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Tasse a rate per le partite Iva anche per l’acconto Irpef di novembre: ecco come funzioneranno i pagamenti

Una delle novità più attese – forse già per il 2023 – è la formulazione sul versamento del secondo acconto per le partite Iva e autonomi: ecco come potrebbe cambiare

Tasse a rate per le partite Iva anche per l’acconto Irpef di novembre: ecco come funzioneranno i pagamenti

Tasse a rate per partite Iva e autonomi. Si parla della riduzione della ritenuta di acconto e la rateizzazione delle imposte e, in particolare, del maxi acconto annuale delle imposte di novembre (versamenti normalmente dovuti da autonomi e imprenditori in unica soluzione). È quanto introduce un emendamento approvato dalla Commissione Finanze della Camera nella seduta conclusiva del 29 giugno scorso. Alberto Gusmeroli, responsabile dell’unità Fisco del dipartimento Economia della Lega nonché co-relatore della delega fiscale, non ha alcun dubbio: “Dopo 50 anni e a 3 anni dalla mia prima proposta, con questa delega fiscale metà delle tasse si pagheranno finalmente a consuntivo, ad anno trascorso e reddito guadagnato, e non più in anticipo”. E ha aggiunto che “si sta studiando il tetto di fatturato per delimitare la platea dei soggetti interessati, ma finalmente ci siamo. Del resto, il principio è già contenuto nella delega. Ora contiamo di far partire questa novità nel 2023 anziché nel 2024”.

Qualche dubbio resta invece sulla possibilità di anticipare al 2023 la detassazione della tredicesima e dei premi di produttività, anche queste misure indicate nella delega fiscale, che dovrebbe partire dal 2024. Le ipotesi allo studio prevedono la detassazione già da quest’anno limitata ai redditi bassi (20-25 mila euro). Ma vediamo come funziona adesso il pagamento delle tasse per le partite Iva e come potrebbe cambiare con le rate.

Partite Iva: come funziona il secondo acconto?

L’acconto per l’anno in corso deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:

  • unico versamento entro il 30 novembre dell’anno di imposta se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40% e va versata entro il 30 giugno dell’anno di imposta (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60% e va versata entro il 30 novembre dello stesso anno.

In questo modo le partite Iva vanno a versare entro novembre la parte più consistente dell’acconto, e spesso questo versamento va a cumularsi ad altri adempimenti obbligatori. Invece l’idea del governo è quella di effettuare il versamento a rate.

Tasse a rate fino a giugno per le partite Iva

La possibilità di pagare a rate anche queste imposte viene data alle partite Iva per diminuire il carico fiscale concentrato entro alcune scadenze, e semplificare i pagamenti. Di fatto in questo modo si andrebbe a superare quella che è la scadenza fiscale prevista al 30 novembre del secondo acconto Irpef. Non si pagherebbe più l’acconto in un’unica soluzione, ma la somma verrà versata in 6 rate mensili (da gennaio a giugno dell’anno successivo).

L’emendamento della riforma prevede:

“Con specifico riferimento alle modalità di versamento dell’Irpef dovuta ai lavoratori autonomi, si prevede una più equa distribuzione del carico fiscale nel corso del tempo, anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi”.

Di fatto queste nuove possibilità saranno applicate alle partite Iva, ovvero ai lavoratori autonomi e ai soggetti per cui si applicano gli Isa.

Il nodo risorse

Tutto dipenderà dal quadro macroeconomico che emergerà nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) che il governo deve licenziare entro il 27 settembre, ma soprattutto dalle risorse che il governo riuscirà a trovare. Anche perché nel caso delle partite Iva si parla di un “rinvio”, dunque non andrebbe a gravare sui conti pubblici, ma si avrebbe comunque un ammanco di cassa, pari a 9 miliardi se riguardasse tutte le partite Iva. Ecco perché, se la misura dovesse partire già da quest’anno, come sostiene Gusmeroli, verrà limitata a una certa platea.

In ogni caso se questa misura per i lavoratori autonomi e la detassazione della tredicesima fossero decisi per il 2023 dovrebbero essere varati con un decreto-legge prima della Manovra.

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