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Pizza Napoletana: il riconoscimento UNESCO ha fatto crescere il turismo del 7%

Due giorni di manifestazioni a Napoli per festeggiare il riconoscimento dell’Unesco. La Pizza muove un giro d’affari di 30 miliardi l’anno. Aumentate anche ler pizzerie che occupanop 100.000 addetti destinati a raddoppiare nel week end

Napoli scende in piazza per festeggiare il suo prodotto principe, la Pizza Napoletana, a un anno dalla decisione  dell’Unesco, di consacrare  l’”Arte dei piazzaioli napoletani” come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.  E’  festa grande nella storica via Chiaia nel cuore della città, vicino all’Antica Pizzeria Brandi, dove secondo tradizione è nata la  Pizza margherita con tavoli all’aperto, pizzaiuoli in festa, esibizioni acrobatiche.

Una manifestazione di orgoglio tutto partenopeo che ha coinvolto sin dal primo pomeriggio turisti e cittadini con cori, canti e degustazioni del prodotto simbolo del Made in Italy e della dieta mediterranea. Una occasione per trarre il primo bilancio ad un anno dallo storico risultato con effetti sull’economia e sull’immagine internazionale di Napoli e di tutta l’Italia.

Le stime – riferisce la Coldiretti che è stata protagonista della più grande raccolta di firme #PizzaUnesco a sostegno del riconoscimento internazionale dello scorso anno – parlano di un aumento del 7% delle presenze turistiche in Campania nel 2018.

In aggiunta ai flussi storici di vacanzieri inglesi, americani, tedeschi e francesi, si è registrato anche un incremento di visitatori Paesi quali Cina, Russia e Argentina, particolarmente golosi del tradizione enogastronomica italiana.

Unitamente ai festeggiamenti in piazza, di Pizza Napoletana si è parlato al dipartimento di Agraria dell’università Federico II in occasione della presentazione  di un’indagine demoscopica su “L’arte del piazziuolo napoletano” cui hanno fatto seguito due conferenze sul riconoscimento Unesco in difesa di una tradizione con lintervento dell l’assessore regionale al Turismo, Corrado Matera, del presidente di fondazione Univerde e promotore della petizione #pizzaUnesco, Alfonso Pecorario Scanio, e dei maestri pizzaioli napoletani, Franco Pepe e Enzo Coccia. Altra manifestazione è in programma domani all’aeroporto internazionale di Napoli Capodichino con l’inaugurazione della mostra #pizzaUnesco nello spazio dell’Arte al primo piano del terminal. E altra iniziativa  è in progtamma alla Reggia di Portici, con  un convegno ospitato dal dipartimento di Agraria della Federico II che prevede la partecipazione del sottosegretario all’Agricoltura, Alessandra Pesce, di Alfonso Pecoraro Scanio, Gaetano Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, i presidenti delle associazioni Verace Pizza Napoletana, Antonio Pace, e Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccu’, e Gennaro Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti .

Il giro d’affari del comparto pizza nel 2018 è cresciuto su valori superiori ai 30 miliardi l’anno, che corrispondono a un fatturato stimato in 15 miliardi. Dopo il riconoscimento Unesco si contano 127.000 pizzerie nel 2018 rispetto alle 125.300 censite nel 2015 con la Campania che – precisa la Coldiretti – è la regione che ha il maggior numero di attività inerenti alla pizza, con il 16% sul totale delle pizzerie (e simili). Una crescita che sostiene l’occupazione stimata dalla Coldiretti nel 2018 di 100.000 addetti a tempo pieno e a di altrettanti 100.000 nel weekend.

L’impatto dei circa 5 milioni di pizze sfornate al giorno si fa sentire anche sulla produzione agroalimentare in termini di ingredienti utilizzati durante tutto l’anno con circa 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro che, anche per la spinta del riconoscimento Unesco, è stata tutelata nel 2018 dall’obbligo di indicare l’origine in etichetta, per impedire che vengano spacciati prodotti importati come Made in Italy.

 

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