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La Francia ormai a rischio. E il titolo SocGen precipita in Borsa (-20%)

Da giorni giravano voci su un possibile declassamento del debito francese da parte di Standard & Poor’s e sulla conseguente perdita della tripla A – Rumours anche su un possibile piano pubblico per salvare Société Générale, la seconda banca del Paese – Oggi la Borsa di Parigi va malissimo e SocGen perde oltre il 20%

La Francia ormai a rischio. E il titolo SocGen precipita in Borsa (-20%)

Le voci giravano da giorni. La Francia? Potrebbe perdere la tripla A di Standard & Poor’s sul debito, il rating appena sottratto agli Usa. Société Générale? Una banca a rischio, forse sull’orlo del fallimento. Che dovrà essere salvata a suon di quattrini pubblici. Da giorni, anche, sono arrivate le smentite. Del Governo: no, la tripla A non si tocca. Di SocGen: no, non abbiamo bisogno del piano di salvataggio. Oggi, pero’, i mercati sembrano credere almeno in parte a quelle presunte illazioni.

Intorno alle 16:30 il titolo Société Générale stava perdendo oltre il 20%. Su Twitter esiste oggi un incredibile traffico di messaggini che riguardano la seconda banca francese, uno dei colossi del credito europeo. Tra i suoi problemi maggiori, la Grecia. Pochi giorni fa SocGen ha annunciato di aver archiviato il secondo trimestre dell’anno con 747 milioni di utili netti, in calo pero’ del 31,1% su base annua. Un risultato negativo dovuto soprattutto a una svalutazione di 395 milioni dei titoli di Stato ellenici detenuti.

Intanto la Borsa di Parigi sta cedendo quasi il 4 per cento. A poco sembra essere servito il rientro precipitato di Nicolas Sarkozy questa mattina nella capitale dalle sue vacanze in Costa azzurra. Ha riunito alcuni ministri e promesso misure concrete per il prossimo 24 di agosto: tagli alla spesa pubblica. L’obiettivo è evitare quel “maledetto” taglio al rating di S&P, che potrebbe avere riflessi drammatici sull’eurozona.

La Francia è di sicuro il Paese più debole del ristretto clan di quelli che all’interno della zona mantengono il rating AAA sul debito (Germania, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Lussemburgo). Parigi aveva chiuso l’anno scorso con un deficit a quota 7,1% del Pil e prevede di archiviare quest’anno al 5,5%, contro il 3,7% dei tedeschi e il 2% degli olandesi. L’obiettivo è arrivare al 4,6 nel 2012 e al 3 nel 2013.

Il problema, pero’, è che l’economia non sta recuperando come previsto, in un Paese dove l’industria manifatturiera è ormai solo l’ombra di quello che era. E dove il disavanzo della bilancia commerciale si allarga sempre più. Oggi è cresciuto il rischio debito misurato dai credit default swaps: i Cds sul debito francese sono saliti di cinque punti base a 165.
Nonostante la prospettiva sia stabile per la tripla A di Standard & Poor’s (teoricamente il declassamento non è previsto da qui a due anni), le cose anche per Parigi potrebbero cambiare in fretta. Troppo in fretta.

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