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L’economia circolare è centrale nella quarta rivoluzione industriale

Il Ministro dell’Ambiente interviene al convegno sull’economia circolare organizzato da Hera nell’ambito degli eventi collegati al G7 sull’ambiente e cita fra i casi virtuosi il territorio servito della multiutility. Con 300 milioni di euro generati perseguendo obiettivi dell’Agenda ONU al 2030, Hera presenta il proprio bilancio di sostenibilità e chiede regole condivise per accelerare la transizione verso modelli di sviluppo sempre più green.

L’economia circolare è centrale nella quarta rivoluzione industriale

A pochi giorni dal G7 sull’ambiente, gli eventi ad esso collegati entrano nel vivo con il convegno sull’economia circolare organizzato dal Gruppo Hera nella propria sede bolognese, in occasione della presentazione del bilancio di sostenibilità della multiutility e alla presenza, fra gli altri, del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Proprio il Ministro ha sottolineato la centralità dell’economia circolare nel quadro della quarta rivoluzione industriale che stiamo attraversando, evidenziando gli importanti passi in avanti compiuti da regioni come l’Emilia-Romagna. Tante, del resto, le influenti personalità del mondo dell’impresa, delle istituzioni e della ricerca intervenute oggi in Hera per confrontarsi sulla transizione verso modelli di sviluppo sempre più sostenibili. Fra queste Enrico Giovannini, Professore di Statistica Economica all’Università di Roma “Tor Vergata”; Oscar Farinetti, creatore e fondatore di Eataly; Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont e Carlo Ratti, Direttore presso il Mit del Senseable City Lab.

A precederli l’intervento di Ellen MacArthur, nota anche per l’omonima fondazione, che nel mondo rappresenta l’organizzazione più attiva e importante nell’ambito dell’economia circolare. “Nel giro di 100 anni il carbone sarà finito – ha spiegato la MacArthur – ma risparmiare risorse non basta: deve servirci per guadagnare tempo e consentirci la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare, che sganci la scarsità delle risorse dalle nostre prospettive di crescita, puntando su innovazione, formazione e nuove generazioni.”

“Innovazione” e “creatività”, del resto, sono le parole d’ordine del convegno organizzato da Hera che – attraverso i suoi vertici aziendali – ha raccontato il proprio impegno sul fronte della sostenibilità, mostrando come 10 dei 17 obiettivi elencati nell’Agenda dell’ONU al 2030 vedano il Gruppo fortemente impegnato.

La nuova edizione del bilancio, in particolare, rende conto del “valore condiviso”, ossia della ricchezza generata da Hera perseguendo gli obiettivi dell’Agenda globale. Pari a 1/3 del margine operativo lordo complessivo, il valore condiviso della multiutility ammonta per il 2016 a 300 milioni di euro, ed è stato prodotto lavorando in tre ambiti strategici: uso intelligente dell’energia (con 48 milioni di euro generati dalla promozione dell’efficienza energetica e 29 milioni di euro dalla diffusione delle energie rinnovabili); uso efficiente delle risorse (con 110 milioni di euro ottenuti progredendo nella transizione verso un’economia circolare e 83 milioni di euro ricavati dalla gestione sostenibile della risorsa idrica); innovazione e sviluppo del territorio (con 18 milioni di euro derivanti da progetti innovativi e digitalizzazione, 11 milioni di euro relativi a tutela dell’aria e del suolo e 35 milioni di euro riferibili allo sviluppo economico delle comunità locali e a progetti di inclusione sociale).

“Questi momenti di confronto sono molto importanti – afferma Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera – perché confermano la dimensione internazionale nella quale si collocano gli ottimi risultati conseguiti da Hera sul fronte dello sviluppo di un’economia circolare. In gioco – prosegue Tommasi – c’è l’accelerazione di una transizione che richiede il concorso di tutti, con particolare riferimento alla necessità di un quadro regolatorio certo e più omogeneo, in grado di favorire la pianificazione, gli investimenti e quei processi di consolidamento che sono essenziali, nel lungo periodo, a una crescita sostenibile e duratura.”

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