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La riforma fiscale Usa dà la carica alle Borse

La riforma di Trump taglia le tasse soprattutto alle imprese con un possibile incremento del 6,5% a regime dei profitti delle corporation quotate – Brexit più vicina – A Piazza Affari Unicredit, Fca e Telecom Italia alla ribalta.

La riforma fiscale Usa dà la carica alle Borse

Si riparte sotto l’effetto di una svolta: gli Stati Uniti hanno votato una storica riforma fiscale che, a regime, potrebbe far aumentare del 6,5% i profitti delle corporation quotate (calcoli di Ubs). In questa cornice si capirà fin da oggi se il mercato azionario sia pronto a rispettare la tradizione di dicembre, il mese più propizio per il Toro.

La settimana inizia in Asia con un lieve calo dell’indice Nikkei di Tokyo (-0,2%). Le Borse della Cina invece salgono: Hong Kong +0,7% grazie ai guadagni di Tencent (+2,7%), indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +0,7%.

In rialzo anche Mumbai (indice BSE Sensex +0,2%) e Seoul (indice Kospi +0,6% nonostante il nuovo calo di Samsung -0,7%. A Taiwan Foxconn (-0,5%).

Contrastato il dollaro trattato a 1,189 contro l’euro. Il rendimento del Treasury Bill a 10 anni è intorno a 2,40%, da 2,35% dell’ultima chiusura, a ridosso di una fondamentale soglia grafica. In rialzo i future sull’indice S&P.

PETROLIO POCO MOSSO, NUOVO BALZO DEL BITCOIN

È ripresa la corsa del Bitcoin, salito a 11.270 dollari: domenica il Chicago Mercatile Exchange ha ottenuto le autorizzazioni necessarie per l’avvio degli scambi sui derivati della moneta elettronica.

Il petrolio rallenta dai massimi dal 2015 segnati la scorsa settimana: il Brent tratta a 63,38 dollari (contro 64,65) , il Wti a 57,99 dollari.

Sabato scorso Donald Trump, sotto tiro per il Russiagate, ha comunque vinto la sua battaglia parlamentare: il Senato ha approvato (51 voti a favore 49) la riforma fiscale che ora tornerà al Congresso per la ratifica scontata. È il cambiamento più importante dai tempi di Ronald Reagan. Grazie a questo provvedimento le società e i contribuenti più ricchi risparmieranno nei prossimi dieci anni tasse per 1.400 miliardi di dollari, un fiume di denaro che andrà ad aggiungersi ai 20 mila miliardi di debito pubblico. In particolare, scenderà l’aliquota della corporate tax dal 35 al 22 % (ma Trump non dispera di poterla tagliare fino al 20%). La scommessa è di generare una crescita dell’economia tale da compensare le minori entrate, grazi ad un’accelerazione del Pil al 4% almeno dall’attuale 3,3%.

CVS-AETNA, VERSO NOZZE DA 68 MILIARDI

Sul fronte del business la settimana si apre con un terremoto nel settore salute: Cvs, la più importante catena di farmacie Usa (10 mila punti vendita), ha raggiunto un accordo per rilevare il controllo di Aetna life, la terza compagnia americana nel ramo di vita, per 69 miliardi di dollari. L’operazione è la prima risposta del settore al prossimo ingresso si Amazon sul mercato dei medicinali, dopo che il colosso dell’e-commerce ha ricevuto le autorizzazioni di alcuni Stati a vendere prodotti pharma.

MURDOCH-WALT DISNEY, SI TORNA A TRATTARE

È tornato intanto d’attualità un altro “affare del secolo”: la cessione di buona parte dell’impero Murdoch a Walt Disney. Secondo il Financial Times, lo scorso weekend le squadre dei due colossi hanno ripreso in un albergo di New York le trattative per il passaggio di XXI Century Fox, Sky e Star of India sulla base di un valore di 50 miliardi di dollari. Anche in questo caso l’operazione, tutt’altro che facile per i risvolti antitrust, è una risposta alla minaccia presentata dai servizi on demand di Netflix e Amazon.

FED, VICINO L’AUMENTO DEI TASSI

L’approvazione della riforma fiscale modifica il panorama della politica monetaria a una settimana dall’ultima riunione 2017 del Board della Fed, l’ultimo guidato da Janet Yellen, previsto per il 13-14 dicembre, in cui verrà deciso un nuovo aumento di un quarto di punto del tasso di sconto. Importante in questa chiave la lettura dei dati sul mercato del lavoro di venerdì prossimo: la precisione è di 188.000 nuovi posti, in lieve frenata rispetto a 210.000 di ottobre. Il dato più atteso riguarda l’andamento dei salari e, di riflesso, le prospettive dell’inflazione.

A raffreddare l’entusiasmo c’è l’appiattimento della curva dei tassi, a testimonianza che il mercato è scettico sulle prospettive dell’economia. Qualche perplessità, poi, è giustificata dallo stop al tetto del deficit che potrebbe essere imposto dall’opposizione democratica.

BREXIT PIÙ VICINA. OGGI THERESA MAY A BRUXELLES7

Sempre sul fronte delle banche centrali, va segnalato che questo sarà l’ultimo mese in cui la Bce immetterà 60 miliardi nel mercato grazie agli acquisti del Quantitative easing. Da gennaio la cifra scenderà a 30 miliardi.

