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Piazza Affari aspetta il nuovo Governo: Btp debole, boom dei bond Usa

I mercati cercano di decifrare il rebus politico italiano e le continue giravolte di Trump, ma intanto il risparmio si sposta sui bond americani – Btp sulle montagne russe, ma Goldman Sachs dà credito all’Italia – Petrolio sotto i 79 dollari – A Wall Street Netflix sorpassa Wal Disney

Piazza Affari aspetta il nuovo Governo: Btp debole, boom dei bond Usa

Euro debole, l’America di Trump in grande ripresa nella percezione del business, come nota (senza alcun entusiasmo) il servizio di copertina dell’Economist. È questo prima del weekend il copione dei mercati, impegnati e decifrare gli sviluppi della partita italiana ed ormai abituati alle continue giravolte di Donald Trump che ha rinunciato al meeting con Kim a Singapore. L’euro resta debole, sia perché la politica italiana preoccupa, sia perché l’economia europea continua a frenare: i dati sull’attività industriale di maggio hanno sorpreso in negativo. Cross euro dollaro a 1,171, sui minimi da novembre 2017.

Una conferma della fiducia dei mercati verso l’amministrazione Usa è arrivata invece ieri dalle aste del Tesoro: sono stati assorbiti senza problemi (2,6 richieste per ogni bond offerto) 30 miliardi di titoli a sette anni ad un rendimento del 2,875%.

NETFLIX SORPASSA WALT DISNEY: +33.000% DAL 2002!

Ma la vera sorpresa arriva da Wall Street: Netflix, il leader dello streaming tv quotato dal 2002, ha sorpassato Walt Disney, già leader indiscusso dell’industria del tempo libero con una valutazione di 153 miliardi di dollari. Dal giorno del debutto sul mercato il titolo ha guadagnato il 33.000 %!

KIM LASCIA APERTA LA PORTA AGLI USA. SALE TOKYO

Stamane i mercati finanziari dell’Asia, poco mossi, soppesano le ultime mosse della Casa Bianca, i dazi sulle automobili e la cancellazione del vertice del 12 giugno tra Donald Trump e Kim Jong Un.

La Borsa del Giappone è in lieve rialzo, dopo un avvio in calo: indice Nikkei +0,2%. Lo yen si indebolisce su dollaro dopo tre giorni consecutivi di apprezzamento.

Anche Seoul ha recuperato nel corso della notte, ad un’ora circa dalla chiusura è sulla parità. La Corea del Nord non si è offesa per il dietro front di Trump, anzi, ha fatto sapere di essere ancora disponibile ad avviare un negoziato di pace con gli Stati Uniti, lo ha scritto ieri sera l’agenzia coreana di Stato, citando il vice ministro degli esteri Kim Kie Gwan.

La Borsa di Hong Kong perde lo 0,2%, l’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzhen è piatto, il BSE Sensex di Mumbai guadagna lo 0,3%.

Debole ieri Wall Street, frenata dal ribasso dei petroliferi (-1,7% l’indice di settore): Dow Jones -0,3%, S&P 500 -0,2%, piatto il Nasdaq -0,02%

BRENT SOTTO I 79 DOLLARI. L’OPEC ALLENTA LA STRETTA

Il petrolio Brent è in ribasso dello 0,3%, a 78,7 dollari; ieri ha perso l’1,3%. Stamattina il ministro del petrolio dell’Arabia Saudita ha confermato che l’Opec e i suoi alleati intendono rivedere le restrizioni sulla produzione in vigore da 18 mesi. Ieri pomeriggio, qualcosa di non tanto diverso aveva detto il ministro dell’Energia della Russia, Alexander Novak a Pietroburgo, dove è in corso una conferenza sull’energia. I vertici di Lukoil e di Gazprom premono affinché si produca più petrolio.

Male anche a Piazza Affari gli energetici: Saipem è stata la peggiore del listino a -3,07%, Eni -0,92% e Snam -1,38%.

TURCHIA, LA NUOVA FRANA DELLA LIRA SPAVENTA ERDOGAN

Non si ferma la caduta della lira turca, nonostante le rassicurazioni arrivate ieri sera direttamente da Recep Erdogan, il quale ha promesso dopo le elezioni interventi “nuovi e seri” sull’inflazione galoppante. Cross lira turca a 4,77.

EUROPA IN FRENATA, FRANCOFORTE PEGGIO DI MILANO

Giornata complicata per i mercati europei, alle prese con il deterioramento della congiuntura dell’area euro, confermata dalla minor crescita del Pil tedesco nel primo trimestre: +0,3%, la metà del dato precedente. A peggiorare l’umore contribuiscono la minaccia dei dazi americani sull’auto e la rinuncia di Donald Trump all’incontro con Kim.

La Borsa di Milano ha annullato il guadagno iniziale e ha chiuso in ribasso dello 0,71%, a quota 22.749, una giornata all’insegna della volatilità, scandita dall’andamento delle trattative per il governo. Le vendite sono scattate quando il leader della Lega Matteo Salvini ha ribadito il suo sostegno a Paolo Savona come ministro dell’Economia. Il guadagno 2018 del FtseMib si è ridotto a +4%, avvicinandosi a quella dell’indice Eurostoxx (+0,3%) e a quella del Dax di Francoforte (-0,7%).

DEUTSCHE BANK (-4,6%) TAGLIA 7000 POSTI

La Borsa peggiore ieri è stata proprio quella tedesca (-0,94%). Oltre alla minaccia sull’export di auto in Usa ha pesato il tonfo di Deutsche Bank (-4,6%): l’istituto ridurrà il suo personale di oltre 7mila unità passando dagli attuali 97 mila addetti a meno di 90mila.

