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Il bazooka dell’Europa contro la crisi è piccolo ma Draghi apre le porte della liquidità alle banche

Per il presidente della Bce non ci sono dubbi: “Tante incertezze ma l’euro è irreversibile” – Il suo piano di sostegno alle banche europee comincia a funzionare ma i fondi anti-crisi del Vecchio continente (dal quale si dissocia Londra) sono modesti – Le banche cominciano a respirare – Piazza Affari positiva di oltre un punto, spread in calo.

Il bazooka dell’Europa contro la crisi è piccolo ma Draghi apre le porte della liquidità alle banche

DRAGHI APRE L’OMBRELLO DELLA LIQUIDITA’ ALLE BANCHE
MA PER L’EUROPA C’E’ SOLO UN “PICCOLO BAZOOKA”

“Le prospettive dell’eurozona sono ancora incerte”. Non dà molte speranze Mario Draghi, parlando ai parlamentari europei nell’emiciclo di Strasburgo. Ne dà ancora meno la “Financial Stability Review” della Banca centrale: “Il contagio del debito sovrano europeo resta il rischio più grave per la stabilità dell’area euro, dell’Unione Europea e dell’intera economia globale”. Draghi, insomma, non ha fatto sconti. I rischi per l’Europa “sono ancora significativamente sbilanciati al ribasso sotto il peso delle tensioni dei mercati finanziari” negativamente” sull’andamento dell’economia dei 17. La ripresa nel 2012 “sarà molto graduale” mentre il tasso di inflazione resterà “sopra al 2% per diversi mesi prima di cominciare a decelerare”, nonostante la dinamica debole dei salari che peserà sui consumi.

Come stupirsi, date le premesse, dell’andamento debole dei listini azionari? Le parole di Draghi hanno condizionato l’esito di una seduta che aveva visto l’indice FtseMib costantemente in rialzo con guadagni anche superiori all’1%. La foto finale mostra invece l’indice milanese in calo dello 0,19%. L’andamento delle altre Borse europee è stato identico: Londra è scesa dello 0,5%, Francoforte -0,6%, Parigi ha chiuso in parità. Lento ma significativo recupero del Btp decennale con il rendimento sceso al 6,74% (-17 punti base). Lo spread con il Bund tedesco del nuovo benchmark, però, è ancora a 498 punti, nettamente più elevato della Spagna.

LA FED SI ADEGUA A BASILEA 3: GIU’ WALL STREET. Anche Wall Street ha virato in negativo con il Dow Jones che ha chiuso a -0,84%, mentre il Nasdaq perde l’1,26%. Lo Standard & Poor’s 500, sotto dell’1,2% (-4,2% da inizio anno) vede allontanarsi la possibilità di chiudere il 2011 in positivo. Tra le note di giornata spiccano: 1) la decisione di At&T di ritirare l’offerta a Deutsche Telekom per T-Mobil di fronte all’opposizione dell’Antitrust. AT&T pagherà 4 miliardi di dollari a Dt; 2) il ribasso dei titoli finanziari: sembra ormai certo che la Fed intenda applicare i parametri di capitale di Basilea 3 alle banche Usa; 3) lo sbarco della Kingdom di Al Waleed in Twitter, con un investimento di 300 milioni di dollati per l’acquisto del 4% della società.

METEOBORSA. AVVIO POSITIVO, RATING PERMETTENDO. La speculazione non s’illuda: la Bce difenderà l’euro che è “una scelta irreversibile”, a detta di Draghi. I mercati asiatici si allineano: euro invariato, listini in ripresa: Nikkei 225 +0,49%; Hang Seng di Hong Kong +0,54%. I futures segnalano Borse in ripresa in attesa dei dati price sensitive: 1) l’indicatore della fiducia tedesca, l’indice Ifo, che sarà annunciato in mattinata: previsto un lieve calo ; 2) le nuove case negli Usa. Ci sono le premesse per un avvio in ripresa, ma resta la spada di Damocle del possibile downgrade di Francia (e della stessa Germania) a frenare gli entusiasmi.

DRAGHI PRESTA L’OMBRELLO ALLE BANCHE. In settimana prenderà il via l’apertura “illimitata” della liquidità da parte della Bce che così conta di aiutare le banche a trovare i 500 miliardi di cui avranno bisogno nel 2012 per rifinanziarsi nel 2012. Il decollo del piano, in coincidenza con la prima delle aste di titoli triennali da parte della banca di Francoforte, ha già spinto diversi istituti a far shopping sul mercato secondario di titoli da consegnare alla Bce in cambio di liquidità all’1%. Altro segnale che può confortare i mercati nella settimana di Natale è la fiducia di Draghi nell’”euro, una scelta ormai irreversibile”. Infine, i mercati hanno assorbito senza grosse tensioni la staffetta ai vertici della Corea del Nord, la potenza atomica più indecifrabile. Salvo colpi di scena negativi (tipo un colpo a freddo delle agenzie di rating) ci potrebbe essere lo spazio per un mini rally di fine anno.

