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Renzi, autocritica sul referendum

Il premier difende le ragioni del Si ma riconosce di aver sbagliato a personalizzare la consultazione popolare sulla riforma costituzionale, nata “sotto il segno di Giorgio Napolitano”.

Renzi, autocritica sul referendum

Matteo Renzi difende con vigore le ragioni del Sì sulla riforma costituzionale ma fa autocritica sul referendum alla Festa dell’Unità nel modenese: “Ho sbagliato a personalizzarlo, ma solo Fonzie non sbaglia mai”. D’ora in poi dovrà prevalere il confronto sul merito della riforma che, rileva il Presidente, è nata “sotto il segno di Giorgio Napolitano” e permette di semplificare il processo decisionale, di tagliare i costi della politica, di eliminare enti inutili e di ridefinire i rapporti tra Stato e Regioni a vantaggio della chiarezza e degli interessi della comunità nazionale.

Dopo aver chiesto un applauso della platea per la salute di Silvio Berlusconi e per il compleanno di Romano Prodi, Renzi ha attaccato la minoranza del Pd (“Non si può fare un congresso ogni giorno”) e ha ribadito che la sinistra ha chiuso con la sindrome Bertinotti che, pretendendo a parole sempre di più, fece cadere il primo governo Prodi e portò poi Sel alla sconfitta elettorale.

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