Condividi

Taxi di nuovo in rivolta: sciopero il 23 marzo

I tassisti tornano sulle barricate anche se la categoria è divisa: la maggioranza rifiuta il dialogo con Ncc e Uber e proclama un nuovo sciopero contro il Governo per la settimana prossima.

Taxi di nuovo in rivolta: sciopero il 23 marzo

Nuovo sciopero dei taxi in programma il 23 marzo dalle 8 alle 22. Saranno rispettate le fasce di garanzia e durante lo sciopero saranno assicurati i servizi sociali, cioè il trasporto di anziani, portatori di handicap e malati.

I tassisti rifiutano l’invito al dialogo arrivato da Uber, che vorrebbe formulare delle proposte comuni per riformare il settore, ma il fronte del servizio pubblico stavolta non è compatto: hanno proclamato la mobilitazione UNica Cgil, Fit Cisl Taxi, Ugl Trasporti Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Usb Taxi, Uti e Unimpresa, mentre non hanno firmato il documento Uri, Uritaxi, Casartigiani e Confartigianato. Altre sigle si sono riservate di aderire in seguito.

“Ancora una volta siamo stati umiliati: il governo non è stato in grado di fornire alcun tipo di risposta a delle semplici domande, nascondendosi dietro la sovranità del parlamento”, si legge nel documento dei tassisti.

“Il governo non può tenere la pistola puntata sulla nostra testa con il ddl concorrenza e chiederci di sederci al tavolo per i decreti attuativi”, ha detto Valter Drovetto vicesegretario Ugl Taxi durante la riunione.

“Un servizio che quotidianamente, tra mille difficoltà, garantisce un diritto essenziale per l’utenza, come quello alla mobilità – dicono in una nota FIt Cisl taxi, Uil Trasporti taxi, Ugl taxi, Federtaxi Cisal e Usb taxi – non può essere abbandonato alle mire speculative di grossi gruppi economici e devastato dall’abusivismo”.

Intanto, Uber ha inviato una lettera a tutte le sigle sindacali del settore taxi per proporre “un incontro a porte chiuse” lunedì 20 marzo presso il Centro Congressi Frentani, in via Dei Frentani a Roma alle 12.00. “Credo sia giusto tentare la via del dialogo, aprendo una porta ad un confronto civile e onesto”, scrive ai tassisti il general manager di Uber Italia, Carlo Tursi.

“In qualità di general manager di Uber – continua – una società tecnologica che per troppo tempo è stata vista in contrapposizione al servizio taxi, vi invito a discutere di proposte concrete che possano vederci collaborare da qui in avanti. Troppo tempo è stato speso su un confronto che non guarda al futuro ma solo al passato, penalizzando anche i consumatori che di questo non hanno colpe. Noi vogliamo guardare al futuro e vorremmo farlo anche con voi”.

Ma Loreno Bittarelli, presidente dell’Unione Radiotaxi Italiani (Uri), ha rifiutato ogni dialogo: “Noi non aderiremo a questo invito. Sedersi a un tavolo con Uber significherebbe legittimare un’azienda che opera al di fuori delle regole”.

Commenta