EUROPA, UN PICCOLO BAZOOKA PER L’FMI. Ma la ricetta Draghi comincia a funzionare. Lo dimostra il lento ma significativo recupero del Btp decennale con il rendimento sceso al 6,74% (-17 punti base). Lo spread con il Bund tedesco del nuovo benchmark è a 486 punti. L’Europa, sotto la pressione tedesca ha comunque scelto una terapia europea ( o meglio tedesca) della crisi è assai diversa dalla ricetta americana del 2008/09. Niente “bazooka” di liquidità, capace tra l’altro di stimolare di sostenere l’andamento dei mercati azionari, ma l’intervento coordinato dei Paesi dell’eurozona più altri quattro membri della Ue (Repubblica Ceca, Polonia, Danimarca e Svezia): un piccolo bazooka 150 miliardi di euro che saranno destinati al Fondo Monetario Internazionale. “E’ una terapia insufficiente – è il commento di Peter Kurer, ex presidente di Ubs -.  Il mondo avrebbe bisogno di ben altro: una robusta iniezione di eurobond, ad esempio”. Per ora non se ne parla: la Germania ha limitato il suo intervento a 41,5 miliardi mentre la povera Italia si è impegnata per 23,5 miliardi davanti alla Spagna (14,9 miliardi) ma dietro alla Francia (31,4 miliardi). Sono esentati dall’obolo Grecia, Portogallo ed Irlanda. La Gran Bretagna darà il suo contributo nel 2012, tanto per distinguersi dai continentali. Non più di 10 miliardi ma non come membro dell’Europa, bensì come partecipante al G20.

LE BANCHE RESPIRANO. LA BPM FA FESTA
PREMAFIN SI PREPARA A A SVALUTARE FONSAI

In Piazza Affari oggi è stata la giornata delle banche, in forte rialzo nel corso della seduta e in rallentamento nel finale. Intesa è salita dello 0,3%, Unicredit +2,2%, Mediobanca +1,8%,Banco Popolare +1,2%. Sono finite in negativo Ubi -1% e Mps -2%. Pop.Emilia ha chiuso in ribasso del 3,8%. Straordinario successo dell’aumento di Banca Popolare di Milano. Risulta sottoscritto il 94,7% del capitale. Inoltre Investindustrial, come già annunciato, rileverà una quota del 3% circa per salire al 9,9%. In mano al consorzio capitanato da Mediobanca resterà solo il 2,7% dl capitale. Intanto oggi il cds e il cdg della banca esamineranno il profilo del nuovo ad, secondo i risultati della ricerca condotta da Egon Zehnder: entro gennaio dovrebbe esserci un nuovo vertice in piazza Med.

Fondiaria-Sai +5,1% in recupero dopo i recenti ribassi. Continuano intanto i lavori pr la possibile consolidamento delle fragili fondamenta dell’impero Ligresti. Premafin sta studiando i termini dell’inevitabile svalutazione della quota in Fondiaria Sai, in carico di un valore unitario di 7,45 euro (contro una quotazione di 0,75 euro), scelta che obbliga a rivedere i covenant con le banche. Oggi, intanto, è previsto l’incontro tra l’advisor Goldman Sachs e i consiglieri indipendenti di Fonsai.

LA FIAT ABBASSA I TARGET 2012
PASSERA IN ROTTA VERSO EDISON

Contrastati i due titoli del Lingotto: Fiat -2,1%, Fiat Industrial +0,5%. Sul titolo del gruppo automobilistico hanno pesato le anticipazioni di Automotive News secondo cui la società si appresta a tagliare le stime di vendita di Fiat Auto per il 2012 abbassandole a 2,2 milioni di veicoli, dal precedente target di 2,7 milioni. Chrysler dovrebbe invece confermare l’obiettivo di 2,4 milioni di auto nel 2012.

Intanto Cnh, la controllata americana di Fiat Industrial, ha presentato una manifestazione di interesse non vincolante di 200 milioni di euro per l’acquisto del 100% delle azioni della norvegese Kverneland ASA, società che produce macchine per l’agricoltura. L’offerta è soggetta all’adesione di almeno il 67% del capitale. La proposta di Cnh arriva dopo quella della giapponese Kubota.

Ancora venti di guerra in Edison. Domani il cda di Edison si troverà di fronte al rischio, in caso di nuovo rinvio delle decisioni tra Edf ed italiani, al rischio di scivolare tra i junk bond. Ma è improbabile che si possa procedere all’aumento di capitale in presenza del disaccordo tra i soci. Il ministro Corrado Passera ha preso in mano il dossier: sempre domani si incontrerà con l’Assessore al bilancio di Milano, Bruno Tabacci, da cui dipende la quota maggioritaria di A2A. L’obiettivo è individuare finalmente una linea comune tra i partners italiani. Edf, però, non è disponibile a rivedere i termini dell’intesa siglata a fine ottobre.

In rialzo Impregilo +1,5% sull’ipotesi di una “guerra” fra Gavio e Salini per il controllo del primo gruppo italiano delle costruzioni. Nelle ultime tre sedute il titolo ha guadagnato il 7%. Argo Finanziaria (gruppo Gavio) ha rilanciato a 3,6 euro l’offerta per acquisire le quote di Igli detenute da Atlantia e Fondiaria-Sai. Igli è la holding che controlla Impregilo con il 29,8% e ha come azionisti, con quote paritetiche, Argo, Atlantia e Fondiaria. Il cda della compagnia sembra orientato ad accettare l’offerta di Gavio, i Benetton no. In campo per il controllo di Impregilo c’è anche il costruttore Salini, secondo socio del gruppo di costruzione dopo Igli con una quota vicina all’8% (ma la quota sarebbe, secondo alcune voci, già vicina al 10%). Nei prossimi giorni, forse già oggi, Salini Costruzioni dovrebbe presentare il piano di integrazione tra il suo gruppo e Impregilo ai soci di Igli. Debole Mediaset -3,1%. L’asta delle frequenze digitali, secondo uno studio di Mediobanca, può far incassare al Stato 1-1,5 miliardi di euro.

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