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Trieste e Metlicovitz, in mostra la storia del cartellonismo pubblicitario

Una mostra per celebrare I 150 anni di Leopoldo Metlicovitz, triestino e uno dei maestri più importanti del cartellonismo italiano, dal 16 dicembre 2018 fino al 17 marzo 2019 al Museo Revoltella di Trieste.

Trieste e Metlicovitz, in mostra la storia del cartellonismo pubblicitario

Ricordiamo di Metlicovitz l’originalità di diversi manifesti dedicati a prodotti industriali o commerciali come il suo impegno in eventi come per l’Esposizione internazionale di Milano del 1906, e infine i suoi disegni per famose opere liriche (Madama Butterfly, Manon Lescaut, Turandot) e a film dell’epoca del muto (primo fra tutti Cabiria, storico precursore del kolossal).

Dapprima pittore e poi litografo, seguirò anni di lavoro presso le Officine Grafiche Ricordi di Milano, divenne poi grazie all’intuito di Giulio Ricordi un grande esperto dell’arte cromolitografica e disegnatore di quegli “avvisi figurati” – allora la cartellonistica pubblicitaria veniva chiamata in questo modo – che mutarono il volto delle città con il loro cromatismo, segnando anche in Italia la nascita di quell’arte della pubblicità su quanto il “modernismo” internazionale andava proponendo nelle arti applicate sotto i vari nomi di Jugendstil, Modern Style, Art Nouveau, Liberty.

Leopoldo Metlicovitz: Il ragno azzurro, 1916, cromolitografia su carta, 206 x 145 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

Trieste ora gli dedica, nel 150° anniversario della nascita, la prima grande retrospettiva monografica. Con il titolo “Metlicovitz. L’arte del desiderio.

Manifesti di un pioniere della pubblicità”, mostra allestita al Civico Museo Revoltella e al Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” dal I6 dicembre 2018 al I7 marzo 2019, per poi passare al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso dal 6 aprile al 18 agosto 2019.

La rassegna è curata dallo storico dell’arte e scrittore Roberto Curci e diretta da Laura Carlini Fanfogna, direttrice del Servizio Musei e Biblioteche, e da Marta Mazza, direttrice del Museo Nazionale Collezione Salce. Sono 73 le opere esposte, manifesti (alcuni di dimensioni “giganti”), tre dipinti e una ricca selezione di “grafica minore” (cartoline, copertine di riviste, spartiti musicali ecc.),  in otto sezioni espositive, sette delle quali ospitate presso il Civico Museo Revoltella e una – la sezione dedicata ai manifesti teatrali per opere e operette – nella Sala Attilio Selva al pianterreno di Palazzo Gopcevich, sede del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”. Le opere provengono per la gran parte dal Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso (68 manifesti), oltre che dalle collezioni civiche (Civico Museo Revoltella e Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”) e da raccolte private.

Leopoldo Metlicovitz: Sauzé Frères, 1908-10, cromolitografia su carta, 110,1 x 79,6 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

La produzione cartellonistica di Metlicovitz, così come quella dell’amico Dudovich, fu – sottolinea Roberto Curci – particolarmente intensa negli anni precedenti la Grande Guerra, con la creazione di autentici capolavori rimasti a lungo nella memoria visiva degli italiani e a tutt’oggi largamente citati e riprodotti in ogni studio sull’evoluzione del messaggio pubblicitario del Novecento. A questo eccellente artista, caratterialmente schivo ed estraneo ad ogni mondanità, alle prove – affascinanti per verve ed eleganza stilistica – da lui devolute sia a realtà commerciali come i popolari Grandi Magazzini napoletani dei Fratelli Mele sia all’universo musicale e teatrale, spiritualmente a lui congeniale (conoscente di Verdi, fu amico soprattutto di Puccini), è dedicata questa mostra che si propone di rappresentare il “tutto Metlicovitz”, straordinario cartellonista, certo, ma anche eccellente pittore ed efficace grafico e illustratore”.

Leopoldo Metlicovitz: «La Sera», 1898, cromolitografia su carta, 54,3 x 94 cm. Museo Nazionale Collezione Salce, Treviso

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