Condividi

Petrolio sotto i 50 dollari e auto in crescita

I mercati snobbano la caduta della Borsa greca ma il greggio debole frena Wall Street e spinge all’acquisto di nuove auto: brillano le vendite di Fca – Exor in sella a PartnerRe – Aria di accordi tra Telecom e Mediaset – Volano Medialanum e Fineco – Finmeccanica rivede i prezzi di Borsa del 2009 – Corrono Recordati e De Longhi ma continua a precipitare Trevi

Petrolio sotto i 50 dollari e auto in crescita

Rotola all’ingiù il prezzo del barile di petrolio, condizionando l’andamento dell’economia e dei listini. La caduta delle commodities segnala i disagi della Cina ma anche i problemi che stanno investendo, di riflesso, gli Usa: Apple, ad esempio, ha perduto ieri il 2,5% proprio per i timori di un forte calo delle vendite sul mercato cinese, il più importante della Mela.
Ma il calo del greggio (Brent sotto i 50 dollari ai minimi da gennaio) spinge i consumi e l’acquisto di nuove auto, come confermano i dati di vendita di luglio, particolarmente brillanti per chi, come FiatChrysler, produce i Suv, veri protagonisti della stagione del petrolio debole.

IL GREGGIO DEBOLE FRENA WALL STREET

Pesa così sui mercato asiatici la frenata della Cina. Tokyo perde lo 0,1%, Hong Kong -0,5%. Poco mossi anche Shanghai -0,1% e Shenzhen. Il dato più sensibile, però, riguarda il greggio. Ieri il Brent ha perduto il 5,2% in una sola seduta, precipitando sotto la soglia psicologica dei 50 dollari. Anche stamane, nonostante un rimbalzo tecnico, la quotazione è di 49,89 dollari al barile, mentre il Wti tratta poco sopra i 45 dollari.
Ieri, a Piazza Affari, Eni -0,1%, Tenaris -0,7%, Saipem -1,3%.  

Anche Wal Street è stata condizionata dall’andamento dell’oro nero. Il settore Energy ha chiuso in ribasso del 2%, condizionando il resto del listino; l’S&P 500 è sceso dello 0,3%, Dow Jones -0,5%, Nasdaq -0,3%. Non si ferma la frana di Twitter, scivolata del 5% sotto la soglia dei 30 dollari. A dicembre la quotazione aveva toccato il record di 74,73 dollari. 

L’EUROPA SNOBBA IL CROLLO DI ATENE. MILANO +0,7%

Ben più toniche le Borse del Vecchio Continente, per niente impressionate dalla frana della Borsa di Atene che ha riaperto i battenti dopo cinque settimane.

L’indice del mercato azionario greco è finito in ribasso del 16% con le banche principali, National Bank of Greece, Pireaus Bank e Alpha Bank, tutte precipitate del 30%. Un dato previsto dagli operatori: l’Etf che replica l’indice della Borsa di Atene, e che non ha mai smesso di essere scambiato a New York, aveva perduto il 19% durante lo stop degli scambi.

A Milano l’indice FtseMib ha chiuso con un progresso dello 0,7%, la Borsa di Francoforte è salita dell’1,1%, Parigi +0,7%, Madrid +0,6%. ?

Il dramma greco è stato oscurato dai dati confortanti in arrivo da molte trimestrali: Commerzbank distribuirà il primo dividendo dal 2007, i conti di Heineken +5%, dimostrano la ripresa di consumi sui mercati europei. L’andamento positivo di Piazza Affari è stato sostenuto anche da alcuni dati incoraggianti sull’economia italiana: l’indice Pmi del settore manifatturiero è salito a luglio per il sesto mese di fila a 55,3, da 54,1 di giugno, mantenendosi ben oltre la soglia di 50 che divide la crescita dalla contrazione. Continua intanto a rafforzarsi il Btp, il rendimento del decennale sceso all’1,77%. Lo spread con il Bund è a 113.

