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Rehn e Junker: ok a potenziamento Fmi e Efsf

Il finlandese: già iniziati i contatti con Lagarde – L’aumento delle risorse per l’istituzione di Washington arriverà tramite una serie di prestiti bilaterali dai Paesi dell’Eurozona.

Rehn e Junker: ok a potenziamento Fmi e Efsf

”Vogliamo aumentare le risorse del Fondo monetario internazionale e stiamo discutendo con la Lagarde di questo”. Lo rivela da Bruxelles il commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn, entrando stamane al consiglio Ecofin. Il finlandese precisa tuttavia che sarà necessario il sostegno di tutti gli Stati del Fmi. La conferma di questa intenzione arriva da Jean-Claude Juncker: “Ci siamo messi d’accordo per esaminare rapidamente un aumento delle risorse del Fmi attraverso dei prestiti bilaterali”, fa sapere il presidente dell’Eurogruppo.

L’obiettivo è di far in modo che la capacità dei prestiti del Fmi “possa corrispondere in modo adeguato alla nuova potenza di fuoco del Efsf”, il Fondo salva-Stati dell’Eurozona, che a sua volta sarà rafforzato, “e che possa cooperare con lui ancora più strettamente”. Rehn precisa che i prestiti bilaterali al Fmi saranno effettuati dagli Stati dell’Eurozona. Non è previsto invece il contributo di istituzioni europee.

Intanto i ministri dell’Eurogruppo hanno praticamente concluso, durante la riunione di ieri, i lavori per il rafforzamento e l’ampliamento del campo di applicazione dell’Efsf. E’ stato stabilito anche anche un calendario per l’avvio operativo dei due nuovi strumenti che, usando la leva finanziaria, dovrebbero aumentarne di la ‘potenza di fuoco’ per fermare il contagio della crisi dei debiti sovrani. Le decisioni formali, tuttavia, saranno prese dai capi di Stato e di governo durante il verice dell’8 e 9 dicembre.

Il Fondo fornirà dei certificati di garanzia per i titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona sotto l’attacco dei mercati, pari al 20 o al 30% del loro valore nominale, in modo da rendere le obbligazioni del debito sovrano più attrattive per gli investitori. Le garanzie, ha spiegato il direttore esecutivo dell’Efsf, Kaus Regling, “saranno usate innanzitutto nei programmi di intervento preventivo, per ridurre i costi di finanziamento” del debito pubblico dei paesi interessati. I certificati, ha aggiunto Regling, avranno la stessa durata e la stessa scadenza dei titoli a cui si riferiscono, ma dopo l’emissione potranno essere slegati dai titoli stessi e scambiati separatamente sul mercato.

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