Condividi

Pensioni 2024, nuova stretta alla rivalutazione: cosa significa e come cambieranno gli assegni

Il meccanismo di rivalutazione del 2024 favorirà chi ha una pensione compresa tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo a discapito di chi invece percepisce un importo più alto. Confermati gli incrementi per le minime nel 2024, lo ha stabilito la Manovra

Pensioni 2024, nuova stretta alla rivalutazione: cosa significa e come cambieranno gli assegni

L’iter parlamentare del disegno di legge di Bilancio 2024, approvato dal Cdm lunedì 16 ottobre, comincerà al Senato insieme con il decreto legge “Anticipi”. E mentre si attende per la messa a punto di varie norme (come le misure per regolare l’uscita anticipata dal lavoro) non ci sono dubbi sulla nuova stretta alla rivalutazione 2024, ossia il meccanismo che adegua gli importi delle pensioni all’inflazione. Sembra che il meccanismo di rivalutazione del 2024 favorirà chi ha una pensione compresa tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo a discapito di chi invece percepisce un importo più alto. In poche parole, il governo torna a far cassa sulla previdenza: il prossimo anno dalle misure previdenziali dovranno derivare risparmi per 2,7 miliardi di euro. Di questi, 1,5 miliardi sono in realtà l’anticipo a quest’anno del conguaglio sulla perequazione delle pensioni al costo della vita, pari a 0,8% – necessario a recuperare l’inflazione effettiva del 2022 (8,1%) – , che verrà pagato a dicembre 2023 anziché a novembre come anticipato i giorni scorsi. Il resto, ossia 1,2 miliardi, arriverà in parte da un taglio dell’indicizzazione delle pensioni più ricche. Ma in che modo vengono riviste le percentuali di rivalutazione?

Indicizzazione: le fasce del 2023

Le regole attuali prevedono la rivalutazione al 100% degli assegni fino a quattro volte il minimo (2.101,52 euro lordi mensili), all’85% tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.626,90 euro), al 53% tra 5 e 6 volte il minimo (fino a 3.152,28 euro), al 47% tra 6 e 8 volte il minimo (fino a 4203.04 euro), al 37% tra 8 e 10 volte il minimo (fino a 5.253,80 euro) e al 32% oltre 10 volte il minimo Inps (quindi, di fatto, da 5.254 euro lordi in su).

Come accennato, il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni è stato anticipato al primo dicembre. A indicare la data del versamento, tradizionalmente “calendarizzata” a gennaio, è la versione finale del decreto legge di accompagnamento della Manovra varata dal Cdm.

Pensioni 2024: come vengono riviste le percentuali di rivalutazione

Le nuove regole vedranno un leggero aumento, dall’85 al 90%, della rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, cioè fino a 2.820 euro lordi, e un forte taglio, dal 32 al 18%, di quella delle pensioni più ricche (oltre 10 volte il minimo), quindi la percentuale applicata sull’assegno dovrebbe essere dello 0,97% (contro l’1,72%). Le fasce intermedie non dovrebbero essere toccate, ma non è detto per capire se ci saranno altre novità occorrerà attendere il testo finale della nuova legge di bilancio.

Aumenti pensioni minime 2024

C’è da aggiungere che nella presentazione della Manovra, la premier Giorgia Meloni ha anche accennato alla conferma per il 2024 degli aumenti delle pensioni minime già prevista nella legge di Bilancio dello scorso anno, in particolare a favore dei pensionati di età superiore ai 75 anni. Si tratta di incrementi pari all’1,5% per gli over 65 e al 6,4% per gli over 75 e di 2,7 punti percentuali per il 2024.

1 thoughts on “Pensioni 2024, nuova stretta alla rivalutazione: cosa significa e come cambieranno gli assegni

Commenta