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Miele, dalla Ue più controlli su import dalla Cina

A comunicarlo Paolo De Castro, presidente pro-tempore della Commissione agricoltura del Parlamento europeo: “Dalla Cina arriva miele non conforme”.

Miele, dalla Ue più controlli su import dalla Cina

“La Commissione europea non intende abbassare la guardia sulla conformità del miele importato in Europa, in particolare dalla Cina, nel rispetto degli elevati standard di qualità che i nostri apicoltori devono rispettare ogni giorno con fatica e costi, a vantaggio di tutti noi consumatori. Ma non basta! Come nuovo Parlamento Ue abbiamo l’obiettivo di tutelare e rendere ancora più competitivo il settore in Europa”. Lo rende noto Paolo De Castro, presidente pro-tempore della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, in relazione alla risposta ricevuta alla sua interrogazione dal commissario alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis.

“Dal 2015 – scrive Andriukaitis – la Commissione europea ha avviato un piano di controllo coordinato al fine di evitare la diffusione di miele adulterato sul mercato unico. Da allora, sono state effettuate – continua la missiva – una serie di verifiche (di cui quasi oltre il 30% riguardavano solo la Cina) al fine di evitare casi di possibile frode nel settore del miele. Infine, un dazio del 17,30% è stato introdotto per tutte le importazioni in Europa di miele dalla Cina”.

“Abbiamo bisogno di un’apicoltura sempre più forte in Europa, per poter rispondere alle sfide ambientali globali che ci attendono. Per questo – sottolinea De Castro – continueremo a lavorare nella prossima legislatura per salvaguardarlo e proporremo la creazione di un piano settoriale sul miele, una Organizzazione comune di mercato che sia ancora più ambiziosa dell’attuale, al pari di quelle già esistenti per ortofrutta e vino”.

Per De Castro infatti, “è importante intervenire sul piano comunitario perché, sul fronte dei controlli, al momento l’Italia già spicca per requisiti e garanzie di legge rispetto al resto del mondo”. Nel 2018, la produzione di miele in Italia è volata con un aumento del 22%. “Ma si tratta di una evoluzione ancora fragile – conclude De Castro – che va protetta per assicurare un futuro ai nostri apicoltori e all’intero settore agroalimentare”.

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