi del terroir della città nota in tutto il mondo per la sua splendida cattedrale con il suo Orvieto superiore, vino dalle note fresche e fruttate che sanno di ananas e mandarino.

E infine il vino di Palazzone, Terre Vineate, elegante con sentori di frutta bianca, una struttura asciutta che ben si abbina non solo con i piatti di pesce, a anche con il petto di vitella dello chef.

Una sinfonia di bianchi che trovano il loro comune dominatore nella storia e nel lavoro dei vignaioli che con passione coltivano terre che con le loro diverse declinazioni vulcaniche e argillose producono vini di valore.

Madonna del latte Sugano

11 05018 Orvieto (Terni) 

Sergio Mottura

Strada Ombricolo 01020 Civitella D’Agliano (Viterbo)

Cantine Neri

Località Bardano, 28 05018 Orvieto (Terni) 

Palazzone

Località Rocca Ripesena 68 05018 Rocca Ripesena (Terni)

Tenuta Le Velette

Località Le Velette Orvieto 05018 Orvieto (Terni)

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