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Il petrolio schiaccia le Borse, frenano le banche

La volatilità dell’oro nero crea incertezza sui mercati e il credito ne risente. Resta però positivo il sentiment degli operatori sull’operazione Intesa Sanpaolo-banche venete e il titolo viaggia in controtendenza – Perdono quota Eni e Saipem, soffrono le utility. Il rendimento dei Btp scende a 1,88% il livello più basso da inizio gennaio

Il petrolio schiaccia le Borse, frenano le banche

Il prezzo del petrolio scende ancora e le Borse seguono. Anche Piazza Affari, ieri sostenuta dall’offerta di Intesa Sanpaolo sulle banche venete, si adegua al tono debole dei mercati. Anche se il sentiment di mercato è rimane positivo sull’operazione tanto che Intesa viaggia in controtendenza a + 0,54%. L’indice Ftse Mib, in recupero dopo le 12, cede lo 0,5%, poco sopra quota 20.900. In linea Madrid (-0,45%). Fanno un po’ meglio Parigi (-0,3%), Francoforte (+0,02%) e Londra (-0,37%).

I future sulla borsa di Wall Street anticipano un avvio in ribasso dello 0,2%.

I titoli legati alla salute sono quelli che vanno meglio oggi, con la svizzera Novartis sotto i riflettori in rialzo del 3% per uno studio andato a buon fine su un nuovo farmaco per cardiopatici.

Tra i settori, il peggiore è l’Eurostoxx Oil & Gas con una perdita dell’1,2% in scia alla debolezza del greggio. In ribasso Eni (-1,1%) e Tenaris (-0,5%). Saipem -0,7%. Stamattina Morgan Stanley ha confermato il giudizio Overweight, tagliando però il target price a 5,50 euro da 6,0 euro. Il broker è pessimista sul comparto oil, spingendo in negativo Subsea 7, Foster Wheeler e Tullow Oil, tutti in calo tra il 2,6 e il 4,8%.

Il petrolio Brent ieri ha chiuso in calo del 2,6%, a 44,8 dollari. Nel corso della notte le quotazioni si sono stabilizzate su questi livelli, stamattina siamo a 44,8 dollari.

Continua la marcia dei Btp. Il rendimento del decennale scende a 1,88%, sul livello più basso da inizio gennaio. Cresce l’aspettativa di una soluzione della crisi delle due banche venete.

Stabile quello del Bund decennale tedesco a 025%. Il governativo greco a 2 anni sfonda al ribasso la soglia del 4%, non accadeva dal 2010.

Il bollettino economico della Bce prevede che nei prossimi mesi il tasso di inflazione nella zona euro rimarrà sui livelli recenti. I dati economici della zona euro suggeriscono anche una solida crescita nel secondo trimestre.

Deboli anche i finanziari: Eurostoxx Banks -1,3%. Con l’arrivo dell’offerta di Intesa Sanpaolo, invariata, la macchina del salvataggio della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca sembra essersi mossa, ora tocca al governo farla procedere.

Prese di beneficio sugli altri istituti, dopo l’euforia di mercoledì: Unicredit -1,7%, Banco Bpm -2%, Ubi Banca -1,8%. Bper Banca -1,4%. Una decisione sulla partecipazione in Arca dovrebbe essere presa nel giro di tre settimane. 

Frena in tarda mattinata anche Carige (-0,98%) dopo la nomina ad amministratore delegato di Paolo Fiorentino, ex Unicredit. Gli analisti di Mediobanca Securities (neutral, target price 0,31 euro) ritengono che la nomina di un nuovo Ceo in tempi brevi sia stato un passo indispensabile per rilanciare i colloqui con la Bce.

“È necessario un dialogo costruttivo con la Bce – si legge – per evitare ulteriori rischi per il sistema bancario italiano dopo Mps e le banche venete”.

Generali -0,9%, Unipol Sai -1,3%. Stm (-2,2%) ha lanciato stamattina un bond convertibile da 1,5 miliardi di euro in due tranche a 5 e 7 anni insieme al contemporaneo riacquisto di obbligazioni convertibili esistenti ed al varo di un programma di buyback.

Telecom Italia -1%. Nel corso dell’audizione di ieri al Senato, l’amministratore delegato Flavio Cattaneo ha affermato, in modo perentorio, che il piano di investimento nelle aree bianche a fallimento di mercato, vanno avanti. Mediaset -0,7%.

Deboli oggi le utilities. Enel -0,7% malgrado la decisione di Kepler di alzare il target a 5,50 euro, giudizio Buy confermato. A2A -0,7%, sale Italgas (+1,8%).

Tra le mid/small Caps avanza Carraro (+6%), dopo l’annuncio di una joint venture in Cina.

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