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Istat: disoccupazione record al 12,2%

Stando all’Istat, il tasso di disoccupazione in Italia sarebbe salito al 12,2% ad agosto, nuovo record storico – Tra i giovani la percentuale di disoccupati sale per la prima volta oltre quota 40% – L’allarme del Cnel: “L’area di disagio è cresciuta di 2 milioni di persone” – Giovani in difficoltà: in aumento il fenomeno dei Neet.

Istat: disoccupazione record al 12,2%

Continua a crescere il tasso di disoccupazione, che sale al 12,2% ad agosto, in aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,5% su base annua. A comunicarlo è l’Istat, che specifica come la presente rilevazione sia la più alta dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977.

Un fenomeno che tocca soprattutto i giovani: sempre ad agosto, la disoccupazione giovanile (15-24 anni) schizza per la prima volta oltre la soglia del 40%, al 40,1%, in rialzo dello 0,4% rispetto a luglio e del 5,5% su base annua.

Un quadro drammatico, delineato ancora più chiaramente dal rapporto del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro sul mercato del lavoro, secondo cui l’incremento della popolazione attiva si sarebbe sostanzialmente tradotto in una “significativa espansione dell’area della difficoltà occupazionale”.

L’area di disagio, che comprende, oltre ai disoccupati, gli inattivi disponibili a lavorare, coloro che non ricercano attivamente un lavoro e i sottoccupati (cassintegrati e occupati a tempo parziale involontari), secondo il Cnel, conterebbe due milioni di persone in più rispetto allo scorso anno: “Si tratta di uno spreco di risorse ingente, di un progressivo impoverimento del capitale umano, che rischia di generare conseguenze sociali allarmanti, soprattutto perché le più colpite sono le nuove generazioni”.

Proprio i giovani tra i 15 e i 29 anni, infatti, sono la fascia in maggiore difficolta: continua a crescere il fenomeno dei Neet (not in employment, education or training), ovvero la quota di ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione, che sale al 23,9% della popolazione giovanile, con punte di 35% nelle regioni del Mezzogiorno.

Secondo il Cnel,  sempre più frequentemente i giovani sono lavoratori a basso salario, che accettano condizioni lavorative che li espongono al rischio di indigenza pur di entrare nel circuito produttivo. Peraltro, la maggiore disponibilità a prestazioni saltuarie e non inquadrate ha determinato la crescita del lavoro nero in tutto il paese.

Cresce, per converso, la partecipazione degli over 55, anche per effetto delle riforme pensionistiche: quasi 277mila persone in più rispetto al 2011, dei quali la maggior parte occupati (+ 6,8% rispetto al 2011). Cresce anche il tasso di disoccupazione matura (dal 3,5 al 4,9%), nella quale rientrano gli esodati.

L’unica parziale buona notizia arriva dal tasso di occupazione femminile, salito al 41,6% dal 39,7% del 2007, per un numero di occupate cresciuto di 109mila unità rispetto al 2011. Resiste, però, il fenomeno della segmentazione di genere: le professioni in cui si concentra la presenza femminile sono poche e poco qualificate.

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