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IL CAMPIONATO DELLE MILANESI – L’Inter fa harakiri con la Juve e il Milan va a Sassuolo

Una clamorosa papera di Handanovic regala il derby d’Italia alla Juve (1-2) e mette in ginocchio l’Inter, quasi definitivamente fuori dall’Europa: dopo il vantaggio procurato da Icardi, i nerazzurri subiscono il rigore di Marchisio e il gol-partita di Morata – Sconsolato Mancini – Oggi il Milan va in Emilia e contro il Sassuolo ritrova il Faraone

IL CAMPIONATO DELLE MILANESI – L’Inter fa harakiri con la Juve e il Milan va a Sassuolo

Una Juventus insaziabile. Nonostante gli sforzi di Madrid, l’ampio turnover e l’imminente finale di Coppa Italia, la Signora sbanca anche San Siro, regalando l’ennesima gioia della stagione ai propri tifosi. Notte fonda invece per l’Inter i cui sogni europei restano vivi solo grazie alla Sampdoria, sconfitta dalla Lazio e dunque ancora alla portata, per quanto nettamente favorita viste le sole due gare a disposizione.

Le riserve bianconere hanno battuto i titolari nerazzurri e questo, indipendentemente dalle difficoltà di un anno maledetto, è un qualcosa di clamoroso. “San Siro è uno stadio troppo pesante per alcuni dei miei giocatori – ha spiegato Mancini sconsolato. – In trasferta giocano con leggerezza, in casa invece soffrono. Ci serviranno acquisti che aiutino a crescere, questa partita l’abbiamo buttata via”. Tanto sconforto per il tecnico di Jesi che vede sfuggire, per l’ennesima volta, l’aggancio a quel sesto posto che, se non altro, garantirebbe la presenza nelle coppe europee. Clima totalmente opposto in casa Juve, dove cambiano gli interpreti ma non i risultati. “Abbiamo dimostrato di essere un grande gruppo – il commento soddisfatto di Allegri. – Tutti quelli che, di solito, giocano meno hanno risposto alla grande, questo è molto importante perché ci dà ulteriore fiducia”.

Una partita divertente quella di San Siro, molto più combattuta di quanto non si potesse pensare alla vigilia. Intanto perché Allegri, pur lasciando a casa gente come Buffon, Pirlo, Vidal e Tevez, schiera Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Marchisio e Morata: non la Juve tipo, d’accordo, ma neanche la Primavera… E poi la fame della Signora è senza fine, tanto più se si gioca a San Siro contro l’Inter, in un match che, storia alla mano, vale sempre qualcosa indipendentemente dalla classifica.

A partire meglio sono però i nerazzurri, che al 9’ passano in vantaggio con Icardi, fortunato nel deviare un tiro di Brozovic nella porta di Storari. L’Inter è carica, motivata e potrebbe chiuderla già nel primo tempo ma Shaqiri colpisce la traversa e l’arbitro Doveri annulla un gol a Brozovic per un fuorigioco che, visti i replay, non esiste. Giusto il tempo di ribaltare l’azione e la Juve pareggia: Medel sbaglia un retropassaggio mandando in porta Matri, tentativo disperato di Vidic che però provoca il rigore. Marchisio non si fa impressionare dalle doti di Handanovic e lo spiazza con freddezza (42’). Nella ripresa il copione non cambia, con l’Inter a fare la partita e la Juve ad aspettare sorniona, pur senza rinunciare alle sortite offensive. E al minuto 84 ecco la beffa: tiro dal limite di Morata, papera di Handanovic e 1-2 per i bianconeri.
Oggi invece toccherà al Milan, prima squadra ad aprire le danze di questa domenica calcistica. Contro il Sassuolo, infatti, sarà lunch-match (ore 12.30): nessuno spunto di classifica (gli emiliani sono già salvi e i rossoneri fuori dall’Europa) e, proprio per questo, ci si aspettano gol e divertimento. “Noi vogliamo vincere a tutti i costi – ha replicato Inzaghi in un’inedita conferenza stampa nella stazione Centrale di Milano. – Dobbiamo ripartire da quanto fatto con la Roma e dimostrare che non si è trattato solo di un caso.

La squadra vuole fare una bella gara, i giocatori sanno che questa maglia bisogna tenersela stretta”. Avviso ai naviganti forte e chiaro, d’altronde queste partite senza nulla in palio servono soprattutto a mettersi in mostra. Il discorso vale anche per il tecnico, il cui futuro in rossonero è tutt’altro che sicuro. “Questo lo dite voi – ha ribattuto il diretto interessato. – Io parlo sempre con Berlusconi e Galliani, ho la loro fiducia e un contratto. Se poi faranno valutazioni diverse io le rispetterò, come sempre del resto”. Parole facilitate dalla “distrazione” del presidente, impegnato nelle ormai note vicende societarie. “Non c’è una sola trattativa ma diverse – ha ribadito il presidente ai microfoni di Tg Norba 24. – Sto cercando un socio che mi aiuti a rilanciare il club, non dovessi trovarlo lo farò io”. Difficile, in ogni caso, si possa ripartire da Inzaghi. Che oggi cercherà la vittoria proprio contro quel Sassuolo che, a gennaio 2014, lo cercò per offrirgli la panchina.

I rossoneri saranno privi di Menez (ancora due le giornate di squalifica per lui) e Cerci ma recupereranno El Shaarawy, di nuovo abile e arruolabile. Il Faraone andrà in panchina, pronto a subentrare nella parte finale del match. Il 4-3-3 di Inzaghi vedrà Diego Lopez in porta, Abate, Mexes, Paletta e Bocchetti in difesa, Poli, De Jong e Van Ginkel a centrocampo, Honda, Destro e Bonaventura in attacco. Di Francesco, su cui continuano i rumors di mercato (sembrerebbe lui il possibile successore di Montella a Firenze), risponderà con lo stesso modulo e il solito tridente (Berardi-Zaza-Sansone), già decisivo nella partita d’andata.

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