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Mediaset e Telecom in forte ribasso ma le banche salvano la Borsa

Piazza Affari chiude in sostanziale parità una seduta che vede in perdita i principali listini ma presenta due facce: da un lato la buona performance delle banche (Popolari in testa) e di Saipem, e dall’altro il tracollo di Mediaset e Telecom Italia – Vendite anche su Stm, Prysmian e Buzzi.

Mediaset e Telecom in forte ribasso ma le banche salvano la Borsa

Giornata all’insegna del nervosismo sui mercati europei, in attesa di segnali sui tempi di un innalzamento dei tassi da parte della Federal Reserve e di capire se paesi Opec e non Opec troveranno un’intesa sul contenimento della produzione di petrolio.

I listini del continente chiudono quasi tutti in rosso, mentre Wall Street, altalenante, apre in leggero calo. L’avvio deludente della stagione degli utili aziendali di ieri contagia nella notte anche le borse asiatiche, che si fermano in territorio negativo: -1,09% Tokyo; -0,60% Hong Kong; -0,22% Shanghai.

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari galleggia oggi intorno alla parità e chiude a -0,02%. Negativi sono soprattutto Mediaset -4%, peggior titolo di giornata, penalizzata dalle incertezze su Premium e Telecom che perde il 2,91%. I bancari danno però respiro al listino. C’è un cambiamento del sentiment per il settore, dopo un report di Citigroup, che ritiene “gli ultimi risultati incoraggianti, la qualità degli asset sta iniziando a migliorare e i nodi principali sono ben noti e riflessi nelle basse valutazioni attuali, dovute anche ai timori sulla stabilità del sistema”. Effervescenti risultano Banco Popolare, +6,07% e Banca Popolare di Milano, +1,21%, per un’aggregazione che sembra sempre più prossima e credibile, su cui oggi c’è una presa di posizione dei segretari generali dei sindacati del credito: “I soci Bpm – sostengono – hanno la responsabilità di votare non solo per il futuro della loro banca ma per l’intero sistema bancario italiano”.

In netto rialzo Ubi Banca (+6%), Unicredit (+2,39%), Banca Mediolanum (+1,55%). Mps recupera lo 0,76% e, secondo fonti di stampa, entro la prossima settimana i soci Axa, Falciai e fondazione Mps si incontreranno per esaminare i nomi per la presidenza, una rosa nella quale compare anche Fabrizio Saccomanni. E il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan afferma: “Non si prospettano per Mps misure di supporto pubblico o men che meno di nazionalizzazione, così come l’apertura di una procedura di risoluzione”.

Tecnologici in tensione (Stmicroelectronics -2,68%), trascinati dal crollo di Ericsson a Stoccolma, con un comparto europeo già in flessione del 2% e appesantito dai problemi di Samsung. Anche i colloqui tra Fiat Chrysler Automobiles e Samsung per una partnership nel settore auto sono in stallo, proprio perché il gruppo sudcoreano è concentrato a risolvere la questione di Galaxy Note 7. Secondo Bloomberg le due aziende non avrebbero nemmeno trovato ancora un’intesa sulla valutazione di Magneti Marelli e su come strutturare l’operazione. Le trattative restano, ma è improbabile una firma entro l’anno. Bene i petroliferi, con Tenaris e Saipem, meno brillante Eni che lascia sul terreno lo 0,67%.

Fuori dall’indice principale si segnala una notizia su Mondo TV, player europeo nella produzione e distribuzione di animazione, quotato nel segmento Star di Borsa Italiana. La piccola Heidi oggi fa impennare il titolo in misura superiore al 3%. La controllata Mondo TV iberoamerica infatti unitamente alla coproduttrice Alianzas Producciones, ha concluso un accordo con Nickelodeon Latin-America per l’ingresso di quest’ultima nella produzione della serie live teen “Heidi, Bienvenida a casa”, attualmente in corso di produzione. La serie sarà trasmessa in orario prime time nei paesi dell’America Latina a partire già dai primi mesi del 2017. Questo accordo, sostiene la società, permette già una significativa copertura del budget di produzione e gli sviluppi per il giocattolo e il licensing e merchandising in America Latina “impatteranno molto positivamente sui conti 2017-2020 del gruppo”.

Liete notizie e addii in borsa: dopo 91 anni Italcementi lascia Piazza Affari a seguito dell’integrazione nella tedesca HeidelbergCement. Il titolo, già sospeso nella sedute del 10 e dell’11 ottobre, viene sostituito nel listino da Brembo, azienda italiana produttrice di freni per veicoli.

La giornata soffre anche l’attesa dell’apertura di Wall Street e della pubblicazione in serata dei verbali della riunione della Federal Reserve del 21 settembre scorso. A quando l’innalzamento dei tassi Usa? A confortare un po’ gli animi provvedono le dichiarazioni di William Dudley, presidente della Fed di New York e membro votante del Federal Open Market Committee, secondo il quale la normalizzazione della politica monetaria dovrebbe avvenire in maniera graduale. 

A mettere sotto pressione i mercati c’è poi l’andamento del petrolio. Secondo quanto riferisce Radiocor gli analisti di Oppenheimer affermano che le trattative dell’Opec per un taglio alla produzione “sono solo chiacchiere”. Il petrolio a novembre al Nymex scivola dell’1% a 50,25 dollari al barile. Oggi il brendt perde l‘1,07%, l’oro lo 0,10%. L’euro arretra rispetto al dollaro dello 0,40%. Mohammed Saleh al-Sada, ministro dell’energia del Qatar, dopo un incontro a Istanbul con i colleghi di alcuni paesi Opec, annuncia però che la Russia, paese non membro del cartello, è stata invitata a una riunione tecnica dell’Opec il 28 e 29 ottobre.

Continuano intanto le ristrutturazioni bancarie per il contenimento dei costi: Lloyds Banking Group, la maggiore banca retail della Gran Bretagna, che ha come principale azionista il governo, taglierà 1.230 posti di lavoro nell’ambito del piano di risparmi annunciato due anni fa. I titolo a Londra è partito al ribasso: -1,16%, mentre l’indice Ftse 100 segnava -0,2%.

Bnl, del gruppo francese Bnp Paribas, ha comunicato invece ai sindacati una riorganizzazione che prevede entro il 2020 la chiusura di 100 filiali e quasi 700 esuberi, tra coloro che hanno i requisiti per accedere alla pensione. Altre notizie dal mondo: nel mese di settembre l’inflazione in Portogallo è salita dello 0,7% congiunturale e dello 0,6% su anno. In Cina le vendite di automobili tornano a livelli record in settembre: +26,1% rispetto al 2015, per un totale di 2,56 milioni di auto vendute in un mese.

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