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Partite Iva: l’Agenzia delle Entrate chiude d’ufficio 1.221 cosiddette “apri e chiudi”

L’azione rientra nell’ambito dell’applicazione della normativa stabilita dall’ultima legge di Bilancio e pensata proprio per scongiurare il fenomeno evasivo, attraverso il quale venivano create società con l’unico obiettivo di eludere il fisco e, di conseguenza, diventare veicolo di frode sull’Iva.

Partite Iva: l’Agenzia delle Entrate chiude d’ufficio 1.221 cosiddette “apri e chiudi”

La campagna contro l’evasione fiscale avviata dall’Agenzia delle Entrate ha diversi volti, tra cui quello di mettere un freno alle cosiddette Partite Iva “apri e chiudi” e quindi l’Agenzia ha emanato 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio delle stesse (dato di fine luglio), nell’ambito dell’applicazione della normativa stabilita dall’ultima legge di Bilancio pensata proprio per scongiurare il fenomeno evasivo, attraverso il quale venivano create società con l’unico obiettivo di eludere il fisco e, di conseguenza, diventare veicolo di frode sull’Iva.

Le Regioni colpite dai provvedimenti

Rispetto al totale, 359 di queste partite Iva sono state controllate e poi chiuse in Lombardia (pari al 29%), 254 nel Lazio (pari al 21%) e 166 in Campania (pari al 14%). A seguire ecco gli interventi in Toscana e Veneto con 105 chiusure in tutto. Considerando il resto del Paese, i provvedimenti hanno interessato nel complesso 232 soggetti. Come riferito dall’Agenzia delle Entrate, “i criteri di rischio per l’individuazione delle partite Iva da sottoporre a controllo e i presupposti per la chiusura d’ufficio sono stati individuati in un provvedimento delle Entrate firmato dal direttore, Ernesto Maria Ruffini, il 16 maggio 2023”.

Ulteriori controlli su 500 partite Iva

Non solo. Proprio grazie alle analisi svolte dalle strutture antifrode dell’Agenzia sulla base delle nuove norme e con l’ausilio di un nuovo e specifico applicativo informatico, è stata elaborata un’ulteriore lista di oltre 500 partite Iva aperte fra il primo gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022, nelle quali sono state riscontrate “anomalie sotto il profilo soggettivo e caratterizzate da consistenti operazioni economiche, pari nel complesso ad oltre 2 miliardi di euro, su cui verranno condotti altri approfondimenti”.

Che cosa dice la nuova norma

La legge di bilancio per il 2023 ha introdotto due commi al decreto Iva (Dpr n. 633/1972) che prevedono nuove misure di prevenzione e contrasto ai fenomeni di evasione connesse al rilascio delle partite Iva. In particolare, il comma 15-bis.1 prevede la cessazione d’ufficio della “partita” per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (“partite Iva apri e chiudi”).

Il comma 15-bis.2 stabilisce invece che il destinatario di un provvedimento di cessazione della partita Iva possa richiedere l’attribuzione di una nuova “partita” solo previa presentazione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni e dell’importo minimo di 50mila euro (o, comunque, parametrato alle violazioni fiscali commesse, se di importo superiore).

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