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Mutui: rate più leggere. L’Abi ora dà istruzioni alle banche, prima di arrivare all’insolvenza

Dopo un confronto con il ministero dell’Economia l’Associazione bancaria ha diramato una nota agli istituti di credito per sollecitare misure che vadano incontro ai sottoscrittori, tra cui l’allungamento del mutuo. Ecco le novità

Mutui: rate più leggere. L’Abi ora dà istruzioni alle banche, prima di arrivare all’insolvenza

L’Abi procede per passi successivi per cercare di allentare la morsa delle rate dei mutui, in continuo aumento dopo la decisione della Bce un anno fa di partire con la campagna di aumento dei tassi. La nuova mossa si è concretizzata in una circolare che l’Associazione bancaria ha recapitato a tutte le singole filiali sul territorio nazionale, secondo anticipazioni di stampa, con le opzioni da adottare prima che la situazione diventi problematica e si arrivi all’insolvenza.
Già all’assemblea dell’Abi, il presidente Patuelli lo scorso 5 luglio aveva annunciato che ci sarebbero state nuove misure in particolare riguardanti l’allungamento dei mutui a tasso variabile, sollecitate, da quello stesso palco dal ministro Giorgetti. Ne aveva fatto seguito un memorandum che l’Abi aveva inviato a metà luglio all’indirizzo dei clienti delle banche segnalando le possibilità disponibili in Italia per le famiglie. Con la nuova mossa l’Abi si rivolge direttamente alle banche.

La misura è per mutui a tasso variabile senza “cap”

Il mercato italiano dei mutui per l’acquisto della casa rappresenta la parte più rilevante del credito alle famiglie con oltre 425 miliardi di euro di consistenze (maggio 2023), di cui il 63% a tasso fisso e il 37% a tasso variabile. Le misure dell’Abi sono dirette proprio a questi ultimi senza “cap”, cioè senza tetto massimo stabilito.
Se si considerano le nuove erogazioni di mutui a tasso variabile, oltre il 30%, prevede un limite al tasso di interesse. A maggio 2023, i tassi d’interesse sui mutui-casa a tasso variabile in Italia sono cresciuti al 4,40% in conseguenza del rialzo, a partire da luglio 2022, dei tassi di riferimento dell’Eurotower.

Ecco che cosa propone l’Abi

Ora le banche possono proporre ai propri clienti “soluzioni senza nuovi oneri”: l’allungamento del piano di ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa, l’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione dei contratti di mutuo ipotecario da variabile a fisso, introdotta dalle legge di bilancio 2023 (ad esempio, ammettendo alla misura anche soggetti con reddito Isee o con mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla legge che li fissa rispettivamente a 35 mila euro e 200.000 euro). Infine le banche dovranno informare i clienti della possibilità di ricorrere al Fondo Gasparrini.

La strada dell’allungamento del mutuo non è del resto la panacea di tutti i mali: occorre vedere a chi e in che modo può essere utile. Ci sono anche altre strade che i mutuatari possono percorre: la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario in un’altra banca, modificare le relative condizioni contrattuali, oppure trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. Tutte strade già indicate nel memorandum.

Come si inserisce la misura nella cornice dell’Eba

L’operazione per le banche non è banale. L’intervento si inserisce nella cornice della normativa Eba modificata nel 2021 con la pubblicazione di un Regolamento dell’Unione europea e linee guida che uniformano i criteri di classificazione a default. Modificare il piano di ammortamento per l’allungamento del prestito equivale per la banca a un ritardo nel pagamento del debito. E per il debitore significa rischiare di essere classificato in default. Per l’istituto la conseguenza è l’aumento dei crediti deteriorati e degli accantonamenti, mentre per chi ha un mutuo significa più interessi e difficoltà di accesso a nuovo credito. I casi di riclassificazione del credito per i mutuatari si legano a tre fattori: il ritardo di oltre 90 giorni consecutivi nel pagamento e lo sconfinamento di oltre 100 euro sul conto, cioè l’andare in rosso. In più il cliente deve superare anche la soglia di rilevanza pari all’1% dell’esposizione verso il gruppo bancario. In passato, come ricorda la federazione autonoma bancari, Fabi: “non esisteva una soglia minima, la soglia era pari al 5% ed era possibile la compensazione con altre linee di credito non utilizzate”. Le banche avevano, in breve, più spazio di manovra. Con le nuove regole per l’Abi è cruciale intervenire sulle rate prima che siano scattati i 90 giorni di ritardo perché a quel punto la banca potrebbe dover riclassificare il credito.

Tetto Isee per la conversione

Il piano dell’Abi prevede poi di alzare da 35 mila a 45mila euro il tetto Isee per convertire il mutuo da tasso variabile a fisso per chi ha finanziamenti entro i 200 mila euro. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200.000 euro e con l’ISEE del mutuatario che non deve superare i 35.000 euro.

Che cos’è il fondo Gasparrini

Per le famiglie in difficoltà c’è poi la possibilità di usare il fondo Gasparrini. Il meccanismo è noto: la rata viene sospesa fino a 18 mesi e gli interessi vengono versati dal fondo. Possono accedere a questo strumento professionisti, partite Iva e lavoratori in cassa integrazione ma solo se in difficoltà economica.

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