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Sigarette, aumentano le accise: ok finale al decreto

L’incremento delle tasse scatterà nel 2015 e sarà compreso tra i venti e i quaranta centesimi, ma chi fuma le sigarette più care sarà meno colpito – Sconti invece sulle e-cig.

Sigarette, aumentano le accise: ok finale al decreto

Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri in via definitiva il decreto legislativo sulla tassazione dei tabacchi, con le nuove accise entreranno in vigore dal 2015.

L’aumento del prezzo delle sigarette sarà compreso tra i venti e i quaranta centesimi e riguarderà i pacchetti che costano fino a 4 euro e 40 centesimi. Le marche che tengono i prezzi più bassi saranno le più colpite, mentre per le sigarette più care le variazioni saranno minime. In ogni caso, non è ancora detto che i produttori decidano di scaricare tutto il rincaro sul prezzo finale del prodotto. 

Le sigarette elettroniche, invece, costeranno meno: il Governo, su questo fronte, ha accettato le condizioni poste dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato. Il decreto che riordina le accise, infatti, prevede un incremento dello sconto fino al 50%. D’altra parte, cresceranno i prezzi dei flaconcini per ricaricare le e-cig.

Previsti inoltre il superamento dell’accisa minima già bocciata da Bruxelles, l’introduzione dell’onere fiscale minimo comprensivo dell’Iva e la misura “specifica” della tassazione che passa dal 7 al 10%.

Il decreto elimina poi l’imposta di consumo sui fiammiferi, liberalizzandone produzione e vendita. Sul fronte rivendite, nei Comuni fino a 2.000 abitanti saranno ritoccati al ribasso i requisiti minimi previsti per l’istituzione dei “patentini” per la vendita dei tabacchi nei pubblici esercizi.

Il decreto aveva già ottenuto il via libera del Cdm lo scorso 10 novembre, ma in seguito il Governo ha recepito le osservazioni contenute nei pareri parlamentari, inserendo alcune modifiche.

L’ultima versione del testo contiene infatti indicazioni più dettagliate sui prodotti assimilabili ai tabacchi da inalazione senza combustione. Per questo motivo si è ritenuto opportuno sottoporre nuovamente lo schema di decreto legislativo al parere delle commissioni parlamentari, che hanno dato l’ok senza formulare osservazioni.  

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