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Marcello Fonte, la vera storia dell’eroe di Cannes

Balzato improvvisamente alla ribalta con la vittoria della Palma d’oro al Festival di Cannes come miglior attore per la interpretazione di Dogman, su Marcello Fonte sono fioriti infiniti anedotti ma non tutti veri – Non ha mai abitato in una grotta ma in capanno dell’orto del padre. E’ vero però che la fidanzata storica si è ritirata in convento e per giorni lui l’ha implorata di uscire con un cartello su cui campeggiava la scritta “Ti amo”

Marcello Fonte, la vera storia dell’eroe di Cannes

Marcello Fonte, che tutti già chiamano Marcellino, ha vinto il premio per il miglior attore al festival di Cannes. E questo è ormai noto. Ma quello che non ci si aspettava è l’esplosione mediatica intorno a lui non come attore, ma come personaggio sorprendente anche fuori dal set. Le sue dichiarazioni candide e poetiche già sul palco a Cannes hanno sorpreso tutti e ora si è scatenata una corsa a saperne di più.

Del resto la vita Marcello è piena di aneddoti, che lui spontaneamente dispensa a piene mani.

La sua storia è strettamente legata a quella del fratello, che ha vent’anni più di lui, Pasquale Fonte,architetto di feng-shui,che per mantenersi agli studi a Roma negli anni 80 inizia a fare piccole comparsate a Cinecittà.

Da lì viene scritturato come coprotagonista in uno sceneggiato televisivo e Marcello,ancora bambino, mentre cena con i genitori, lo vede sullo schermo televisivo e prende la sua decisione: anche lui farà questo. Gli anni passano e giunto all’adolescenza, inizia a far preoccupare la madre, che decide di mandarlo a Roma per qualche tempo ospite del fratello. Qualche giorno si trasforma in dieci anni, dove gli aneddoti che Pasquale  ora racconta sono infiniti.

Marcello inizia a fare telefonate a destra e a manca per proporsi, assicurando che pagherà lui le bollette. Chiama i cellulari e mette tutte le fatture che arrivano in un cassetto, che il fratello disperato scoprirà a danno avvenuto. Su suggerimento di Pasquale si mette alla compilazione di un curriculum e scrive per giorni, per poi presentare un malloppo di 90 pagine, che leggerà di sera a qualche festa facendo morire dal ridere tutti i presenti.

Di fatto Marcello, che ha esordito come attore drammatico, ha una verve comica travolgente. Nel 2001,dopo vari tentativi riesce ad entrare come comparsa nel film The gang of New York di Martin Scorsese, con Leonardo di Caprio, ma alla festa di fine lavorazione, mentre tutti lo cercano, prende il treno e torna in Calabria. Chiamano il fratello a partecipare al suo posto. Allo stesso modo, i giorni scorsi, se n’è andato da Cannes dopo la proiezione  di Dogman,e hanno dovuto riacciuffarlo a Roma e caricarlo su un aereo, quando ormai tutte le indiscrezioni lo davano vincente.

Inizia poi la stagione dei teatri occupati. Prima il teatro Valle, poi il cinema Palazzo, un centro sociale dove si esibiscono gli ex detenuti di Rebibbia.Marcello si rende prezioso per le riparazioni di fili e tubi e alla fine ne diventa il custode. il resto si sa: muore in bagno il protagonista e Marcello, che a furia di ascoltare ha imparato la parte, lo sostituisce e viene notato dai collaboratori di Garrone. Oggi davanti al cinema Palazzo campeggia uno striscione con su scritto:Benvenuto Marcellino.

Molto altro è già stato raccontato: la fidanzata storica che lo lascia per farsi suora e Marcello che per giorni staziona davanti al convento con uno striscione dove c’è scritto: ti amo. I suoi trascorsi di artista a tutto tondo,dalla musica alla scultura. Ma dove i fratelli, sette in tutto, non ci stanno è la storia del tetto in lamiera da dove lui da bambino ascoltava la pioggia,immaginandosi che fossero applausi. Lo ha raccontato a Cannes. Non vivevamo in una baracca, dicono, quello era solo un capanno dell’orto vicino ad un fiume. Ma è troppo tardi. Gli inviati stanno già assediando il paesino alla ricerca di queste origini miserabili che non sono mai esistite.

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