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La Fed conferma la stretta sui tassi e gela Wall Street: Europa attesa alla prova

La Fed conferma che presto comincerà ad alzare i tassi e Wall Street fa retromarcia – Ieri una giornata di gloria per Piazza Affari e le Borse europee, ma oggi l’orizzonte è incerto

La Fed conferma la stretta sui tassi e gela Wall Street: Europa attesa alla prova

Tassi in aumento quanto basta per sconfiggere l’inflazione. La Fed ha confermato il new look da falco. Anzi, Jerome Powell ha gelato i mercati quando, a chi gli chiedeva se la Banca avrebbe alzato il costo del denaro in ogni riunione del 2022 (cioè più di quattro volte), ha risposto: “Posso solo dirvi che saremo umili e attenti a seguire i dati”. Insomma, la Fed stavolta vuole essere più rapida e severa che in passato: 3-4 rialzi (o forse più) nel 2022, altri tre l’anno prossimo. Un’indicazione che ha gelato Wall Street, facendo evaporare l’ottimismo che aveva segnato fino a quel momento i mercati (Europa in testa). E la pioggia di vendite stamane continua in Asia, in attesa di una giornata fitta di dati societari: Deutsche Bank, EasyJet, JetBlue Airways, LVMH, Mastercard, McDonald’s, Samsung Electronics, SAP e Visa. Per chiudere stasera con Apple.

Gli effetti del messaggio della Fed si sono fatti sentire. Si è schiantata nella notte la borsa del Giappone, in calo del 3,2% nel finale di seduta. Scendono in modo pesante anche l’Hang Seng di Hong Kong (-2,6%) e il Kospi di Seul (-3%). CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -1%. L’indice Morgan Stanley Asia Pacific scende sui minimi degli ultimi 14 mesi.

Stamattina il future dell’indice S&P500 segna un calo dell’1,5%. Ieri sera, al termine di un’altra seduta di su e giù mozzafiato, il Nasdaq (+0,02%) ha azzerato i forti guadagni iniziali; il Dow Jones è in calo dello 0,4%, S&P -0,15%.

È stata una giornata intensa per i conti. Tesla (-5% nel dopo Borsa) ha registrato ricavi per quasi 18 miliardi di dollari nel quarto trimestre, in crescita del 65%, e utili netti per 2,3 miliardi (+760%). L’azienda ha però segnalato che i problemi nelle catene di approvvigionamento continueranno nel 2022.

GM ha annunciato ieri l’assunzione di 8mila tecnici da impiegare nella produzione di auto elettriche. Boeing (-4,8%) ha registrato il primo utile operativo dopo tre anni, ma ha dovuto contabilizzare 5,5 miliardi di nuove spese a fronte dei guai del 787.

Microsoft avanza del 2,8% sull’onda del forte aumento dei profitti. Mattel (+4,3%) tornerà a produrre giocattoli su licenza Walt Disney.

Il T Bond decennale si è indebolito a 1,86% di rendimento. Il biennale stamattina è a 1,17%, da 1,13% di ieri. La curva dei tassi si è rapidamente schiacciata: sul tratto due anni-dieci anni lo spread è sceso a 67 punti base, il minimo degli ultimi tredici mesi.

La fuga dal rischio sta premiando il dollaro, in rialzo su quasi tutte le valute di riferimento. In forte calo il dollaro della Nuova Zelanda, la rupia indiana, la corona norvegese e il rand del Sudafrica. A marzo aumenteranno anche i tassi del Canada, secondo quanto emerso ieri mattina dalla riunione della Banca centrale.

Euro in calo per il quarto giorno consecutivo a 1,122, sui minimi da novembre. Non tiene l’oro, in discesa dello 0,3%, a 1.814 dollari, ieri -1,5%. In lieve flessione il bitcoin, a 36.000 dollari. Il petrolio Brent e WTI, salito ieri sui massimi di periodo, tornana a 86,5 dollari, in calo dello 0,7%.

I Btp pagano lo stallo sul Quirinale

La corsa in salita per il Quirinale più che le frizioni sul fronte internazionale si fanno sentire sul mercato obbligazionario. Si alza lo spread tra decennale italiano e tedesco: 147 punti base, il livello più alto da settembre 2020, con i tassi del decennale a +1,41%. Sale anche il tasso del 30 anni a 2,17% da 2,11% di ieri, non lontano dai massimi da luglio 2020.