FCA SUPERSTAR, EXOR IN SELLA A PARTNER RE

I segnali di ripresa dell’economia hanno trovato conferma ieri sera con la pubblicazione dei dati delle vendite di auto in Italia. Il mercato è cresciuto a luglio del 14,5%, superando seppur di poco la soglia del milione di vetture dall’inizio dell’anno. Fiat Chrysler è salita del 19,3%, per il quinto mese di fila sopra la media. Il dato, reso noto a mercati chiusi, promette di aggiungere nuova benzina al rialzo di Fca +3,7% ieri sull’onda dei risultati Usa: grazie anche al boom di Jeep (+23%) le vendite del gruppo sono salite per il 64° mese consecutivo. 

Test oggi sul mercato per Exor +1,18% ieri dopo l’annuncio dell’ormai imminente vittoria per il controllo di PartnerRe +2% a Wall Street. La holding della famiglia Agnelli ha raggiunto un accordo per acquistare tutte le azioni per un totale di 6,9 miliardi di dollari dopo la decisione della stessa Partner re di rinunciare all’accordo di fusione con Axis Capital.

ARIA DI ACCORDI TRA TELECOM E MEDIASET

Giornata di rialzi anche per Telecom Italia +2,4% sull’onda della prossima fusione tra Wind e 3 Italia che dovrebbe ridurre la concorrenza sul mercato italiano. Ieri la società ha anche siglato un accordo con Enel in base al quale l’operatore di Tlc metterà a disposizione la propria rete mobile per trasmettere i dati relativi ai consumi di energia dei contatori elettronici. Oggi dovrebbe essere annunciata l’intesa con Mediaset per la trasmissione dei contenuti del Biscione.

Mediaset +3,2% intanto avanza sotto la spinta di un report di Kepler Chevreux che ha alzato il prezzo obiettivo a 5,4 da 5 euro, confermando la raccomandazione buy. Gli analisti attribuiscono a Premium un valore potenziale di 1,5 miliardi nel caso di una futura cessione. Enel guadagna l’1,2% A2A  sale dell’1,2%, Atlantia +1,4%.

VOLANO MEDIOLANUM E FINECO. SALE INTESA

A Piazza Affari la migliore blue chip della giornata è Mediolanum, che guadagna il 5,1% dopo la promozione di Citigroup a buy da Neutral. Ancor più robusto il rialzo di Fineco +7,5%. ??Volatile il comparto bancario: Intesa ha chiuso con un progresso dello 0,8% dopo i buoni risultati annunciati venerdì. Citigroup ha alzato il prezzo obiettivo sull’azione da 3,55 a 4 euro, confermando la raccomandazione buy, mentre Kepler Cheuvreux ha portato il Tp da 3,6 a 3,8 euro, con raccomandazione anche in questo caso confermata a buy. Arretrano invece MontePaschi -1,2% e  Mediobanca -0,2%. Unicredit +0,08%: secondo il Financial Times sarebbe in via di definizione un piano di ristrutturazione delle attività per evitare un aumento di capitale.

FINMECCANICA RIVEDE I PREZZI DEL 2009. BENE RECORDATI E DE LONGHI

Nel resto del listino, tra gli industriali da segnalare il balzo in avanti di Finmeccanica + 2,3% sui massimi dal febbraio 2009 a 13,42 euro. Gli analisti di SocGen hanno alzato il target price a 14 euro da 12 euro, confermando il giudizio Hold.

Arretra StM [STM.MI] -0,4% sulle indiscrezioni di contrasti tra l’a.d. Carlo Bozotti e il governo francese, azionista del gruppo alla pari del governo italiano. ??Fra le mid cap, Recordati +4,2%, De Longhi [DLG.MI] +8,8% dopo che Kepler Cheuvreux ha alzato il target a 25 euro confermando il giudizio buy. Ancora pesantemente negativa invece Trevi -8,7%.

Commenta