In ribasso anche Parigi (-0,21%). Il Ceo di Bnp Paribas Jean-Laurent Bonnafé ha smentito ieri le voci di un’integrazione con Deutsche Bank. Bnp Paribas ha una capitalizzazione di borsa intorno ai 77 miliardi di euro, contro i 23 miliardi di Deutsche Bank.

GOLDMAN SACHS DÀ CREDITO ALL’ITALIA

Un’impresa difficile, ma non impossibile: Goldman Sachs offre una limitata apertura di credito alla svolta italiana. “Lo spread italiano – si legge nel Global Market Daily – rimarrà sopra i livelli ottimali (120-140 punti base) ma non raggiungerà livelli tali da creare problemi sistemici per l’intera eurozona”. Nonostante il rischio di uno scontro tra il nuovo governo e i partner europei, secondo la banca, “sembra esserci una disponibilità da parte delle forze del mercato a concedere allo stadio attuale il beneficio del dubbio alle nuove autorità. Nonostante l’alto livello del debito pubblico, l’Italia ha probabilmente ancora dello spazio fiscale disponibile. Il paese genera da tempo un surplus primario stabile, l’inflazione e i tassi reali sono bassi e la banca centrale continuerà a comprare i bond governativi attraverso il reinvestimento del portafoglio costituito con il Qe nel corso dei prossimi anni”. Il metro di paragone della nuova politica, in sintesi, dipenderà dalla misura in cui saprà rianimare la crescita strutturale ed alzare gli standard di vita”.

I BRP SULLE MONTAGNE RUSSE. MARTEDÌ 5,5 MILIARDI DI BOT

Continua la navigazione travagliata dei Btp. Il decennale ha messo a segno un forte recupero nella prima parte della seduta per poi perdere posizioni a mano a mano che affioravano i contrasti sulla candidatura di Savona all’Economia. Lo spread ha chiuso a 190 punti dopo aver toccato un massimo a 196 punti base, con un’escursione di ben 17 punti base dai minimi di giornata (179 punti base). Intanto il rendimento del Bund è sceso a 0,461%.

Meno di una settimana fa, venerdì 18 maggio, il benchmark a due anni registrava in chiusura un rendimento ancora negativo (-0,022%). Tasso che già lunedì era passato a +0,209% (-0,193% lunedì 14 maggio, una settimana prima).

Mano leggera del Tesoro sul fronte dell’offerta in avvio delle aste di fine mese. Martedì 29 maggio, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori 5,5 miliardi di euro in Bot a sei mesi, importo identico a quello dei titoli in scadenza.

La risalita dei rendimenti dei Bot, anch’essi in grande fermento nelle ultime settimane, potrebbe essere stata provocata dalla decisone di non usare più la carta italiana come collaterale nelle operazioni di finanziamento all’ingrosso.

CONTINUA IL TIRO ALLE BANCHE, MEGLIO IL GESTITO

Male in chiusura le banche, in sintonia con l’andamento dei titoli di Stato. Dopo un timido rialzo iniziale, l’indice di settore italiano ha chiuso in calo dell’1,3% e quello europeo dell’1,15%. In rosso i Big: Intesa- 0,93%, peggio Unicredit -1,81%, Banco Bpm e Bper Banca -1,23%.

“La nostra analisi del business plan delle banche italiane mostra che molte, soprattutto quelle di media grandezza, stanno pianificando di ridurre gli Npe attraverso la vendita di asset. Gli investitori esteri potrebbero essere meno disposti a prendersi il rischio vista l’incertezza politica”, spiega Marco Troiano dell’agenzia di rating Scope. Secondo Troiano inoltre i timori sulle politiche di spesa del nuovo governo potrebbero avere un impatto sul credit outlook delle banche.

Meglio il gestito: Poste Italiane +0,6% dopo la firma di un accordo quadro di collaborazione con la Federazione Italiana Tabaccai. In terreno positivo anche FinecoBank (+0,3%), Azimut (+0,8%) e Banca Generali (+0,5%).

AUTO IN ROSSO, MA NON FREANNO BREMBO E PININFARINA

Fiat Chrysler (-1,84%, ma -0,9% in chiusura a Wall Street) non è sfuggita al calo dell’indice europeo, dopo la notizia dei possibili nuovi dazi Usa. L’impatto è negativo in particolare per Alfa e Maserati, con qualche eventuale problematica anche sulla produzione ed esportazione di alcuni modelli Jeep in Europa.

Debole anche Pirelli, in calo dell’1,75%. In forte recupero invece Brembo (+4,5%). Accelera anche Pininfarina (+8,89%).

Nella scuderia Benetton passo in avanti di Autogrill (+0,57%) nel giorno dell’assemblea: la società ha archiviato i primi quattro mesi del 2018 con ricavi consolidati pari a 1,33 miliardi di euro, in aumento del 5,3% a cambi costanti ma in calo del 2,7% a cambi correnti.

Giù Atlantia (-0,96%) nonostante Banca Imi abbia alzato il prezzo obiettivo da 30,2 a 31,6 euro, confermando la raccomandazione add.

LA CRISI FA SALTARE I PIANI DI LEONE FILM

Trevi sale di oltre il 4% dopo che la società ha confermato trattative con Bain Capital Credit per una possibile operazione sull’indebitamento complessivo del gruppo.

Gli effetti della crisi di fiducia si fanno sentire anche sulle small cap dell’Aim. Leone Film Group ha deciso di interrompere la procedura di accelerated bookbuilding per la cessione a “investitori qualificati” e a “investitori istituzionali” a causa delle avverse condizioni di mercato, “ampiamente influenzate – si legge in una nota – dalla attuale contingenza di instabilità politico-economica.

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