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I dati americani spingono l’euro a quota 1,25, sui minimi degli ultimi 22 mesi

I dati – molto positivi – sul mercato immobiliare statunitense hanno spinto al ribasso la moneta unica, che nel pomeriggio ha toccato i minimi degli ultimi ventidue mesi rimbalzando a quota 1,2565. Possibile un ulteriore calo dopo le prime dichiarazioni del vertice informale di Bruxelles che riavvicina il rischio di uscita della Grecia dell’euro

I dati americani spingono l’euro a quota 1,25, sui minimi degli ultimi 22 mesi

Come era prevedibile, i dati sul settore immobiliare americano hanno spinto l’euro oltre quota 1,26.

La moneta unica, in concomitanza con la pubblicazione del rapporto sul mercato delle abitazioni negli Usa, ha toccato i minimi degli ultimi 22 mesi, rimbalzando a quota 1,2565 dopo le 16.

I dati sull’immobiliare americano sono molto positivi: l’indice dei prezzi delle abitazioni è aumentato dell’1,8%, a fronte di un dato atteso dello 0,4%. Le vendite di abitazioni di nuova costruzione, inoltre, si sono attestate a 343 mila unità, a fronte di un’attesa di 335 migliaia. Il dato precedente è stato di 332 mila unità vendute.

Indebolito dalle tensioni sulla crisi greca e dalla nervosa attesa per il vertice informale di stasera, il miglioramento dei dati statunitensi ha trovato terreno fertile per spingere al ribasso la moneta unica.

Qualora le notizie provenienti da Bruxelles confermassero la linea di rigore imposta dalla Germania, è del tutto probabile un ulteriore deprezzamento del cambio eurodollaro durante le contrattazioni asiatiche e nella mattinata di giovedì, in direzione 1,24 o, secondo quanto suggerito da alcuni analisti, verso i minimi degli ultimi due anni in zona 1,20.

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