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Nuova manovra: pensioni, ticket, addizionali locali, rendite finanziarie, patrimoniale

Il ministro Tremonti davanti alle commissioni parlamentari con le nuove misure previste dal Governo per anticipare al 2013 il pareggio di bilancio – In vista anche tagli alle Province, liberalizzazioni e privatizzazioni dei servizi pubblici locali.

Nuova manovra: pensioni, ticket, addizionali locali, rendite finanziarie, patrimoniale

Oggi il Governo deve scoprire le carte. Dopo l’incontro deludente di ieri pomeriggio con le Parti sociali, da cui non si è ricavato nulla di nuovo se non le solite dichiarazioni d’intenti, stamane finalmente cadrà il velo sulle nuove misure messe a punto dall’Esecutivo per obbedire agli ordini della Bce. “Tutto precipita”, ha ammesso ieri il sottosegretario Gianni Letta. E per difenderci dalla speculazione non basta ricalibrare i provvedimenti stabiliti poco più di un mese fa con dalla manovra finanziaria. E’ necessario trovare altri 20-25 miliardi da mettere in cassa entro i prossimi due anni. L’obiettivo è anticipare il pareggio di bilancio dal 2014 al 2013. Le tappe intermedie prevedono di far calare il rapporto deficit-Pil al 3,8% quest’anno e all’1,5-1,7% nel 2012. Questa la contropartita chiesta da Francoforte, che da qualche giorno sta acquistando i nostri bond per gettare acqua sull’incendio dello spread fra Btp e Bund.

Sarà Giulio Tremonti a svelare quali nuovi sacrifici dovranno sopportare gli italiani. Il superministro riferisce a Montecitorio davanti alle commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Camera e Senato. I nuovi interventi diventeranno operativi con il decreto che il Governo approverà probabilmente il 16 agosto (inizialmente era previsto il 18), nel prossimo Consiglio dei ministri. Aspettando Tremonti, vediamo ora in forma di schema quali sono le nuove misure di cui più si è parlato nelle ultime ore:

NUOVA STRETTA SULLE PENSIONI

Dovrebbe essere questa la chiave di volta del nuovo piano, ma per mettere mano alla previdenza il Governo dovrà superare l’opposizione dei tre sindacati confederali (ieri la Cgil ha minacciato un nuovo sciopero generale) e soprattutto del Carroccio. “Finché c’è la Lega le pensioni non si toccano”, ha tuonato ieri Umberto Bossi dalle colonne della Padania. Ecco gli interventi più probabili:

– Abolizione progressiva delle pensioni d’anzianità, escludendo solo chi ha 40 anni di contributi. Oggi ci si può ritirare dal lavoro a quota 96 (61 anni più 35 di contributi), una cifra che salirà di un punto ogni anno fino ad arrivare a quota 100 nel 2015 (65 anni più 35 di contributi). Il gettito previsto è di 3,5 miliardi.

– Anticipazione dal 2013 al 2012 dell’adeguamento alle aspettative di vita dell’età pensionabile, che salirà di tre mesi.

– Innalzamento dell’età di pensionamento delle donne nel settore privato prima del 2020 (scadenza prevista nella manovra).

TICKET SANITARIO AGGIUNTIVO

Possibile l’introduzione di un nuovo ticket sui primi tre giorni di degenza in ospedale.

PRELIEVO DI SOLIDARIETA’ SUI REDDITI MEDIO-ALTI

Sulle orme dell’Eurotassa con cui il governo Prodi consentì all’Italia di entrare nell’euro, si fa strada l’idea di un prelievo straordinario sui redditi al di sopra di una non meglio precisata quota compresa fra i 60 e i 100mila euro l’anno.

L’INCOGNITA DELLA PATRIMONIALE

Non la vuole nessuno, dal Pdl alla Lega. “Piuttosto mi dimetto”, ha sentenziato Berlusconi. Eppure il fantasma della patrimoniale continua ad aleggiare fra i corridoi del Tesoro e della Camera. I tecnici di Tremonti hanno pensato a un’addizionale sull’Ici per la seconda casa che porterebbe un gettito di 6-7 miliardi. Un’altra possibilità è quella di un prelievo sulla ricchezza mobiliare e immobiliare delle famiglie. Per evitare questa strada, considerata un suicidio elettorale, Calderoli ha proposto una nuova tassa sui servizi da far riscuotere ai Comuni.

ARMONIZZAZIONE AL 20% DELLA TASSAZIONE SULLE RENDITE FINANZIARIE

Le aliquote di tutte le tassazioni su qualsiasi forma di rendita finanziaria vengono livellate al 20%, fatta eccezione per i titoli di Stato (Bot e Btp resterebbero al 12,5%). Da questa misura non si potrebbe ricavare più di un miliardo di euro.

TAGLI ALLE PROVINCE

Su questo terreno si giocherà probabilmente gran parte della spinosa partita sui tagli alla politica. Si prevede uno stop per tutte le province istituite ma non operative e l’abolizione di quelle che hanno meno di 300mila abitanti.

PRIVATIZZAZIONI E LIBERALIZZAZIONI

Quasi sicuramente il decreto conterrà una serie di liberalizzazioni, nonché la privatizzazione di vari servizi pubblici locali.

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