Condividi

Senegal, Sace: tanti gli investimenti pubblici, le imprese italiane si facciano avanti

Per Sace, il paese centro-africano è ad elevato potenziale per i prodotti made in Italy: nella regione ha uno dei governi più stabili politicamente, anche se fattori di rischio potrebbero derivare dalle tensioni latenti – Le nostre esportazioni, nel 2013 pari a 170 milioni, sono previste uguali a 200 milioni per il 2017.

Senegal, Sace: tanti gli investimenti pubblici, le imprese italiane si facciano avanti

Il Senegal è uno dei mercati selezionati per la prima edizione di Frontiers, il programma sviluppato da Sace per accompagnare le imprese italiane verso destinazioni ancora inesplorate ma ad alto potenziale per il business italiano. La stabilità politica, al contrario del quadro regionale, non sembra essere in discussione. Rispetto ai paesi vicini, il Senegal rappresenta un esempio di democrazia consolidata. Tale affermazione può essere testimoniata dal pacifico passaggio di potere alle forze di opposizione nel 2012. In questa occasione il presidente in carica Benno Bokk Yakaar ha ottenuto una solida maggioranza. Unici fattori di rischio politico potrebbero derivare dalle tensioni latenti. Queste potrebbero riassumersi nelle rivendicazioni provenienti dai separatisti della regione di Casamance (Movement des forces démocratiques) e nel difficile contesto geopolitico regionale, in particolare restano ancora tese le relazioni con alcuni Paesi limitrofi come il Gambia e la Guinea-Bissau, quest’ultima sospettata di sostenere le istanze dei separatisti suddetti. Per quanto riguarda il contesto operativo, il Senegal incentiva l’ingresso di investimenti esteri senza imporre alcun tipo di restrizione. L’agenzia di promozione Apix svolge operazioni volte ad agevolare gli investitori esteri nella registrazione e ottenimento delle dovute autorizzazioni. Volendo fare un confronto tra il Senegal e i Bric, il Paese africano è ultimo nel Ranking dell’ Index of Economic Freedom, ma secondo solo dopo il Brasile per gli indici Doing Business e Corruption Perception Index. 

Per quanto riguarda il quadro economico e bancario, l’economia senegalese è trainata nel medio periodo da un ambizioso programma di investimenti. Il progetto del governo è di aumentare la capacità produttiva del settore agricolo e ammodernare le infrastrutture, in particolare nel settore energetico e dei trasporti. Il quadro macroeconomico permane ancora debole: i conti pubblici e le partite correnti sono ancora in deficit. Il governo ha già avviato molteplici progetti volti al taglio della spesa pubblica e al consolidamento della fiducia degli investitori esteri; per fare ciò il Senegal ha deciso di coinvolgere attivamente gli attori economici internazionali nelle proprie decisioni di policy. Questi attori, come il FMI (Fondo Monetario Internazionale), collaborano con il governo senegalese al fine di formulare politiche economiche appropriate al consolidamento del contesto macroeconomico. La valuta legale è il franco Cfa, così come altri paesi dell’Africa centro-occidentale. Tale valuta è ancorata all’euro a un tasso fisso; la sua convertibilità è garantita dal Tesoro Francese. Per quanto riguarda l’ affidabilità del sistema-paese, S&P assegna un rating B+, Moody’s un B1, entrambi con outlook stabile. Il sistema bancario senegalese presenta, in media, adeguati livelli di capitalizzazione e liquidità. La presenza di banche straniere è maggioritaria nel paese, buona parte di esse sono filiali di gruppi bancari francesi, marocchini e nigeriani. Per le pmi, l’accesso al credito rimane difficoltoso e costoso. Il settore minerario estrattivo è di notevole importanza per l’economia senegalese. Esso rappresenta il 22% del Pil e si stima che gli investimenti totali in tale settore abbiano raggiunto i 5 miliardi di dollari. L’attuale produzione senegalese di greggio si attesta sulle 650 mila tonnellate metriche, ma grazie alle ingenti riserve disponibili (stimate pari a circa 80 milioni di tonnellate metriche nei soli giacimenti già esistenti) e agli impegni del governo nello sviluppo di giacimenti in diverse aree del Paese, si stima che la produzione potrà raggiungere il milione di tonnellate metriche nei prossimi dieci anni.

Le esportazioni senegalesi sono abbastanza diversificate. L’oro è la merce più esportata (18% sul tot. export) seguita da commodity agricole, prodotti petroliferi e prodotti ittici. Le esportazioni di prodotti tradizionali (cotone, arachidi) si sono ridotte rispetto all’anno precedente, sono invece aumentate quelle inerenti oro, petrolio e commodity agricole. Per quanto riguarda i mercati di destinazione dell’export senegalese è da notare la quota di esportazioni verso Mali (14%) ed India (12%). I rapporti commerciali con i paesi asiatici misurano una quota del 5% sul totale delle esportazioni ma sono in crescita. Il Senegal esporta in Europa il 28% delle proprie esportazioni, di queste solo il 2% in Italia. Da notare è il dato inerente la Svizzera (14%).Il Senegal è l’ottavo mercato di destinazione dell’export italiano. Nel 2013 il nostro export in Senegal ha superato il valore di 170 milioni di euro; a trainare tale esportazioni sono i settori della meccanica strumentale e i prodotti energetici raffinati. Il saldo commerciale è positivo per l‘Italia oltreché crescente negli ultimi anni. Le esportazioni italiane in Senegal previste per il 2014 sono di circa 160 milioni; stime per il 2017 prevedono addirittura un valore delle esportazioni italiane pare a 200 milioni. Tale risultato sarà dovuto in larga parte all’aumento delle esportazioni di beni intermedi (prodotti chimici, minerari, gomma, plastica), di beni di investimento (meccanica strumentale) e in parte anche dei prodotti agroalimentari.

Le imprese con maggiori opportunità di business in Senegal sono quelle impiegate nei settori: delle infrastrutture, del minerario, dell’ agribusiness e dell’ ICT. Per le prime, il piano statale di miglioramento delle infrastrutture prevede la realizzazione di 1000 km di strade entro il 2017 e il completamento dell’Aéroport International Blaise Diagne previsto a breve. Per il minerario, il governo ha già sottoscritto un accordo con la Teranga Gold Corporation, società canadese che opera nella sola miniera d’oro presente in Senegal,  per estendere i permessi di esplorazione e aumentare le royalty pubbliche connesse all’attività. Vi è inoltre la volontà dell’esecutivo di avviare l’estrazione di minerali di ferro dalla miniera di Falémé (riserve stimate pari a 750 mila tonnellate). Per l’agribusiness, l’esecutivo ha deciso di incrementare la produzione agricola tramite l’introduzione di moderne tecniche di coltivazione più efficienti delle precedenti. Per il settore dell’ICT il governo punta all’introduzione del digitale in molti settori (telemedicina, e-learning, digitalizzazione del sistema televisivo). Il paese si configura già come un hub regionale per la rete internet.

Commenta