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Vino: il Grignolino, un po’ nobile un po’ ribelle si presenta a marzo per conquistare nuovi mercati

Nonostante abbia secoli di storia alle spalle il Grignolino solo in tempi moderni è assurto a livello dei vini di classe piemontesi. A Grazzano Badoglio si presenta a marzo in grande stile

Vino: il Grignolino, un po’ nobile un po’ ribelle si presenta a marzo per conquistare nuovi mercati

Il Grignolino, il vino “Anarchico ed individualista“, come lo definì Luigi Veronelli, amato da Re Umberto I che lo preferiva più di ogni altro alla sua mensa, da Giovanni Lanza, presidente del consiglio dal 1869 al 1873, che lo coltivava nelle sue vigne, e apprezzato anche a papa Francesco, il cui nonno aveva una vigna in cui produceva Grignolino, cerca un riscatto dai lunghi tempi in cui era messo in ombra dai grandi vini classici Piemontesi e punta alla conquista di nuovi mercati.

La primavera degli eventi sul vino dell’Asti Monferrato lo vedrà protagonista a Grazzano Badoglio (Asti) per la prima edizione di «Grignolino, il Nobile Ribelle» sabato 26 e domenica 27 marzo, manifestazione  promossa dall’Associazione Italiana Sommelier del Piemonte, con le delegazioni di Asti e Casale, supportate dal Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, dal Consorzio Colline del Monferrato Casalese, dalle Associazioni dei Produttori di Grignolino d’Asti Doc-Piemonte Doc Grignolino e Monferace.

Apprezzato da Veronelli, da Re Umberto I e anche da Papa Francesco

«Tra le tante definizioni che sono state date di questo vitigno nella storia – dicono Paolo Poncino e Daniele Guaschino, delegati Ais Asti e Ais Casale – emergono la sua nobile eleganza e il suo carattere ribelle e anarchico. Al Grignolino serviva una voce e Ais ha raccolto la chiamata».

A dargliela saranno i sommelier delle due delegazioni che, ai banchi di assaggio, parleranno di grignolino in tutte le sue diverse sfumature, ne racconteranno i territori e i diversi stili di vinificazione e affinamento.

Un po’ di storia per conoscere meglio questo pregiato vino. La prima citazione – ricorda Lorenzo Tablino, Enologo,  Docente ONAV dal 1988,  socio fondatore e primo Presidente della SIVE – Società Italiana di Viticoltura ed Enologia –  è del sec XVIII.

I “chiaretti” del ‘600 in Piemonte erano a base di Grignolino

Ma, prima del’700, i famosi “chiaretti”, diffusi tra il’500 e il’600 in tutto il Piemonte, erano probabilmente a base di Grignolino. Anche se è originario del Monferrato, era presente anche  in Lombardia e Veneto. Forse il progenitore è l’antico barbesino o barbexinus, citato negli archivi capitolari di Casale Monferrato del 1249. È chiara invece l’origine etimologica di “grignole“: in dialetto locale significa vinaccioli. Quest’uva ne abbonda. Citato in passato con vari nomi: barbesino, arlandino, nebiolo rosato. Nel 1825, uno studioso, cita il Grignolino come “uva da serbo”

Un tempo particolarmente diffuso in quest’area del Piemonte, conobbe un lungo periodo di oblio negli anni ’70 a causa del fatto di essere è piuttosto sensibile alle malattie, e della resa non molto elevata,

Eppure, nel “Dictionnaire des vins” del 1969 alla voce “Grignolino” si leggeva “Uno dei migliori vini rossi italiani, purtroppo difficile da trovare “originale” in quanto la sua produzione è molto inferiore al vino commercializzato effettivamente”. 

Ma il tempo alla fine gli ha dato regione. In un momento in cui da qualche anno a questa parte il mercato punta a rivalutare i vitigni autoctoni il Grignolino si è presentato all’appuntamento con le sue ottime credenziali.

Vino ideale con insaccati, arrosti e fricassea

Vino fresco ed elegante dal colore rosso rubino con riflessi aranciati, si propone con profumo vinoso, fresco, persistente con nota di arachide dal sapore asciutto elegante con fondo amarognolo.  Un grande vino da tutto pasto che va servito fresco di cantina tra i 14 e i 16°, ideale con insaccati, arrosti e umidi, fritto misto piemontese e con piatti in fricassea e a base di uova.

Tutto questo lo si potrà verificare nella due giorni della manifestazione di Grazzano Badoglio.

La parte ristorativa è stata affidata a Francesca Persano, meglio conosciuta come “Miss Dado” che attualmente gestisce la struttura e Vimini, un ristorante in centro a Torino, che realizzerà due menù, uno di carne e uno di pesce, per offrire la possibilità non solo di mangiare e di avere una scelta varia ma anche di sperimentare i diversi abbinamenti possibili con il Grignolino, vino dalla grande versatilità.

Nel corso della manifestazione Nicola Mancinone del Confessionale Vermouth and Mix Bar, barman che collabora da tempo con il Consorzio dell’Asti ed è barman ufficiale del Consorzio del Vermouth, proporrà alcuni cocktails base grignolino per avvicinare anche i più restii a questo vitigno, dandogli una veste nuova e alternativa.

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