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Il mercato teme i tempi lunghi del dopo-Berlusconi e tifa per un governo Monti

La finanza italiana fa i conti con la crisi politica – Ecco che cosa dicono gli operatori – E sul futuro dei Btp gli occhi sono tutti puntati sulle prossime mosse dei grandi investitori, dal Blackrock a Goldman Sachs

Il mercato teme i tempi lunghi del dopo-Berlusconi e tifa per un governo Monti

All’indomani dell’annuncio delle prossime dimissioni del premier Silvio Berlusconi, lo spread impazzisce e le Borse precipitano. Mentre il Colle lancia il monito di una decisione in tempi rapidi, i mercati che in un primo tempo hanno accolto positive la prospettiva del cambio di leadership, si rendono conto ora di trovarsi di fronte a un impasse di difficile risoluzione. Già perché, se per definizione hanno sempre ragione, questa volta i mercati non hanno fatto i conti con la variabile italiana.

Dice Mario Spreafico responsabile investimenti di Schroders Italia: “Credo che i mercati non abbiano fatto i conti con quello che voleva dire l’uscita di Berlusconi. Una parte della finanza ha cercato di condizionare la politica e ora che ha ottenuto il risultato delle dimissioni non sa che cosa succederà. Perché ha fatto i calcoli su un tipo di visione anglosassone e non italiana, ora ci troviamo in una situazione di impasse difficile”. Per Spreafico lo scenario auspicabile è l’approvazione del maxiemendamento sul ddl stabilità per poi valutare un governo di larghe intese che abbia come priorità i punti stabiliti dall’Unione europea. L’ultima opzione è quella delle elezioni che dovrebbero entrare in gioco solo più avanti dando il mandato a un governo tecnico a termine entro marzo. “Credo che la situazione del governo – continua Spreafico – sia presa come alibi, il problema nasce in origine dalla serie timori evidenziati da S&P a fine maggio e poi dal risultato del referendum, soprattutto quello dell’acqua, che ha dato il messaggio di un venir meno delle ipotesi di possibili liberalizzazioni. Questo ha portato l’Italia a essere un capro espiatorio, con un ruolo importante della speculazione di una parte della finanza non italiana che tenta di orientare la politica”.

Sulla reazione degli spread pesano però anche alcuni fattori tecnici. Come la decisione della stanza di compensazione Clearnet di aumentare lo scarto di garanzia per i Btp di 5 punti. O come la decisione dell’Eba di costringere al mark to market anche sulle obbligazioni governative detenute a scadenza. “Si parla molto dei Btp a dieci anni ma il rialzo dei rendimenti ha colpito molto anche i titoli a breve a due anni con l’inversione della curva dei rendimenti, e questo debito a breve è per il 30% detenuto dalle tesorerie delle banche”, spiega Carlo Aloisio, broker di Unicredit. Bnp Paribas ha tagliato del 40% la quantità di titoli del tesoro italiano in portafoglio, con vendite per 8,3 miliardi di euro. A tutto questo si somma, ricorda Aloisio, il fronte greco con le notizie dell’impasse su un cambio di leadership che sembrava ormai in dirittura d’arrivo con il nome di Lucas Papademos ma che ha incontrato all’ultimo momento problemi con entrambi i partiti: “Il mercato teme che anche in Italia si crei un impasse di questo tipo – dice Aloisio – oggi è necessario rimboccarsi le maniche e creare una maggioranza trasversale che vada ad approvare i punti della manovra europea, impegni che sono stati presi in ambito europeo e sono imprescindibili. Al mercato un governo con un nome super partes come Monti potrebbe piacere il problema è trovare una maggioranza che lo sostenga”.

E dopo mesi di annunci, trattative, richieste e revisioni, ora anche i tempi supplementari volgono al termine. Dice Gabriele Vedani, direttore generale di Forex Capital Markets: “Che il tempo delle parole sia ampiamente finito è dimostrato dall’andamento che i mercati hanno su base giornaliera. Ora sono necessari i fatti. Dal punto di vista di un operatore ci vuole una soluzione forte e che sia raggiunta in breve termine. I Btp a questi livelli sono un danno ulteriore da punto di vista finanziario ed economico E questo succede alla vigilia di una delle settimane più pesanti in assoluto per i collocamenti del Tesoro che deve Piazzare 6,1 miliardi di titoli. Da qui a fine mese i collocamenti da portare a termine sono per 16 miliardi”.

Cruciale per gli operatori rimangono le reazioni dei grandi investitori istituzionali che potrebbero rivelare sorprese. Rileva Aloisio di Unicredit: “ L’attesa del mercato è ora per i segnali che possono arrivare da grossi investitori Usa. Il responsabile di Blackrock Italia ha affermato che i tassi dei Btp non rispecchiano i fondamentali e ora è attesa la newsletter di Goldman Sachs che potrebbe dare una spinta positiva sui Btp. Se arriva la fiducia dai grandi operatori la situazione può cambiare da un momento all’altro”.

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