Grande fermento sulla sterlina in attesa della visita di oggi di Theresa May a Bruxelles, dove incontrerà Jean-Claude Juncker e Michel Barnier per appianare le questioni aperte sulla Brexit in vista del meeting del 14-15 dicembre.

EUROGRUPPO, OGGI IL NUOVO PRESIDENTE

Oggi si riuniranno a Bruxelles i ministri finanziari dell’Eurozona per eleggere il nuovo presidente dell’Eurogruppo in sostituzione di Jeroem Djissembloem. Favorito il portoghese Mario Centeno.

L’appuntamento macro più importante è la pubblicazione domani deli indici Pmi delle principali economie dell’Eurozona.

Riflettori accesi anche sul tribunale di Bruxelles che oggi dovrà pronunciarsi sulla richiesta spagnola di estradizione di Carles Puidgemot, il governatore della Catalogna in fuga.

Il calendario delle banche centrali si completa con la riunione, mercoledì, della Bank of Canada e della Reserve Bank australiana. In entrambi i casi il mercato non prevede variazioni dei tassi.

Ben più complicata la situazione monetaria della Turchia. La pressione sulla lira ed il conseguente aumento della pressione sul debito estero, suggeriscono un aumento dei tassi, ma il presidente Erdogan non ne vuol sentir parlare: la riunione del board, fissata per il 14 dicembre, rappresenta un test della (residua) indipendenza della banca centrale.

LA MANOVRA ALLA CAMERA

In Italia tiene banco la manovra economica che approda a Montecitorio. Dal passaggio alla Camera potrebbero arrivare nuove limature al testo, rimaste fuori dal primo giro di emendamenti. L’obiettivo è chiudere l’iter entro il 19 dicembre per consentire a palazzo Madama di dare l’ok definitivo prima di Natale.

Sempre sul fronte parlamentare, nuova raffica di audizioni in commissione Banche. In settimana, la commissione d’inchiesta ascolterà il presidente delle quattro banche ponte, Roberto Nicastro, e le associazioni dei risparmiatori di Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti.

ASSEMBLEA UNICREDIT, AL VIA IL FUTURE SUI PIR

Oggi a Milano assemblea ordinaria e straordinaria di Unicredit. In sede di straordinaria i soci sono chiamati a deliberare l’abolizione del tetto al diritto di voto, la conversione dei titoli di risparmio, il trasferimento della sede sociale e, non ultimo, l’incremento del numero degli amministratori.

Il calendario prevede anche il debutto della quotazione di Aquafil sul segmento Star. Il gruppo trentino è leader nella produzione di filati sintetici. Oggi verrà staccato il dividendo di Sias (0,15 euro).

Al via da oggi su Borsa italiana gli scambi sui future sull’indice Pir Mid Cap Total Return che ha per sottostante 58 delle 60 medie imprese italiane più importanti per capitalizzazione (escluse le 2 società immobiliari del paniere). L’obiettivo è di intercettare le crescenti esigenze del mercato in materia di Piani individuali di risparmio e di costruire strumenti collegati. Lo strumento arriva proprio nel momento in cui i Pir stanno riscuotendo un enorme successo tra gli investitori: nei primi sei mesi sono stati investiti nei Pir 5,3 miliardi. Nel frattempo la liquidità dei titoli del Ftse Italia Small Cap è aumentata raggiungendo un controvalore del 136% nei primi 0tto mesi del 2017.

Sul fronte societario da segnalare la conclusione, mercoledì 6, dell’aumento di capitale Carige.

FCA-HIUNDAY, TEST IN BORSA PER L’ALLEANZA COREANA

Attenzione stamane alla reazione di Piazza Affari alle novità annunciate da Sergio Marchionne sabato in occasione dell’annuncio ufficiale del rientro di Alfa Romeo nel circo della Formula 1. Fiat Chrysler, ha detto il ceo, ha avviato una collaborazione industriale e tecnologica con la coreana Hiunday.

”Abbiamo già una collaborazione tecnica con Hyundai – ha detto – Compriamo già dei componenti da loro, tra i quali delle trasmissioni che usiamo in America. Vediamo se riusciamo a trovare altri punti di accordo, specialmente sullo sviluppo delle trasmissioni e dell’idrogeno. Non c’è niente da annunciare”.

Lo scorporo di Alfa Romeo e Maserati, invece, “è un’ipotesi lontana da ciò che è fattibile nei prossimi anni, su questo ci sono speculazioni incredibili”. Lo scorporo di Magneti Marelli, ha aggiunto Marchionne, è “un’idea viva, vorrei farla, ma non abbiamo ancora deciso niente in consiglio. Possiamo anche vendere una quota, ma la cosa migliore sarebbe distribuirla agli azionisti che se la meritano”, ha aggiunto l’ad, secondo il quale “la cosa importante è dargli un’indipendenza da noi” e“la stessa cosa vale per Comau, che ha la capacità di stare da sola”.

TELECOM, ENTRA NEL VIVO IL DOSSIER DELLA RETE

Appuntamento di rilievo domani per Telecom Italia. Il consiglio d’amministrazione non sarà decisivo sullo scorporo, ma certamente rappresenta un passo avanti in quella direzione perché sarà presentato uno studio che evidenzia i pro e i contro dell’operazione. Genish, anche durante l’ultimo incontro col ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha ribadito che la proposta volontaria di separazione societaria della rete Telecom Italia, con successiva quotazione, può avvenire senza che l’ex monopolista italiano ne perda il controllo.

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