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Piazza Affari si aggrappa a Renzi e Moody’s

Il Ftse Mib ha interrotto la caduta ma ora gli occhi del mercato sono sulla manovra del Governo, anticipata dal giudizio positivo di Moody’s – Segnali dalla Cina: rallentano inflazione e prezzi alla produzione – Buoni i risultati delle grande banche Usa ma resta il timore per il rialzo anticipato dei tassi.

Piazza Affari si aggrappa a Renzi e Moody’s

In Cina l’inflazione ha rallentato ulteriormente ed è scesa ai minimi da quasi cinque anni, dal gennaio 2010. I prezzi al consumo sono aumentati a settembre dell’1,6% contro il +2% di agosto, e sotto le stime dell’1,7% degli economisti. Giù anche i prezzi alla produzione, in calo a settembre dell’1,8% (1,2% ad agosto). Risultati che riportano l’attenzione sulle prossime mosse di Pechino a sostegno della crescita mentre l’andamento dell’economia globale suggerisce ai mercati che la Fed possa abbandonare l’idea di procedere a un rialzo dei tassi più veloce del previsto. Nel frattempo la Iea tagliato le previsioni sulla domanda di petrolio di 250mila barili al giorno sulle ridotte attese della crescita economica.

Rimbalza Tokyo che ha aperto in rialzo la giornata di oggi dopo cinque sedute negative sui timori sulla congiuntura mondiale. A Wall Street l’S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0,16%, il Nasdaq dello 0,32% mentre il Dow Jones è in calo dello 0,04%. A sostenere le quotazioni americane sono stati i solidi risultati della stagione delle trimestrali. Bene i risultati delle grandi banche Usa. JP Morgan nel terzo trimestre è tornata all’utile rispetto all’anno precedente anche se ha chiuso il trimestre sotto le stime, Citigroup ha battuto le attese con profitti in crescita del 6,6% a 3,44 miliardi. Il colosso della farmaceutica Abbie sta riconsiderando il takeover da 54 miliardi di dollari su Shire a causa delle mosse di Washington sull’inversione fiscale.

Sono stati infatti listini d’oltreoceano ieri a ridare slancio alle piazze europee dopo le forti vendite della mattinata. Milano ha chiuso in rialzo dello 0,09% dopo un calo intraday del 2%, Parigi +0,23%, Londra +0,42%, Francoforte +0,15%. Oggi in Cdm è atteso il via libera alla legge di stabilità che prevede tagli alla spesa per 13 miliardi. Moody’s ha rilevato che il bilancio dell’Italia ha raggiunto una posizione solida dopo anni di consolidamento e permette di prevedere più tempo per attuare le riforme.

SPAVENTA LA GERMANIA: NUOVA GELATA SULL’ECONOMIA

Ieri si è registrato il nuovo record del rendimento del bund decennale che è sceso allo 0,838. In risalita invece lo spread Btp-bund che ha chiuso a 146 punti. A spingere gli investitori verso il rifugio bund (ma anche verso i Treasury Usa) sono stati i dati macroeconomici dell’Eurozona. In particolare, ad agosto la produzione industriale dell’Eurozona è scesa dell’1,8%. Sul fronte dell’inflazione, la dinamica dei prezzi a settembre ha rallentato in vari Paesi. In Gran Bretagna l’inflazione è risultata invariata su base mensile e in aumento dell’1,2% su base annua, il livello più basso dei prezzi al consumo dal settembre 2009 ad oggi. In Francia i prezzi al consumo sono diminuiti dello 0,4% a settembre rispetto al precedente mese di agosto mentre, su base annua, si è registrato un aumento dello 0,3%. In Italia, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,4% su base mensile e dello 0,2% su base annua (la stima provvisoria era -0,1%).

Ma a spaventare i listini è stata anche la nuova gelata tedesca con l’indice Zew che misura la fiducia degli investitori. L’indice è sceso a -3,6 punti dai 6,9 di settembre, facendo peggio delle attese del mercato. Sempre oggi il governo tedesco ha tagliato nettamente le stime di crescita per l’economia, abbassandole per quest’anno all’1,2% dall’1,8% previsto in precedenza, e all’1,3% dal precedente 2% per il 2015.

In caduta la Borsa di Atene sulle divergenze tra Troika e Governo. In Spagna la Catalogna ha gettato la spugna sul referendum sull’indipendenza previsto per il 9 novembre che sarà sostituito da una consultazione popolare senza effetti legali.

A PIAZZA CORDUSIO SI LAVORA SULLA GOVERNANCE
ANCORA VENDITE SU LUXOTTICA

A Piazza Affari in fondo al Ftse Mib troviamo Mps che perde il 3,87% dopo uno stop per eccesso di ribasso. Siena è colpita dalle vendite sulla scia di un taglio del target price da parte di JP Morgan, che cita i rischi di un deprezzamento del titolo legato dal peggioramento della qualità degli asset e la necessità di ridurre l’indebitamento. Contrastato nel complesso il comprato bancario, Ubi +0,5%, Intesa +1,35%, Bpm -1,53%, Banco Popolare -0,86%, Unicredit -0,6%. Piazza Cordusio, secondo quanto risulta al Sole24Ore, sta pensando a una modifica dello statuto per il Cda per adeguarlo alle nuove normative e ai nuovi pesi nell’azionariato del gruppo. Il consiglio verrà ridotto e saranno riservati meno posti alle Fondazioni. 

Ieri l’Abi ha diffuso la nuova stima sulle sofferenze bancarie che sono salite a 174 miliardi ad agosto, facendo segnare un incremento di 1,6 miliardi rispetto a luglio e di 32,1 miliardi da agosto 2013 (+22,6% l’aumento su base annua). In rapporto agli impieghi le sofferenze sono pari al 9,2%, valore che segna il massimo dall’agosto del 1998, contro il 7,3% dell’agosto 2013.

Mentre continuano le vendite su Luxottica – 2,92% in seguito al caos governance legato alle dimissioni del nuovo co-ceo Cavatorta, il patron Del Vecchio va verso il riassetto della cassaforte a cui fa capo il gruppo di Agordo per superare il nodo della successione attraverso un aumento di capitale di Delfin riservato a Del Vecchio e la cessione del pacchetto alla moglie.

In Borsa ieri male anche il resto del lusso con Ferragamo che cede il 3,57%, Moncler l’,193%. Giù anche Atlantia (-2,10%). Tra i migliori titoli del Ftse Mib Cnh Industrial (+5,28%), Telecom Italia (+3,51%), Stm (+2,55%), Prysmian (+1,9%), Autogrill (+1,87%).

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