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Mps, Deutsche Bank indagata a Milano: “Stiamo collaborando”

Deutsche Bank è indagata in base alla legge 231 per la responsabilità delle aziende in relazione ai reati presupposti di concorso in aggiotaggio e falso in bilancio ipotizzati a carico di un suo manager, che all’epoca dei fatti era a capo delle operazioni che avevano portato alla sottoscrizione da parte di Mps del derivato Santorini nel 2002.

Mps, Deutsche Bank indagata a Milano: “Stiamo collaborando”

La procura di Milano sta indagando su contratti derivati conclusi fra Deutsche Bank e Monte dei Paschi di Siena. Lo riferisce Deutsche Bank in una nota. “La procura di Milano ha in corso un’inchiesta che comprende transazioni che abbiamo concluso con Banca Monte dei Paschi di Siena nel 2008 – si legge nella nota della banca tedesca -. Stiamo collaborando con queste indagini”.

In precedenza, dopo che la notizia è stata scritta da due quotidiani italiani oggi, anche due fonti a diretta conoscenza del dossier avevano confermato l’iscrizione sul registro degli indagati della banca tedesca dopo il trasferimento a Milano degli atti del procedidimento Mps per competenza dalla procura di Siena, aggiungendo che Deutsche è indagata in base alla legge 231 per la responsabilità delle aziende in relazione ai reati presupposti di concorso in aggiotaggio e falso in bilancio ipotizzati a carico di un suo manager che all’epoca dei fatti era a capo delle operazioni che avevano portato alla sottoscrizione da parte di Mps del derivato Santorini nel 2002, poi ristrutturato nel 2008 e chiuso nel 2013.

Le fonti precisano che l’iscrizione di Deutsche Bank risale indietro nel tempo e la definiscono “ovvia” dopo il trasferimento degli atti da Siena, perché la vicenda del derivato Santorini viene considerata “speculare” rispetto a quella del derivato Alexandria per il quale due settimane fa la procura di Milano ha chiuso l’inchiesta a carico, oltre che di Mps e dei suoi ex vertici, di Nomura e di un suo manager.

L’accordo chiuso fra Mps e Deutsche Bank su Santorini nel 2013 comportò un onere una tantum di 194 milioni di euro sui conti della banca italiana. Mps, per chiudere il contratto, pagò una transazione da 525 milioni, con uno sconto di circa 220 milioni sui valori di mercato. Santorini è uno dei tre derivati al centro dell’indagine milanese, che comportarono una perdita di 730 milioni di euro nel bilancio 2012 di Mps.

A differenza di Santorini, il contratto Alexandria con Nomura è ancora in corso (la Bce ha chiesto a Mps una chiusura anticipata entro luglio) e la banca senese ha citato per danni l’istituto giapponese al Tribunale civile di Firenze, chiedendo “almeno” 750 milioni di euro.

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