Salgono i rendimenti anche sul primario per i Btp a breve e per quelli indicizzati all’inflazione. Nel dettaglio, il Tesoro ha emesso la prima tranche del BTp a 2 anni scadenza 29/11/2023 per 3,75 miliardi a fronte di una richiesta pari a 5,3 miliardi. Il rendimento è salito di 13 centesimi attestandosi a -0,13%.

Collocata anche la undicesima tranche del BTp-i a 5 anni scadenza 15/05/2026: a fronte di richieste per 1,250 miliardi l’importo emesso è stato pari a 590,59 milioni mentre il rendimento si è attestato a -1,18%.

Infine, la 36ma tranche del Bop-I a 30 anni scadenza 15/09/2041, assegnata per 409,41 milioni a fronte di una domanda totale pari a 873,08 miliardi, ha spuntato un rendimento lordo dello 0,04%. Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 28 gennaio. Oggi il Tesoro offre 6 miliardi di Bot semestrali.

Borse europee ieri a passo di carica

L’ondata di ottimismo delle Borse europee è legata in parte all’uscita di alcuni dati sulla congiuntura Usa, a partire dalle vendite delle case nuove (+12% in dicembre), da cui emerge il ritratto di un’economia in salute. Ma anche a un clima più disteso sul fronte ucraino. Non crea troppi danni l’incontro virtuale tra i Big dell’industria italiana e Vladimir Putin, tenuto nonostante il parere contrario della Farnesina.

Piazza Affari (+2,27%, a 26.619 punti) ha quasi cancellato l’effetto dell’avvio di settimana volatile, agitato dalla crisi tra Russia-Ucraina e dall’attesa sulle scelte della Fed. L’indice Eurostoxx 600 avanza del 2,1% nella miglior seduta da novembre 2020. Corrono anche gli altri mercati: Parigi +2,11%; Francoforte +2,19%; Amsterdam +1,7%; Madrid +1,63%; Londra +1,34%.

Biontech guadagna il 6,23% dopo aver annunciato, con Pfizer, l’avvio di uno studio clinico per testare una versione del vaccino calibrata sulla variante Omicron.

Corrono i titoli delle compagnie aeree: IaG +7,48%, Lufthansa + 5,8% in attesa della trattativa per Ita Airways.

Solo 4 blue chip in rosso, risale la scuderia Exor

Sono solo quattro le blue chip italiane in rosso su quaranta. La maglia rosa spetta di diritto alla scuderia Agnelli, dopo le perdite dei giorni scorsi: Stellantis guadagna il 4,8%, Cnh Industrial sale del 4,3%, Exor +3,2%, Iveco +3,4%.

Ma il titolo del giorno è senz’altro Tod’s (+14%), che chiude i conti del 2021 con un rimbalzo dei ricavi del 38,7%, battendo le attese del mercato e interrompendo un ciclo quinquennale di discesa delle vendite. La società di casa Della Valle prende il volo in una giornata di riscatto per il quarto capitalismo di casa nostra.

De’ Longhi +7%. Equita alza il giudizio, nella nota si parla dei benefici, non conteggiati bene dal mercato, in arrivo dalle acquisizioni.

Maire Tecnimont +5%, dopo l’annuncio di una commessa da 1,1 miliardi in Russia.

Avanzano Tesmec (+12%), Ovs (+4%), El.En (+5%), Autogrill (+5%) e Cy4gate (+5%).

Corre Do Value (+2,8%) dopo l’approvazione del piano industriale al 2024. Positivi i commenti degli analisti. Kepler Cheuvreux ha confermato il prezzo obiettivo a 12 euro e segnala che i tassi di crescita di ricavi ed ebitda sono superiori alle stime degli esperti.

In grande recupero anche i petroliferi: Saipem +3,5%. Tenaris +4,3%, Eni +2,7%. Solidi i bancari: Unicredit +3,6% davanti ad Intesa Sanpaolo (+3%). Guida la corsa Bper (+4,6%).

Telecom: sì del Cda al piano Labriola

Al termine di un consiglio d’amministrazione durato sei ore, il board di Telecom Italia approva all’unanimità il nuovo piano industriale, dando mandato all’amministratore delegato Pietro Labriola di esplorare tutte le operazioni che possano creare valore, a iniziare dallo scorporo della rete dai servizi di telefonia.

Pochi e in ordine sparso i titoli in terreno negativo: Recordati -0,9% ed è maglia nera del mercoledì, Pirelli – 0,6%.

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