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Istat: export, qualche segnale positivo, ma cadono consumi ed investimenti

Gli ultimi dati forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica confermano la caduta della performance industriale del paese e del PIL nel terzo trimestre 2012 , cui segue il crollo dei consumi delle famiglie e degli investimenti. Tiepidi segnali positivi dall’export.

Istat: export, qualche segnale positivo, ma cadono consumi ed investimenti

Dai dati Istat sul terzo trimestre 2012, emerge come il PIL sia diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del terzo trimestre dell’anno precedente. Rispetto al secondo trimestre, i principali aggregati della domanda interna sono diminuiti in maniera significativa, con cali dello 0,8% dei consumi e dell’1,4% degli investimenti fissi lordi. Dal punto di vista della bilancia commerciale, le importazioni sono diminuite dell’1,4%, mentre le esportazioni sono aumentate dello 0,5%. Al tempo stesso, la variazione delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla variazione del PIL (rispettivamente, 0,2 e 0,6 punti percentuali).

La mancanza di un’efficace strategia industriale pesa sulla diminuzione dei beni intermedi (-8,0%), beni strumentali (-5,8%), beni di consumo (-5,5%) ed energia (-4,4%). Nel confronto tendenziale, i settori dell’industria che risultano in crescita sono: fabbricazione di prodotti chimici (+1,1%) e industrie alimentari, bevande e tabacco (+0,4%). Il settore che ha registrato la diminuzione più consistente è stato quello della fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-14,7%). In termini congiunturali, il valore aggiunto dell’industria è aumentato dello 0,2%, mentre sono diminuiti quelli dei servizi (-0,2%) e dell’agricoltura (-6,7%). Troppo poco, considerando che in termini tendenziali, il valore aggiunto ha registrato variazioni negative in tutti i settori (-6,7% le costruzioni, -5,1% l’agricoltura, -3,9% l’industria in senso stretto e -1,3% i servizi).  

Il peggioramento dei dati tendenziali si riflette sulla domanda di mercato, dove gli investimenti fissi lordi sono diminuiti del 9,8%, con flessioni del 18,5% per gli investimenti in mezzi di trasporto, dell’11,8% per la spesa in macchinari e altri prodotti e del 6,7% per gli investimenti in costruzioni. La spesa delle famiglie è diminuita del 4,6%, dove gli acquisti di beni durevoli sono diminuiti del 12,5%, quelli di beni non durevoli del 4,7% e gli acquisti di servizi del 2,1%.

Per terminare, un confronto dei dati del terzo trimestre 2012 con alcune delle economie più avanzate. Nel periodo considerato, il PIL è aumentato in termini congiunturali dell’1,0% nel Regno Unito, dello 0,7% negli USA e dello 0,2% in Francia e Germania, mentre è diminuito dello 0,9% in Giappone. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,5% negli USA, dello 0,9% in Germania, dello 0,2% in Giappone e dello 0,1% in Francia, mentre la variazione è stata negativa nel Regno Unito (-0,1%). Complessivamente, il PIL nell’Area Euro è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% nei confronti dello stesso trimestre del 2011, segno che si dovrà lavorare ancora a lungo per superare la spirale recessiva generata dalla crisi finanziaria.
 
In allegato gli studi dell’Istat. 
 


Allegati: Istat Produzione industriale – 10_dic_2012 – Testo integrale.pdfhttp://firstonline-data.teleborsa.it/news/files/664.pdf

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