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Riforma Catasto: arriva la rivoluzione dei metri quadri

Il decreto per le commissioni censuarie dà il via alla riforma che entro alcuni anni trasformerà il catasto: inevitabile un impatto sulle tasse.

Riforma Catasto: arriva la rivoluzione dei metri quadri

Dopo tanto discutere, la riforma del catasto italiano ha finalmente imboccato una strada operativa, che nei prossimi anni porterà a censire gli oltre 62 milioni di immobili italiani. 

LE COMMISSIONI

Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto attuativo che dà il via al lavoro delle nuove commissioni censuarie: 106 locali (che si insedieranno entro un anno dall’entrata in vigore del decreto) e una centrale, a Roma, con compiti di supervisione. Tutte le commissioni sono divise in tre sezioni, competenti rispettivamente sul catasto dei terreni, su quello urbano e sulla revisione del sistema estimativo del catasto dei fabbricati. 

NUOVI CRITERI, NUOVA TASSAZIONE

Il principale compito delle commissioni sarà proprio la revisione dei parametri su cui si basano gli estimi catastali: un’innovazione che modificherà in modo significativo la portata della tassazione sugli immobili. In sostanza, si punta a elaborare un coefficiente che tenga conto non più del numero di vani in cui è diviso l’immobile, ma di vari fattori: metri quadri, qualità, posizione, anno di costruzione e stato di conservazione. 

Non solo: le commissioni dovranno anche validare le “funzioni statistiche” determinate dall’Agenzia delle Entrate, che esprimono la relazione tra il valore di mercato, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale, risultando quindi cruciali per la determinazione dei nuovi estimi. Se le commissioni locali non provvederanno alla validazione, ci penserà la commissione centrale. 

PERCHE’ E’ NECESSARIO AGGIORNARE IL CATASTO

I nuovi criteri puntano a fornire un quadro più verosimile del patrimonio immobiliare italiano, fino ad oggi fondato sul paradosso dei vani: agli occhi del Fisco, infatti, il valore di una casa piccola con quattro stanze è superiore a quello di un’abitazione più grande ma divisa in tre ambienti. Il mercato, naturalmente, non ragiona così.

Ma non basta. Le cifre che ancora oggi si prendono in considerazione sono state calcolate alla fine degli anni Ottanta: è passato troppo tempo per pensare che quei numeri siano ancora realistici, non solo perché i prezzi delle case sono cambiati profondamente, ma anche perché i proprietari possono essere intervenuti sull’immobile, magari aumentando di molto il suo valore di mercato. Un’abitazione che era fatiscente vent’anni fa, oggi può essersi trasformata in un meraviglioso alloggio ristrutturato.

EVENTUALI RICORSI

Comuni e Agenzia delle Entrate potranno ricorrere contro le decisioni delle commissioni censuarie locali in tema di qualità, classi e tariffe d’estimo dei terreni e in materia di categorie, classi e tariffe d’estimo dei fabbricati. Sarà la commissione centrale a decide sui ricorsi.

I PROSSIMI PASSI DELLA RIFORMA

Dopo il decreto sulle commissioni, sarà la volta di un provvedimento sul meccanismo per determinare il valore patrimoniale medio degli immobili attraverso specifici algoritmi. Infine, arriverà il censimento vero e proprio, che dovrebbe richiedere almeno cinque anni.

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