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Risparmio in allarme, cresce il patrimonio ma i riscatti sfiorano i 50 miliardi nel 2023. Tengono gli obbligazionari

Il 2023 nel risparmio gestito italiano vede un aumento del patrimonio grazie al rally di mercato, ma i riscatti per l’industria sfiorano i 50 miliardi. I dati di Assogestioni

Risparmio in allarme, cresce il patrimonio ma i riscatti sfiorano i 50 miliardi nel 2023. Tengono gli obbligazionari

L’anno 2023 nel settore del risparmio gestito italiano è caratterizzato da un mix di risultati positivi e sfide evidenti, come indicano i dati forniti da Assogestioni. Da un lato, l’effetto rally dei mercati ha giocato un ruolo significativo nel contribuire alla crescita del patrimonio gestito. Secondo l’ultima mappa dell’associazione di categoria dell’asset management guidata da Carlo Trabattoni, a fine novembre il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito ha registrato un aumento di circa 60 miliardi di euro rispetto al mese precedente, raggiungendo i 2.255 miliardi di euro. L’effetto performance di mercato è stato valutato positivamente, con un incremento del 3%. Tuttavia, nonostante questo contesto positivo, il settore sta affrontando sfide significative. A novembre, i riscatti hanno superato i 7 miliardi di euro, portando il totale annuale a 49,5 miliardi di euro. Ciò indica che, nonostante l’andamento positivo del mercato, gli investitori stanno comunque optando per riscattare le proprie posizioni. Questi riscatti sono particolarmente evidenti nelle gestioni di portafoglio istituzionali, con deflussi che si avvicinano ai 36 miliardi di euro dall’inizio dell’anno.

Fondi aperti in rosso, tengono gli obbligazionari

Inoltre, i fondi aperti, nonostante le condizioni relativamente migliori, mostrano un saldo negativo di 19 miliardi di euro. Tuttavia, una nota positiva proviene dai comparti obbligazionari, che hanno attratto flussi per 3,5 miliardi a novembre e quasi 22 miliardi nell’anno, sottolineando l’interesse crescente verso questa area di investimento grazie ai rendimenti dei titoli di Stato.

In termini di raccolta, a novembre si è osservata una diminuzione dell’entità dei deflussi, pari a -7,1 miliardi di euro rispetto ai -8,1 miliardi di ottobre. Le gestioni collettive hanno registrato deflussi per -2,1 miliardi di euro, mentre le gestioni di portafoglio hanno segnato -5 miliardi di euro, in netto miglioramento rispetto ai -6,2 miliardi di ottobre.

Campioni del mese: Poste, Arca, Mediolanum e Jp Morgan Am

Tra gli attori principali del settore, le performance del mese di novembre vedono emergere alcune società. Poste Italiane si collocano al primo posto per la raccolta netta con 812,3 milioni di euro, seguite da Arca con 464,5 milioni di euro e dal gruppo Mediolanum con 267,1 milioni di euro. D’altra parte, gruppi come Intesa Sanpaolo, Anima e Generali hanno registrato deflussi significativi.

In termini di patrimonio, Intesa Sanpaolo (quindi Eurizon e Fideruam) mantiene la leadership con 478,8 miliardi di euro, seguito da Generali con 442,8 miliardi. La distribuzione del patrimonio mostra anche una significativa partecipazione di Amundi (213 miliardi) e Anima (181 miliardi).

In conclusione, il 2023 si presenta come un anno di sfide e opportunità per il settore del risparmio gestito italiano, con l’effetto positivo dei mercati che contribuisce in parte a mitigare gli impatti dei consistenti riscatti registrati nel corso dell’anno.

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