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I consigli del nutrizionista: come proteggere il nostro intestino distinguendo fra latti fermentati, probiotici e prebiotici

È difficile per il consumatore districarsi nel ricco mercato degli integratori. Un microbiota sano è il migliore alleato del nostro sistema immunitario. L’importanza dei latti fermentati e degli yogurt

I consigli del nutrizionista: come proteggere il nostro intestino distinguendo fra latti fermentati, probiotici e prebiotici

Viviamo nell’era delle tecnologie alimentari. Tutto quello che possiamo acquistare subisce un processo ingegneristico davvero all’avanguardia. Basti pensare alle più comuni trasformazioni per ottenere prodotti come vino o birra. Non penserete davvero che il vino che possiamo bere oggi sia lo stesso che bevevano i romani al tempo di Cesare vero? Fare un vino o una birra, vuol dire prendere la materia prima, scomporla, fargli subire dei processi e procedimenti chimici, addizionarli e poi farli riposare. La stessa cosa, in maniera diversa e anche, forse inconsapevole, veniva fatta millenni fa con i prodotti di cui allora si disponeva. La fermentazione lattica di un prodotto come lo yogurt ha trovato impego fin dall’antichità.

Concentriamoci sui prodotti che oggi vanno per la maggiore, yogurt e kefir, che rientrano sotto la denominazione di “latti fermentati”. I latti fermentati sono prodotti derivati dal latte che hanno proprietà speciali, legate con l’esistenza di una microflora specifica ed attiva e con la presenza di sostanze risultanti dal metabolismo di questi microrganismi. Al giorno d’oggi ci concentriamo anche sul valore nutrizionale che l’alimento possiede. Stiamo molto attenti all’apporto calorico, alla quantità di grassi e proteine, nonché i “terribili” carboidrati. Sotto questo aspetto lo yogurt si difende benissimo, potendo vantare un ottimo equilibrio di tutti i macronutrienti. Ma al di là di questo, studi certificati e pubblicati, dimostrano come l’utilizzo quotidiano di yogurt o kefir, migliori il profilo lipidico del soggetto, soprattutto con l’utilizzo di yogurt vegetali a base di soia, per esempio, migliori la qualità di vita e la prolunghi. Inoltre, ha un impatto molto migliore rispetto a qualsiasi altro alimento a livello del microbiota intestinale, ovvero la popolazione batterica che alberga, fortunatamente, nel nostro intestino.

Un microbiota sano è il migliore alleato del nostro sistema immunitaro

Avere un microbiota sano vuol dire anche far funzionare bene anche il nostro sistema immunitario, grazie alla presenza di batteri “buoni” che contrastano il proliferare di quelli “cattivi”. Questo ci difende dalle più banali disbiosi, ma anche dall’aggressione di funghi patogeni. Sempre grazie all’ingegneria alimentare, oggi possiamo trovare latti fermentati declinati in ogni modo, da quelli interi a scremati, a quelli vegetali a quelli senza lattosio, fino a quelli ulteriormente addizionati in vitamine per esempio (come la vitamina D).

Abbiamo detto che i latti fermentati vengono resi tali da alcuni batteri, ovvero i fermenti lattici. Si tratta di microrganismi vivi che, germinando nell’intestino, ripristinano la microflora batterica intestinale originaria, alterata da patologie, alimentazioni errate, stress di varia natura.

Probiotici e Prebiotici due funzioni specifiche per la flora batterica 

La definizione più comune di fermento lattico è probiotico, da non confondere con il prebiotico, ovvero fibre alimentari non digeribili che alimentano i già presenti batteri “buoni” nel nostro intestino. In poche parole, il prebiotico è il cibo del probiotico.

Esempi pratici

Quando ha senso usare queste due facce della stessa medaglia? Il probiotico può essere un buon coadiuvante di una terapia antibiotica, che generalmente uccide indistintamente la flora batterica, causando successivamente disbiosi di alcuni ceppi di batteri che proliferano più facilmente e velocemente. Ha altresì senso in momenti di particolare stress emotivo o altro, in quanto il soggetto tende a somatizzare a livello gastrico, oppure in caso di patologie non gravi ma fastidiose come la colite spastica. Per quanto riguarda il prebiotico, dovrebbe essere assunto dopo un eventuale ciclo di probiotici, per dargli nutrimento. Usare un prebiotico in condizioni di disbiosi, potrebbe aggravare la condizione esistente. Non ha senso quindi assumere prebiotici in condizioni di particolare gonfiore addominale, che evidenzia nella quasi totalità dei casi, una disbiosi. Sarà più opportuno ricreare una flora batterica corretta e successivamente nutrirla nel migliore dei modi. Purtroppo, in Italia, queste due parole vengono usate come sinonimi, ma come abbiamo visto non lo sono.

La giungla degli integratori (non sempre benefici) e gli alimenti utili

Si trovano sotto forma di integratori in qualunque farmacia, ma non tutti hanno delle titolazioni adatte per avere beneficio. In altre parole, se dentro non ci sono abbastanza batteri dei ceppi opportuni non ci saranno effetti apprezzabili, diventa quindi difficile anche capire quali acquistare.

In quali alimenti si trovano i prebiotici? Sono fibre presenti soprattutto nelle banane, nel miele, cipolle, porri, crauti, cavoli, cicoria, aglio e frumento.

Ci sono poi in commercio prodotti a base di latte fermentato, simili a yogurt ma di consistenza più liquida che promettono di far abbassare il colesterolo, terribile nemico di tutti gli uomini, molto più che delle donne. In questi casi il prodotto viene addizionati di steroli vegetali, utili in questi casi di ipercolesterolemia. Il contenuto di steroli presenti in ogni singola boccetta equivale e diverse decine di chili di frutta e/o verdura da mangiare, e questo lo rende un integratore a tutti gli effetti. Ma il suo contributo è minimale (stimato all’incirca del 10% massimo della riduzione del colesterolo totale) e valutabile solo all’interno di un percorso dietetico bilanciato dove è presente attività fisica regolare. Si capisce bene che i benefici ottenuti si avranno allora grazie alla dieta e al movimento e non grazie all’integratore, che ovviamente non funzionerà se non si cambia stile di vita.

I simbiotici e l’importanza dei latti fermentati

Da qualche anno in commercio sono presenti anche i “simbiotici”, un prodotto che utilizza la sinergia tra questi due tipologie di molecole e che sembra riesca a migliorare la capacità di assorbimento di alcuni minerali, protettiva contro infiammazioni a livello intestinale e migliori anche l’intolleranza al lattosio, se presente.

Da qui si capisce l’importanza dei latti fermentati, prodotti alimentari che già contengono naturalmente probiotici, che ci costano meno rispetto agli integratori e che ci aiutano a riempire lo stomaco. Dovremmo tutti aumentare la quota giornaliera di latti fermentati nella nostra dieta, il portafoglio ringrazia e anche l’intestino.

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