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Monte dei Paschi lancia il primo fondo minibond dedicato alle pmi italiane

Gli sforzi congiunti di Mps, Finanziaria Internazionale sgr e Confindustria hanno permesso di istituire il primo fondo che investe in minibond sul mercato italiano. L’iniziativa si inquadra nelle opportunità aperte dalla legge 134 del 2012, rivolta a favorire canali di finanziamento alternativi a quello bancario.

Monte dei Paschi lancia il primo fondo minibond dedicato alle pmi italiane

La “Disintermediazione intelligente” è un concetto molto caro a Fabrizio Viola, ceo di Monte dei Paschi di Siena, e rappresenta l’idea di affrontare l’inprescindibile riduzione del funding gap, ossia del divario tra l’entità degli impieghi e l’ammontare della raccolta nei bilanci bancari, salvaguardando l’afflusso di capitali al sistema produttivo.

In quest’ottica è avvenuto il lancio del “Fondo Minibond Pmi Italia”, il primo fondo che investe in minibond sul mercato italiano, a beneficio di quelle piccole e medie imprese che costituiscono il 68% del valore aggiunto e l’80% dell’occupazione nazionale. A queste viene quindi fornito un canale di finanziamento alternativo a quello bancario nella piena consapevolezza che le contingenzee dell’oggi perdureranno probabilmente anche domani, a causa dell’implementazione di Basilea 3.

La roadshow di presentazione e promozione del prodotto, che ieri ha fatto tappa a Roma, nella sede Montepaschi di via Minghetti, vede impegnati in prima persona lo stesso Viola assistito da Andrea de Vido, amministratore delegato di Finanziaria Internazionale sgr e da Vincenzo Boccia, vicepresidente di Confindustria, in rappresentanza delle principali istituzioni artefici dell’iniziativa.

Il Fondo si configura come uno strumento volto alla raccolta di capitale tra i soli investitori qualificati (compresi quindi i privati autocertificatisi investitori professionali, oltre agli investitori istituzionali) con target di investimento prevalentemente in minibond quotati emessi da pmi italiane anche non quotate, ovvero minibond non quotati purchè emessi da pmi italiane le cui azioni siano negoziate su mercati regolamentati.
La somma allocata in ciascun progetto imprenditoriale dovrebbe aggirarsi mediamente tra i 3 e i 5 milioni di euro, salendo al massimo fino a 10. Il Fondo ha una dotazione massima di 150 milioni di euro, sufficienti mediamente a soddisfare le esigenze di 30-50 imprese.

Questa soluzione è resa possibile e trae impulso dal nuovo quadro normativo disegnato dalla legge 134 del 2012. Primo, le società non quotate possono ora procedere ad emissioni obbligazionarie in deroga ai limiti imposti dall’art. 2412 c.c. (il doppio di capitale sociale + riserva legale + riserve disponibili) purchè le suddette emissioni siano quotate. Questo permette di aggirare la ben nota scarsa patrimonializzazione delle pmi. Secondo, sono stati eliminati gli ostacoli di natura fiscale all’utilizzo dei corporate bond, introducendo in aggiunta la deducibilità degli interessi passivi (nei limiti del 30% dell’ebitda) per le società emittenti.
Il connubio tra minibond quotati e la destinazione rivolta ai soli investitori qualificati, consente di beneficiare di procedure particolarmente semplificate per le imprese, anche con riferimento all’accesso a Borsa Italiana.

Il Fondo sarà promosso e gestito da Finanziaria Internazionale Investments Sgr e collocato insieme a Banca Monte dei Paschi di Siena, che ricoprirà il ruolo di advisor delle imprese emittenti, accompagnandole nell’attività necessaria per l’accesso al Fondo.
In caso di società non quotate, il listing avverrà presso il segmento Extramot Pro di Borsa Italiana, piattaforma istituita ad hoc per la negoziazione di obbligazioni corporate, cambiali finanziarie o “project bond” a supporto delle esigenze di funding delle imprese.

Montepaschi effettuerà anche un’analisi di preselezione delle imprese candidate, sottoponendo le candidature approvate a Finanziaria Internazionale. Terminata questa fase di screening iniziale, il dipartimento analisi investimenti della Sgr condurrà una propria analisi delle società meritevoli individuate in via preliminare, che verrà corredata da un’analisi della società di rating indipendente Crif (rating unsolicited, cioè misurato sulla base di informazione pubblica che non assorbe risorse manageriali dell’impresa sotto esame) e da un’indagine di settore realizzata da Prometeia.
La partecipazione di diversi soggetti nel processo di valutazione assicura quella molteplicità di vedute che costituisce un’importante garanzia per i sottoscrittori del Fondo.

Il Fondo si riserva di sostenere solamente piani di investimento o il finanziamento del circolante; non sarà perciò ammesso il conferimento dei fondi per consolidare i debiti esistenti, tantomeno, ci tiene a precisare Monte dei Paschi, se sussistono nei suoi confronti.
Quanto ai vincoli di carattere settoriale, le politiche del Fondo escludono investimenti nel comparto immobiliare/real estate e nei servizi finanziari.

Dal punto di vista dell’investitore si tratta di avvantaggiarsi di un fondo mobiliare chiuso, specializzato nella valutazione e nella costruzione di portafogli di minibond, che mette a disposizione un’altra asset class ove diversificare senza la necessità di effettuare proprie analisi del rischio, che in caso di minibond avrebbero costi non proporzionati alla dimensione media delle emissioni.
La durata del Fondo è pari a sette anni e il taglio minimo di sottoscrizione si assesta a 50 mila euro (il minimo compatibile con la natura legale del fondo).
I minibond saranno strutturati come titoli senior unsecured (che dal punto di vista dell’impresa significa non verranno chieste garanzie), con scadenza massima pari a 5 anni, ma che prevedono il rimborso graduale del capitale dopo un congruo periodo di preammortamento. Quest’ultima caratteristica riduce la durata media finanziaria dell’investimento, ed allevia l’illiquidità dei minibond dovuta alla ancora ristretta dimensione del mercato.
Le cedole sono a tasso fisso e il rendimento viene ipotizzato al 6-7% netto, una volta detratto i costi di gestione che oscillano tra lo 0,9% e l’1,20% del nav.

il tasso corrisposto qualifica i minibond come appartenenti al segmento high yield, tuttavia Mps precisa come la rischiosità insita nei minibond selezionati dal Fondo sia ben minore, sia per diversificazione del portafoglio di investimento, sia per la qualità dei progetti e delle realtà imprenditoriali finanziate. Rimane tuttavia lecito chiedersi quanto il mercato possa essere ampliato senza allentare i requisiti di selezione.

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