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Per arginare le dimissioni in bianco la Camera punta sui moduli prenumerati

Al vaglio di Montecitorio una modifica della legislazione, che imporrebbe l’uso di speciali moduli numerati progressivamente per le dimissioni dei dipendenti da tutte le forme di contratti di lavoro subordinato, a pena di nullità. Il Governo non è contrario, ma attende la valutazione degli eventuali costi per lo Stato del provvedimento.

Per arginare le dimissioni in bianco la Camera punta sui moduli prenumerati

Contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco pretese dal datore di lavoro al momento dell’assunzione del dipendente. E’ questo l’obiettivo di un progetto di legge giunto in discussione in assemblea della Camera, in un testo unificato, prodotto dalla commissione Lavoro, di due iniziative legislative avanzate da Nichi Vendola (Sel) e Teresa Bellanova (Pd). 

L’impianto del provvedimento è semplice. Prevede che le dimissioni dei lavoratori subordinati, con qualsiasi forma contrattuale, possano essere comunicate al datore di lavoro esclusivamente attraverso la compilazione di specifici moduli, distribuiti dagli uffici del lavoro e numerati progressivamente. In tal modo, sarebbe scongiurata la pratica dei datori di lavoro di pretendere la consegna da parte del lavoratore, contestualmente all’assunzione, di una lettera di dimissioni senza data, attraverso la quale potere rescindere in qualsiasi momento il contratto di lavoro, semplicemente datando la lettera preconsegnata.

Come rilevato nel corso dei lavori alla Camera, il fenomeno delle dimissioni in bianco riguarda soprattutto il lavoro femminile e, in particolare, l’utilizzazione della lettera di dimissioni che i datori di lavoro fanno a loro vantaggio nei casi di gravidanza delle lavoratrici.

L’assemblea di Montecitorio per ora ha rinviato l’esame del provvedimento, in attesa che il Governo produca una relazione tecnica sugli eventuali costi del meccanismo, come chiesto dalla commissione Bilancio. Nel corso del dibattito, accanto ai pareri favorevoli espressi dai rappresentanti del Pd e di Sel, si è registrato il dissenso di Gessica Rostellato, del Movimento 5 Stelle, che si è dichiarata contraria a nuovi interventi legislativi su una materia già più volte interessata da modifiche normative, almeno in attesa di verificare gli effetti del più recente di questi interventi, quello contenuto nella cosiddetta legge Fornero del 2012.

Per quanto riguarda Forza Italia, Gianfranco Chiarelli, pur ricordando il consenso per l’iniziativa già espresso dal suo gruppo politico nel corso dei lavori in commissione, ha sottolineato come la vera questione da affrontare non sia tanto quella delle dimissioni in bianco, quanto quella di una seria e ragionevole riforma della legislazione sul lavoro, che consenta alle imprese di operare in un quadro normativo che alla tutela del lavoratore affianchi la tutela delle attività d’impresa e la possibilità di gestire l’organizzazione aziendale e la forza lavoro in linea con le moderne esigenze del mercato.

In sede di elaborazione del testo unificato in commissione Lavoro, peraltro, si era registrato il parere fermamente contrario al provvedimento di Sergio Pizzolante, del Nuovo centro democratico, preoccupato dai maggiori oneri che il nuovo sistema di dimissioni potrebbe comportare per le imprese. La posizione di Pizzolante, poi assente duranti i lavori dell’assemblea, aveva suscitato un acceso dibattito dai risvolti politici, in quanto esponente della maggioranza che sostiene il Governo.

Quanto alla posizione del Governo sul progetto di legge, il sottosegretario al Lavoro, Franca Biondelli, non si è ancora espressa dinanzi all’assemblea, ma in commissione Lavoro il suo collega Massimo Cassano, anch’egli sottosegretario, si era dichiarato non ostile al provvedimento, salvo la valutazione sugli eventuali costi per l’Erario. 

I lavori sul progetto di legge dovrebbero riprendere dopo che il Governo avrà consegnato la relazione tecnica sugli oneri per lo Stato del provvedimento.

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