Condividi

Vini: Il Falerno del Massico un richiamo alla storia della Campania Felix

L’azienda Villa Matilde Avallone produce vini d’elite con un forte richiamo al passato e alla tradizione regionale concepiti come un percorso di conoscenza storico enologica

Vini: Il Falerno del Massico un richiamo alla storia della Campania Felix

Francesco Paolo Avallone, professore di diritto appassionato di storia e di enologia, aveva ricercato a lungo prima di dar vita ai suoi vigneti nell’Ager Falernus, zona della Campania compresa tra il monte Massico, il fiume Savone e le pendici del vulcano spento di Roccamonfina, oggi in provincia di Caserta. Qui nell’antichità si produceva, infatti, il Falerno, il vino degli imperatori, la prima doc della storia, perduta con la fillossera e rintracciata con il lavoro di indagine dello studioso attratto dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio e Orazio.

Un patrimonio di archeologia enologica riportato alla luce con l‘avvio dell’allevamento dei vitigni amati dagli antichi romani, oggi affidato ai figli Salvatore e Maria Ida che lasciate le loro carriere fra toghe e feluche sono diventati “viticultori in Campania Felix” come recita ‘etichetta aziendale e conducono con passione “Villa Matilde Avallone”, creata dal genitore 60 anni fa. Ecco allora Aglianico, l’antico Hellenico; ecco Piedirosso da cui si ottiene il Falerno Rosso; e soprattutto Falanghina, destinata alla produzione del Falerno Bianco, del Vigna Caracci e dello Spumante Mata.

Tutti vitigni delle tenute di San Castrese e Parco Nuovo che si estendono (insieme a quella di Pietrafusa in provincia di Avellino) per oltre 110 ettari di cui 70 vitati. Qui il terroir esalta le note minerali grazie alla natura vulcanica insieme alle note marine e salmastre emergenti con il vicino Tirreno, in un microclima unico. ”Non a caso fu scelto 2500 anni fa dagli antichi romani”, osserva Maria Ida Avallone mentre il suo sguardo si sofferma sul calice di Falerno del Massico Bianco dop che accompagna un piatto di fritturine “alla romana” uscite dalle cucine del ristorante Il Ceppo di Roma.

Giallo paglierino, elegante nel profumo, il Falerno del Massico Bianco nel bicchiere porta sentori di frutta matura, di mango e mandarino, pesca e frutto della passione, accompagnati dai fiori d’arancio e dalle ginestre. Un sapore equilibrato e vellutato rende poi il “vinum album Phalangium” dei romani un prezioso compagno nell’abbinamento a tavola con antipasti e verdure (12euro in cantina la bottiglia annata 2019). Cosi come il Vigna Caracci, Falerno del Massico bianco dop, che si sposa bene con la cucina di mare, abbinato a un vitello tonnato, con la sua sapidità e mineralità e i profumi di fiori di limone ed eucalipto al naso.

Prodotto solo nelle migliori annate di uve raccolte nell’omonimo vigneto è un vino di grande eleganza e persistenza (27 euro in cantina la bottiglia 2016). A Villa Matilde si producono anche Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi, i vitigni dei quali sono oggi allevati nella Tenuta Pietrafusa. Vini d’elite, eleganti longevi con un forte richiamo al passato ed alla tradizione regionale. Ma a far da contraltare alla ricetta dei pennoni al sugo bianco di vitella e funghi porcini in una calda giornata estiva si presenta il Falerno del Massico Rosso, il più famoso della storia, celebrato da Virgilio nelle Georgiche, fatto con uve Aglianico e Piedirosso allevate alle pendici del vulcano di Roccamonfina.

Intenso e complesso, emana nel bicchiere sentori di frutti neri, more, lamponi, ciliege. Elegante e armonico, è stato prodotto per la prima volta nel 1975 (13 euro in cantina annata 2016). Arriva infine sulla tavola il petto d’anatra e il rosso fa ancora da padrone. E' Vigna Camarato, Falerno del Massico Doc riserva, frutto del lungo lavoro enologico di Villa Matilde fatto con il contributo di Riccardo Cotarella, di colore rosso cupo, intenso nei profumi, con il pepe, la cioccolata e i frutti di bosco a dominare il naso insieme al caffè e alla liquirizia, di gusto caldo e asciutto, vino potente e antico (45 euro in cantina la bottiglia 2011).

Una forte e complessa conclusione di degustazione iniziata con lo spumante metodo classico Brut, sempre di Villa Matilde, Mata Rosè, dal delicato perlage e le intense note di fragoline di bosco, cassis e melograno, fresco e di spessore al palato, capace di aprire con allegria le danze di un pranzo estivo (22 euro in cantina). Un percorso di conoscenza storico enologica che esalta il lungo lavoro di ricerca del colto e appassionato genitore di Salvatore e Anna Ida Avallone.

Commenta